La punteggiatura di "Io?" presenta caratteristiche uniche. Si è cercato, in questa edizione italiana, di renderla più fedelmente possibile (salvo alcune inevitabili licenze).
Ecco, se avessi letto questa nota prima di recarmi in cassa, probabilmente questo Adelphi sarebbe rimasto sullo scaffale da dove l'avevo preso. Invece, mannaggia a quei furbacchioni dell'editore che fu di Roberto Calasso, il libro è finito tra le quattro pareti di casa mia e di quella nota, scritta in carattere minuscolo là dove non mi sarei mai sognato di andare a leggere, mi sono accorto solo mentre ero comodamente stravaccato sul divano.
Non ho nulla, per carità, contro un certo tipo di scrittura sperimentale (chiamiamola così), ma chi ha letto per esempio qualcosa di José Saramago sa bene quanto possa essere difficile, e spesso sconfortante, intraprendere un percorso che con il piacere della lettura un po' fa a cazzotti. "La punteggiatura è come la segnaletica stradale, troppa distrae dalla strada su cui si viaggia." disse l'autore portoghese in un'intervista rilasciata al The Economist. E infatti la sua caratteristica più peculiare era proprio quella di infrangere tutte le regole della punteggiatura, e ciò che a una persona normale potrebbe causare qualche problema di comunicazione a lui portò un Premio Nobel.