mercoledì 31 agosto 2011

Gothic & Lolita Psycho

Gosurori shokei-nin (ゴスロリ処刑人, Gothic & Lolita Psycho) fa parte di quel filone di film giapponesi, molto in voga negli ultimi anni, che definirei come “action ultragore manga-style horror”. Si tratta di un genere di film a budget inesistente, realizzati in pochi giorni a tappe forzate ma con molta autoironia, che quasi sempre affronta uno dei più classici temi del cinema giapponese: quello della vendetta al femminile in stile Lady Snowblood (per chi non avesse confidenza con il cinema orientale possiamo invece citare ad esempio Kill Bill di Tarantino, che presenta innumerevoli e tutt’altro che casuali analogie con Lady Snowblood).

Caratteristica comune di questi film è quello che viene dopo: poco o nulla. Solo azione, acrobazie, combattimenti, dialoghi da celebrolesi, litri di sangue finto… e tante risate. Si, risate. L'uso smodato di sangue è così assurdo da essere al di fuori da ogni logica. Ma è proprio questo il bello di questo genere di cinema: il film va visto lasciandosi alle spalle qualsiasi pretesa di verosimiglianza. Il genere è assolutamente inadatto a coloro che non sanno riconoscerene la leggerezza. Non cercate concetti profondi, dialoghi brillanti o significati reconditi. Tutto questo qui non c'è.

venerdì 26 agosto 2011

Face of Another

“I am buried alive.”. Così dice Okuyama, il protagonista di “The Face of Another” (他人の顔, Tanin no kao, 1966), nei primi minuti del film.
Si riferisce al fatto che è costretto a portare perennemente delle bende sul viso per nascondere le ustioni che lo deturpano, causate da un non meglio precisato incidente sul lavoro.

Anche fuori contesto, come affermazione è molto forte. Sarà per questo che mi è rimasta in mente più di altre. Come forse la maggior parte delle persone di aspetto “normale”, non avevo mai riflettuto veramente su cosa può voler dire avere il volto sfigurato. Ovvero non avere più un volto e sentire il bisogno di nascondersi dagli sguardi altrui. È il viso che volgiamo al mondo, quindi ci identifichiamo nel nostro viso e il viso, inutile negarlo, è la prima cosa che guardiamo nel prossimo e che ci fa decidere all’istante se una persona ci piace o meno.

domenica 21 agosto 2011

Hwaseong Murders

Tra le migliaia di serial killers che si sono avvicendati su questo mondo, spargendo sangue e terrore un po' ovunque nei cinque continenti, le imprese di uno in particolare sono ancora avvolte nel mistero. Non solo perché lo stesso caso è rimasto irrisolto ma anche perché sul web non vi si trovano che pochi brevi accenni.

Il "Thursday Night Killer", anche conosciuto come "Rainy Night Killer", (proprio perché colpiva solo di giovedì, e solo nelle notti di pioggia) iniziò la sua carriera omicida nell'ottobre del 1986 e proseguì indisturbato il suo macabro lavoro fino all'aprile del 1991, lasciando dietro di sè 9 vittime, tutte donne, scegliendole apparentemente a caso (spaziava dalle adolescenti alle anziane). L'unico collegamento tra le vittime sembra fosse il loro abbigliamento: si dice che tutte indossassero qualcosa di rosso (ma forse questo particolare è più una leggenda metropolitana che un fatto documentato).

venerdì 19 agosto 2011

I fantasmi di Netley

Esattamente un anno fa, di passaggio nel sud dell’Inghilterra, ci recammo a visitare le rovine dell’abbazia di Netley, nel villaggio omonimo, non molto lontano dalla città di Southampton, nella regione dell’Hampshire.
La “location” fu sorprendente: a pochi passi da una statale trovammo questa meravigliosa oasi di pace, un vasto prato sul quale sorgevano le rovine di questo monastero medievale, tra le meglio conservate d’Inghilterra.
La giornata era grigia, ma non ci scoraggiammo e in qualche raro momento il sole caldo a dispetto della brezza ci consentì anche di girare in maniche corte. Oltre a pochi turisti, trovammo famiglie inglesi “a passeggio” e un gruppo di ragazzi impegnati in una partita di pallone. All’inizio la cosa ci infastidì, perché ci sembrò che stonasse con la solennità del luogo, ma man mano che ci addentrammo tra le rovine e ci immergemmo in quell’atmosfera così suggestiva, non ci facemmo quasi più caso. Purtroppo di lì a breve ci si scaricò la batteria della reflex, quindi riuscimmo a fare pochissime foto del sito, che ho pubblicato qui.

