venerdì 28 agosto 2015

Otto; or, Up with Dead People

In una società industrializzata che ha raggiunto un livello d'abbondanza caratterizzato dalla produzione di "beni improduttivi", sofisticati gadget, inutili sprechi, obsolescenza programmata, beni di lusso, eccessive scorte di armamenti, e altro... una certa repressione, oltre quella necessaria alle culture, è imposta al popolo. Il lavoro globale e superfluo sul quale il capitalismo era basato, caratterizzato da una degradante ripetitività, una sorta di condizione "zombie", allontana l'individuo dai suoi bisogni personali e sessuali. Un individuo che opera in una società corrotta, si ritrova lui stesso malato. Nella solitudine, l'individuo "inadatto" può pervenire ad una esteriorizzazione sana a dispetto delle costrizioni e delle esigenze troppo rigorose della cultura dominante. L'idea di concetti di senso comune come "realtà" o "buon senso" in un sistema così nocivo, è assurda. Visto che tutte le idee dominanti sono definite e controllate dalla classe dirigente, la prima cosa da fare per diventare un rivoluzionario è di opporsi a tutte le forme di realtà prestabilita. Chiaramente, essendo senza dimora e credendosi morto, Otto, guidava solitario la sua personale rivoluzione contro la realtà. 
A scanso di equivoci lo dico subito: non era nei miei piani iniziare la nuova stagione scrivendo un articolo di cinema. Nella mia testa (e nelle mie bozze) c’era già il post introduttivo di un progettino al quale io e la mia dolce metà stiamo lavorando. Chi mi segue su Google Plus probabilmente avrà già notato nelle scorse settimane una mezza anteprima, tutt’altro che esplicativa: a loro e a tutti gli altri chiedo quindi ancora qualche giorno di pazienza, dopodiché scopriremo le prime carte della “nuova stagione”.

domenica 23 agosto 2015

Terre di Confine Magazine #4

E così eccoci di nuovo qua! In questa tarda serata di fine agosto riapre i battenti, seppur in punta di piedi, Obsidian Mirror. Molti di voi, i più fortunati, saranno ancora in vacanza. Altri tra voi saranno alle prese con la triste routine delle valigie da disfare. Altri, come me, staranno sognando vacanze che quest'anno sono saltate. Comunque abbiate passato queste ultime settimane, è bello ritrovarvi tutti in questo angolo remoto del web nel quale ci terremo compagnia nei lunghi mesi a venire. Quello di oggi più che un post è una segnalazione, quella della uscita agostiana del nuovo numero di una rivista alla quale sono, come sapete, molto legato. Sono passati dieci mesi abbondanti mesi dall’ultima volta che se ne è parlato (qui) ma nonostante ciò sono certo che la maggior parte dei lettori di Obsidian Mirror se ne ricordano bene. Ebbene, è tornata negli scorsi giorni la rivista TERRE DI CONFINE, di cui potete ammirare qui a lato la nuova, stupenda copertina. Cos’è “Terre di confine”? L’avevo già scritto le volte precedenti, ma vale la pena ripetersi: in primo luogo è un’associazione culturale no-profit che, citando direttamente lo Statuto, “ha come finalità lo studio, la promozione e la diffusione della cultura, delle scienze e dell’arte – quest’ultima con particolare riferimento ai generi letterari Fantascienza e Fantastico e all’Animazione Giapponese – intese sotto ogni loro forma espressiva”. Sempre citando lo Statuto aggiungo che “oggetto d’interesse sono Letteratura, Cinematografia e Televisione, Animazione e Fumetti, Storia e Arte, Costume e Società, Mistero e Paranormale, Scienza e Tecnologia, e, più in generale, tutto ciò che attiene agli obiettivi summenzionati.
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