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lunedì 30 gennaio 2023

Il ritorno di Hastur

Torniamo da oggi a parlare di Yellow Mythos, con un articolo che cerca di essere il naturale prolungamento di quello, vecchio ormai più di un anno, che avevamo dedicato al racconto “Haïta the Shepherd” di Ambrose Bierce
"Haïta il pastore", lo ricorderete, narrava le vicende di un ingenuo pastorello devoto al culto di Hastur, dio dei pastori. Quando l'ira di quest'ultimo, offeso dall'umanità, promise di affogare le città con grandi tempeste, egli lo minacciò di abbandonare la fede. Identificare Hastur con un essere (umano o divino che sia) non era affatto una novità: ce ne eravamo già accorti il giorno in cui affrontammo il racconto "The Demoiselle d'Ys", facente parte del canone chambersiano. Ci eravamo anche posti la questione di far convivere l'idea che Hastur potesse essere allo stesso tempo un individuo (nella fattispecie, una divinità) e un luogo (nel racconto “Il riparatore di reputazioni”). L'impresa si era rivelata subito complicata. Nell’articolo già menzionato, che dava preferenza alla soluzione divina, ci eravamo inoltre chiesti se Hastur, colui che non deve essere nominato, fosse un epiteto realistico o se al contrario si trattasse di un escamotage equiparabile a quello di Yahweh (o Yehovah a seconda delle culture) per far riferimento al famoso tetragramma con cui il Dio degli israeliti si rivelò a Mosè.

mercoledì 28 giugno 2017

L'eredità di Lin Carter (Pt.2)

Continuiamo oggi il nostro percorso di (ri)scoperta di Lin Carter, un autore che, anche se non ne abbiamo ancora svelato il motivo, ha contribuito enormemente alla causa degli Yellow Mythos.
La volta scorsa vi avevo segnalato un racconto piuttosto interessante, "The Winfield Heritance", apparso una trentina di anni fa sulle pagine di un testo antologico curato dallo stesso scrittore statunitense. Ciò che mi porta in questi giorni a parlarne nuovamente non è tanto lo spessore letterario del racconto in sé, non molto diverso dai tanti altri racconti che decine di seguaci di Cthulhu hanno dato alla luce nell'arco di un secolo, quanto l'incredibile elenco di pseudobiblia lì citati nel breve spazio di poche pagine.
Naturalmente, ciò che più di ogni altra cosa aveva inizialmente attirato la mia attenzione su "The Winfield Heritance" era la presenza di quel lungo paragrafo riportato integralmente nella prima parte di questo articolo; un paragrafo che mette in chiaro, se mai ce ne fosse bisogno, la grande passione di Carter per il Re in Giallo, una passione che avrebbe trovato il suo apice... ma stiamo correndo un po' troppo.
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