domenica 14 agosto 2011

Mushroom People

Sette persone, a bordo di una barca a vela, raggiungono un'isola sconosciuta dopo una tempesta. L'equipaggio è composto dal professor Murai, dalla sua ragazza Akiko, dall'uomo d'affari Kasai e dalla fidanzata Mami, da un esperto velista, Sakura, dallo scrittore Yoshida e da un marinaio. Una tempesta danneggia l’imbarcazione e la sospinge su un’isola deserta: alla ricerca di cibo, i sette naufraghi scoprono il relitto di una nave. Non c’è però traccia dell’equipaggio originario. Spinti presto dall’impulso della fame, i naufraghi scendono a terra e scoprono nel folto della foresta delle inquietanti distese di funghi (della specie “Matango”, come si scoprirà). Una delle donne del gruppo assaggia il frutto del sottobosco e, trasformatasi a sua volta in una mostruosa creatura fungoide, come una novella Eva cercherà di attirare nella medesima trappola gli altri compagni.

Questo in breve è il plot di “Matango” (マタンゴ), film del 1963 conosciuto anche con il geniale titolo di “The Attack of Mushroom People”. La sceneggiatura, scritta da Takeshi Kimura, è ispirata ad un racconto breve del 1907 scritto da William Hope Hodgson, un vero classico della fantascienza dal titolo “La voce nella notte” (The voice in the night).

mercoledì 10 agosto 2011

Il rinnegamento di San Pietro

“I fiori del male” di Charles Baudelaire. Chi non li conosce? Credo non esista persona che non abbia mai, se non letto, almeno sfogliato quest’opera, che peraltro è talmente vasta da fornire materiale di riflessione – e discussione – pressoché infinito.

Sono certo che ognuno ha le sue preferenze personali, e naturalmente anch’io ho le mie. Ma a parte le poesie più famose (Spleen, Il gatto, L’albatro…), ce n’è una in particolare alla quale ho pensato e ripensato fin da quando la lessi per la prima volta da ragazzino. Era il periodo della ribellione, quella nel quale tutte le incongruenze della religione cattolica nella quale sono cresciuto mi balzavano all’occhio per la prima volta e le domande insoddisfatte mi spingevano a cercare risposte anche tramite vie poco ortodosse. E quale migliore ispirazione avrei potuto trovare se non nell’opera omnia del poeta maledetto per eccellenza, e in particolare in una sezione intitolata La rivolta? Ecco quindi qui di seguito Il rinnegamento di San Pietro (sebbene l’originale in francese sia infinitamente migliore, come tutta l’opera del resto… molto si è perso nella traduzione, oltre alle rime).

martedì 9 agosto 2011

The Insect Woman

The Insect Woman (にっぽん昆虫記, Nippon Konchūki), conosciuto anche con il singolare titolo di "Cronache entomologiche del Giappone" (chissà chi l’ha inventato…), è un film del 1963 diretto dal regista e sceneggiatore giapponese Shōhei Imamura (1926-2006), che sarà anche l'autore 20 anni più tardi del capolavoro "La ballata di Narayama". Presentato l'anno successivo al 14° festival del Cinema di Berlino, "The Insect Woman" si fregiò dell'Orso d'Argento, grazie all'interpretazione della brava Sachiko Hidari (1930-2001), che ottenne il riconoscimento quale migliore attrice protagonista della rassegna.
Il film è distribuito da Criterion assieme ad altri due film di Imamura, “Intentions of Murder” e “Pigs and Battleships”, in un interessante cofanetto intitolato “Pigs, Pimps, and Prostitutes.”

Tome nasce nel 1918 in una povera comunità di campagna e fin da piccola vive in promiscuità con il padre Chuji, che l’altro è mentalmente disturbato, con l’esplicita approvazione della madre (la quale a sua volta, fuori casa, sessualmente è altrettanto promiscua). Ancora giovanissima diviene l’amante dell’uomo per cui lavora, mentre sullo sfondo la seconda guerra mondiale infuria.
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