martedì 28 agosto 2018

Play Motel

La fine di agosto si avvicina e con essa arriva al capolinea anche questo piccolo speciale dedicato ai ripescaggi cinematografici dal blog che c'era una volta e che ora non c'è più.
In un certo senso è stato come salire in soffitta e riaprire quel vecchio baule della nonna sepolto dalla polvere dei secoli: in mezzo a tanta fuffa qualcosa di buono torna sempre alla luce.
Inizio solo ora a spiegarmi il motivo per cui il progetto Obsploitation, nella sua forma originale, finì per perdersi. Credo fosse principalmente per via del suo essere monotematico. Scrivere di cinema è piacevole, soprattutto se si tratta di un cinema che si è sempre apprezzato e, in certi casi, anche idolatrato, ma rimane pur sempre un'attività limitante.
Il blog su cui siete oggi, e che tra pochi giorni riprenderà il suo corso normale, ha il pregio di non annoiarmi mai, cambiandosi così frequentemente l'abito. Dopo un agosto di Obsploitation, che si somma ad un luglio altrettanto pregno di argomenti cinefili, inizio a percepire un po' di nausea ed è ora di correre decisamente ai ripari.
Sarà un caso, ma la recensione di "Play Motel" che ripropongo oggi fu anche l'ultima che scrissi per Obsploitation prima della sua chiusura. Era il 18 settembre 2015...

giovedì 23 agosto 2018

Cani arrabbiati

Rileggere oggi l'articolo che scrissi su Obsploitation il 25 maggio 2015 è straniante. Avevo già più volte in precedenza esaltato l'operato di Mario Bava, indiscutibilmente uno dei miei registi preferiti, ma quella volta le cose andarono diversamente. Non dico che nella mia recensione lo feci a pezzi (sarebbe stato irrispettoso), e nemmeno finii per dire che non mi piacque (perché in fin dei conti non fu così), ma non riuscii a trattenere quel certo disappunto che sono sicuro traspare in diverse occasioni, specialmente nella "chiusa" dove scrissi, senza mezzi termini, che mi parve solo un "gran bell'esercizio di regia".
Un giudizio piuttosto duro che, oggi a mente fredda, mi chiedo se non fosse un tantino esagerato.
Avevo visto per la prima volta "Cani arrabbiati" solo nei giorni precedenti alla mia recensione, sebbene da diverso tempo quel titolo mi strizzasse l’occhio, e da allora non ho più avuto l'occasione di affrontarlo di nuovo. Non ne conservo un ricordo nitidissimo e devo ammettere che, se non mi fossi andato a rileggere tutto questo, non avrei davvero saputo cosa rispondere a un ipotetico interlocutore che mi ponesse la domanda "Lo hai visto? Ti è piaciuto?".
Eppure, quel twist finale che ai tempi definii "un po' troppo telefonato" mi appare oggi come un'idea grandiosa. Possibile che in soli quattro anni un parere possa cambiare diametralmente? O forse è solo un'illusione legata a un ricordo che nel tempo si è alterato? Dovrei andarmelo a rivedere per poter rispondere... Nel frattempo, vi lascio con l'articolo incriminato.

sabato 18 agosto 2018

Avere vent’anni

«Avevo vent'anni... Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita.» (Paul Nizan)

Quando uscì questo articolo,  il 29 novembre 2014, Obsploitation stava già affrontando i primi suoi periodi di crisi. Quasi due mesi erano trascorsi dal post precedente e c'erano già i primi segnali che l'idea di poter gestire un secondo blog, parallelo ad Obsidian Mirror, fosse lì lì per naufragare.
Furono due gli avvenimenti che mi diedero modo di uscire dal torpore. In primo luogo l'iniziativa sorta in seno al solito gruppo di blogger cinefili, che avevano lo scopo di diffondere sensibilità attorno ad un argomento spinoso al quale, ahimè, non si dedica mai abbastanza attenzione, vale a dire la ricorrenza del 25 novembre, giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. I blogger coinvolti, tre al giorno, si impegnarono a pubblicare un articolo sull'argomento a partire appunto dal 25 novembre di quell'anno e fino alla fine del mese.
In secondo luogo ci fu la prematura scomparsa di una delle regine della commedia sexy all’italiana anni Settanta. Sto parlando naturalmente di Lilli Carati, all’anagrafe Ileana Caravati, giovane interprete di B-movies oggi elevati allo stato di cult e, in questi ultimi anni forse ancora più di allora, icona exploitation fra le più desiderate.

