Dodici mesi fa, in occasione della precedente edizione dell’iniziativa “Notte Horror”, mi trovai a giurare che mai più mi
sarei impegnato con così largo anticipo a recensire un film che, al momento della decisione, non avevo ancora mai visto.
Il rischio, è ovvio, era quello di trovarsi di fronte a qualcosa di non recensibile, vuoi perché privo di spunti da sviluppare,
vuoi perché talmente brutto e noioso da rendermi impossibile sopportarne la visione. Eccomi invece qua con lo stesso
problema. Ci sono ricascato con tutte e due le scarpe e adesso mi trovo nella condizione di dover scrivere un articolo
lungo quanto basti per sembrare il post di un blog.
Non che manchino gli spunti, quelli magari riesco anche a trovarli, ma
“Nero veneziano”, film del 1978 diretto da Ugo Liberatore, è una di quelle esperienze che hanno messo a dura prova le
mie palpebre, palpebre che hanno iniziato a cascare dopo pochi minuti, anche in una sera di piena estate, in vacanza,
dove la stanchezza di una giornata di lavoro non poteva essere chiamata in causa. Se quindi state cercando una valida
alternativa al valium, che magari non volete assumere perché non avete un buon rapporto con la chimica, eccovi servita
la soluzione.