In chiusura della prima parte di questo articolo ho voluto inserire una piccola apologia del lupo. Mi sembrava doveroso, e non solo come riflessione sul detto“in bocca al lupo”. Bambini, amate e rispettate l lupi, come tutti gli esseri viventi: non sono quelle creature infide e vigliacche che ci dipingono favole come “Cappuccetto rosso” e “I tre porcellini”. I lupi nella vita reale sono ben altri (e spesso si travestono da agnelli).
La cattiva fama del lupo non è solo un pregiudizio, purtroppo, ma è anche il risultato di una vera e propria opera di demonizzazione operata dalla religione per mezzo della letteratura. Come sappiamo, un po’ in tutte le culture ci furono delle figure di guerrieri ispirate all’animale (o animali) prevalente nella propria mitologia. Nel saggio di Christian Sighinolfi “I guerrieri-lupo nell’Europa arcaica” (Ediz. Il Cerchio), l’autore ci propone un interessante excursus attraverso queste figure, dalle quali probabilmente con il tempo nacque il mito del lupo mannaro come superuomo.