È da diverso tempo ormai che la mia attenzione sembra essere attratta dai vecchi autori del fantastico vissuti nel diciannovesimo secolo. Credo che in primo luogo questa mia piccola mania potrebbe essere nata grazie a quella vecchia intervista che feci qui sul blog ad uno dei più curiosi cercatori di tesori dimenticati che mi sia mai capitato di incontrare; in secondo luogo, parte della responsabilità di quanto sta accadendo è da ricondursi alla (ri)scoperta di alcuni libri ritornati sorprendentemente alla luce spolverando le seconde file della mia fagocitante libreria, in terzo e ultimo luogo… beh, si direbbe che la mia curiosità venga continuamente stimolata dai numerosi titoli che, quasi come se ne fossi l’unico destinatario, continuano ad essere proposti da alcune realtà editoriali che sono solito tenere d’occhio, anche se non necessariamente per lo stesso motivo. È questo il caso della Nero Press che, solo poche settimane fa, ha voluto riesumare alcuni incredibili racconti usciti dalla fantasia di una coppia scrittori francesi di origine alsaziana che sinceramente non conoscevo: Emile Erckmann e Alexandre Chatrian.
Sebbene la mia lista di letture abbia ormai abbondantemente superato il punto di non ritorno (nel senso che non credo mi rimangano abbastanza anni da vivere per poter arrivare a leggere tutto ciò che vorrei), ho deciso di promuovere le 150 paginette di cui è composto “Il violino dell’impiccato e altri racconti" in posizione privilegiata e, stavolta davvero a tempo di record, sono qui a parlarne e a condividere con voi ciò che da questa lettura è scaturito. Proporrò due righe sugli Autori in calce, nel caso vi stiate chiedendo chi siano (righe che andrò per inciso a prelevare spudoratamente dal sito della casa editrice).