lunedì 13 agosto 2018

Il medaglione insanguinato

Spoletium, 241 a.C.: sulle pendici del Monteluco, presso una curva del torrente Tessino, affluente del Maroggia, in posizione assai ridente per la chiostra di montagne verdeggianti che le fanno corona, un insediamento, le cui origini affondano nella preistoria, diviene colonia romana. Spoletium, 571 d.C.: strappata dai longobardi al dominio bizantino, la città diviene sede di un vasto e potente ducato. Spoletium, 1155 d.C.: la città, ancor florida e potente sebbene il ducato si avviasse alla decadenza, viene assalita e distrutta da Federico Barbarossa. Spoletium, 1775 d.C.: una bambina scompare in circostanze misteriose mentre, in quello stesso istante, un quadro appare improvvisamente su una delle pareti del soggiorno di una villa fuori città. Per entrambi gli avvenimenti, apparentemente slegati tra di loro, non viene trovata alcuna spiegazione. Resta indiscutibile la straordinaria somiglianza tra la bambina scomparsa e una figura al centro del dipinto. Spoleto 1975 d.C.: la città presenta un aspetto vetusto, con i suoi numerosi edifici medievali e del Rinascimento, le vie strette e tortuose, spesso a cordonata, e i numerosi cavalcavia. Il quadro è allo studio degli esperti. Una figura in bianco, apparentemente una bambina, cerca di sfuggire terrorizzata ad un gruppo di persone (contadini?) armate di falci e bastoni. Il suo sguardo è rivolto verso l’alto, in direzione di una seconda figura femminile, adulta, che precipita nel vuoto circondata dalle fiamme. Sovrasta l’intera scena una figura demoniaca, che si staglia, appena distinguibile se non fosse per il suo colore rosso fuoco, sulle nuvole sullo sfondo.

mercoledì 8 agosto 2018

Sei donne per l'assassino

Secondo appuntamento con Obsploitation: Rewind e secondo ripescaggio nella memoria più remota del sottoscritto: questa volta si tratta del leggendario "Sei donne per l'assassino" di Mario Bava, altro film che definire fondamentale è quasi riduttivo.
Era il 26 marzo 2014 la data in cui decisi di far uscire la recensione che tra qualche istante andrete a leggere o a rileggere. Praticamente è passato un secolo.
A quel tempo, ricordo, fui a lungo combattuto sulla scelta di far uscire l'articolo su questo blog oppure di proporlo su Obsploitation: Mario Bava ben si adattava infatti all'impostazione che avevo dato al The Obsidian Mirror delle origini e, quasi senza farlo apposta, non era poi nemmeno molto che avevo intrattenuto i miei quattro lettori di allora con le recensioni de La maschera del demonio e de La frusta e il corpo, due tra i miei personali guilty pleasures firmati dallo stesso regista sanremese. Come andò poi a finire ormai lo sappiamo ma, stavo riflettendo, quale migliore occasione di questo rispolvero estivo per mettere una definitiva parola fine a quel tarlo di coscienza?
Dopo Banditi a Milano di Carlo Lizzani, che ha inaugurato il filone poliziottesco, quale naturale proseguimento potrebbe essere meglio di “Sei donne per l’assassino", unanimemente riconosciuto come il primo giallo all’italiana della storia?

venerdì 3 agosto 2018

Banditi a Milano

La nuova vita di Obsploitation inizia oggi e, come annunciato qualche giorno fa, proveremo a fare un piccolo ripasso di quanto era apparso sul blog omonimo che chiuse i suoi battenti un migliaio di giorni fa. Senza pretendere di realizzare un "best of" che, senza ombra di dubbio, risulterebbe piuttosto discutibile, proverò a riproporre alcune cosette che, a memoria, non riuscirono troppo male. L'articolo di oggi fu uno dei primissimi ad uscire su Obsploitation: era esattamente il 16 febbraio 2014 e, dannazione, mi sembra quasi passato un secolo.
I primi giorni di vita di Obsploitation furono piuttosto frenetici: il materiale che avevo preparato prima ancora di iniziare era parecchio ma, non per questo mi feci prendere dalla frenesia della pubblicazione a ritmi serrati (avendo già una discreta esperienza, prevedevo già da allora che sarebbero arrivati periodi di magra). Avevo già scritto parecchia roba, come stavo dicendo poc'anzi, e immagino sia un po' come quando sai che arriverà la cicogna e inizi con largo anticipo a infognarti la casa di fuffa ingombrante che poi, nel giro di qualche anno, non saprai come fare per liberartene. L'articolo che proverò a riproporre oggi, tra i tanti, era stato uno di quelli a mio parere più interessanti. Innanzitutto perché l'argomento trattato affondava le sue radici in documentati fatti di cronaca italiana che, come sapete, sono un'inesauribile fonte di spunti per un blogger come il sottoscritto; in secondo luogo "Banditi a Milano" (1968), il film che quei fatti Carlo Lizzani provò a mettere in scena, divenne il capostipite di un genere (il poliziottesco) che da lì a qualche anno sarebbe diventato di culto. E non solo per me.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...