Non c'è molto da fare a Capodanno. Perlomeno non c'è molto che abbia voglia di fare. Gli avvenimenti recenti c'entrano però solo parzialmente, visto che sono ormai molti anni che ho superato con serenità l'appuntamento con il Capodanno, con quella che in giovane età era la festa più attesa e allo stesso tempo più temuta. Non c'è bisogno che ve lo spieghi, visto che sono certo che tutti voi bene o male avete provato l'amarezza di una notte che alla fine si è rivelata essere identica a tante altre, ma che nell'immaginario delle settimane precedenti avrebbe dovuto essere speciale. Questa volta sono però anche lieto che l'annus horribilis sia terminato e che finisca in archivio assieme a tutti quelli che lo hanno preceduto. Ci ha messo un bel po', in verità. Per un motivo o per l'altro sembrava non dovesse finire mai. Sarà perché mi sono potuto concedere pochissimi giorni liberi dal lavoro, nel corso del 2019. Ho trascorso in ufficio anche il 31 dicembre e sarò di nuovo al mio posto di combattimento il 2 gennaio... non per un'insano desiderio di Christmas Jumping, ma perché ho accumulato effettivamente parecchio arretrato negli ultimi tempi.