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venerdì 30 giugno 2017

L'eredità di Lin Carter (Pt.3)

Ritorno oggi a occuparmi della montagna di citazioni pseudobibliche presenti nel breve racconto "The Winfield Heritance" di Lin Carter con la certezza che, ancora una volta, sarò costretto a rimandare la conclusione di questo articolo. Se vi siete persi l'inizio, vi raccomando di passare prima qui e poi qui. Volendo essere pignoli, ci sarebbero in realtà altri trenta post precedenti a questo, tutti catalogati sotto l'etichetta Yellow Mythos, che non sarebbe fuori luogo recuperare... ma capisco che l'eventuale impresa di un recupero totale sfiori ormai il titanico.
Eravamo comunque rimasti al punto in cui il nostro protagonista fa il suo ingresso nella biblioteca appena ereditata. A portata di sguardo ci sono numerosi volumi di autori classici e, sopra la porta d'ingresso, un dipinto il cui contenuto lascia già intuire la presenza, chissà dove, di testi ben più interessanti. Uno sguardo più attento porta infatti alla luce una seconda fila di libri nascosta dietro quella in primo piano. Niente di così misterioso, ci sarebbe da commentare. Trovatemi qualcuno che non si sia ridotto a sistemare i propri libri in doppia fila...
La seconda fila di libri del vecchio zio materno di Winfield è tuttavia cento volte più interessante di qualsiasi seconda fila noi possiamo avere nelle nostre case. Se noi siamo soliti nascondere alla vista i titoli più scrausi, quelli di cui più ci vergogniamo, i libri del vecchio Hiram Stokely erano al contrario i più rari e interessanti (fatto singolare per un collezionista, che si suppone debba tenere parecchio all'esibizione della sua raccolta).
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