Visualizzazione post con etichetta Animazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Animazione. Mostra tutti i post

venerdì 20 settembre 2024

Fuori speciale: Midori-ko

“Fuori speciale” è una serie di articoli che vengono scritti di getto nel periodo di pubblicazione dello speciale “La grande abbuffata”. Pur non essendone parte integrante, ciò che viene qui trattato ruota intorno all’argomento principale senza spezzarne il filo logico. Si tratta, in estrema sintesi, di piccoli approfondimenti che non hanno trovato posto nella struttura principale. “Fuori speciale”, in uscita tutti i venerdì, non è una lettura necessaria alla comprensione degli articoli de “La grande abbuffata” (che usciranno invece il lunedì), è viceversa una lettura che può essere ignorata o rimandata, a vostro piacimento. 
***

Il cibo sintetico è stato per lungo tempo appannaggio della fantascienza. Mi vengono alla mente moltissime scene tratte da serie tv più o meno famose in cui i personaggi ordinano il menù preferito a un computer, il quale eroga nel giro di pochi secondi, o al massimo di pochi minuti, pietanze che ricreano nella forma e nel sapore i classici primi, i secondi, i contorni e i dolci; oppure, ai meno fortunati il computer si limita a erogare pillole dall’aspetto molto meno invitante, ma altrettanto complete dal punto di vista nutrizionale. 

venerdì 3 maggio 2019

Bambi contro Godzilla

Poster realizzato da CMYK46 per Pxleyes.com
Cosa avrò mai da raccontare di un cortometraggio animato che dura solo 90 secondi? Beh, chi mi segue da tanti anni sa benissimo che sono stato talvolta in grado di elaborare lunghi discorsi filosofici partendo praticamente dal nulla cosmico. Nient’altro che esercizi di scrittura, starete pensando. Ecco, in un certo qual modo questo potete prenderlo proprio come uno di quegli stessi esercizi, ma con la sostanziale differenza che “Bambi Vs Godzilla” offre numerosi spunti degni di essere approfonditi, non ultimo il fatto che per quasi mezzo secolo lo si è ritenuto una pura leggenda, una leggenda sulla quale andava raccontato quel tanto che bastava per tenere viva l’attenzione su di essa senza tuttavia mai scendere troppo nei dettagli.
È la stessa logica delle leggende metropolitane: qualcuno che conosciamo avrebbe sentito dire (da qualcun’altro che conosce solo lui, e che a sua volta conosce qualcuno che è parente, zio, cugino dell’anziana signora che abitava dirimpetto al salumiere del paese dove stava prima di sposarsi) dell’esistenza di una strana pellicola in cui si scontrerebbero senza esclusione di colpi il simpatico cerbiatto di Walt Disney e il lucertolone atomico di Ishirô Honda. Una pura leggenda metropolitana oppure una realtà di cui si è sempre saputo poco e nulla?

martedì 23 settembre 2014

L'anima nera del Totoro (Pt.3)

Image by http://sachsen.deviantart.com/
Per una maggiore comprensione della serie di articoli "L'anima nera del Totoro", che è iniziata qualche giorjno fa qui sul blog, consigliamo di leggere prima i due post dal titolo "L'incidente di Sayama". Se non li avete ancora letti, cliccate qui

Prima di tirare definitivamente le somme, occorre però tentare un serio parallelismo tra l'anime e il caso Sayama. Analizziamo qui di seguito nell'ordine, i luoghi, il periodo storico, i personaggi e il simbolismo che lega tutto assieme.

L'ambientazione è molto simile: la località di Sayama, dove si svolse il delitto della povera Yoshie Nakata, non è lontata da Tokyo e l'anime si svolge nella campagna attorno a Tokyo. Ma forse la spiegazione più semplice è che Miyazaki è originario di quella stessa zona... Che nel film ci sia molto di autobiografico è cosa risaputa: quando Miyazaki era piccolo, sua madre si ammalò di tubercolosi spinale e suo padre si trasferì con lui in campagna. Sembra che all'epoca l'ospedale di Hachikokuyama fosse un centro molto famoso per la cura di questa malattia. Nel film questo non viene mai specificato, ma è generalmente accettato che anche la madre di Mei e Satsuki sia malata di tubercolosi: Hachikokuyama, quindi, sarebbe il modello su cui è stato costruito l'ospedale, fittizio, di  Shichikokuyama, collocato suppergiù nella stessa area geografica.

venerdì 19 settembre 2014

L'anima nera del Totoro (Pt.2)

Per una maggiore comprensione della serie di articoli "L'anima nera del Totoro", che è iniziata qualche giorjno fa qui sul blog, consigliamo di leggere prima i due post dal titolo "L'incidente di Sayama". Se non li avete ancora letti, cliccate qui

In seguito si arriva all’altro nodo importante del film, ovvero la sparizione di Mei. Ormai è diverso tempo che la mamma è assente da casa e c’è grande felicità e attesa per il suo rientro, previsto per quel fine settimana, prima della sua dimissione definitiva. Purtroppo, un giorno prima arriva un telegramma: la donna non sta bene e non può muoversi dall’ospedale. Mei accoglie malissimo la notizia, lei e Satsuki finiscono per litigare e poco dopo la piccola scompare da casa. Satsuki, che è un po’ più grande e intuisce che la situazione della madre potrebbe essere più grave di quanto immagina, non sa come gestire la situazione, con il padre assente per lavoro e la sorella che scalpita e pesta i piedi. Quando si accorge che Mei è sparita, si sente in colpa e realizza che probabilmente la sua sorellina ha cercato di raggiungere da sola l’ospedale, ma si è persa. Gli abitanti del villaggio cominciano a cercarla ovunque; poco dopo un sandalo rosa viene trovato nel fiume, ma per fortuna non è di Mei. Le ore passano veloci, e quando ormai è quasi l’ora del tramonto Satsuki fa l’unica cosa che le viene in mente: chiede l’aiuto di Totoro.

lunedì 15 settembre 2014

L'anima nera del Totoro (Pt.1)

Per una maggiore comprensione della serie di articoli "L'anima nera del Totoro", che inizia oggi sul blog, consigliamo di leggere prima i due post dal titolo "L'incidente di Sayama". Se non li avete ancora letti, cliccate qui

In Giappone gli dei della morte sono detti Shinigami (da shi, morte, e kami, dio/dei) e vengono citati spesso e volentieri nella cultura popolare. Se però l’accostamento con il manga “Death note” (tanto per fare un esempio abbastanza recente) è lampante, quello con un’opera “per famiglie” come “Tonari no Totoro”, di primo acchito, non è affatto evidente. Insomma, sto dicendo che secondo voci insistenti (ma non confermate) il simpatico personaggio creato da Hayao Miyazaki, in realtà, non sarebbe altro che uno Shinigami...!
Basta fare una breve ricerca in rete per accorgersi che sono moltissimi i siti e i blog, anche in lingua inglese, che da tempo sostengono questa tesi e la cosa, com’era prevedibile, ha scatenato le ire dei fan più accaniti, che si sentono defraudati di un mito. Io ho scoperto Totoro solo da adulto, quindi non ho corso il rischio di rovinare un tenero ricordo della mia infanzia, ma posso capirli. Anche voi, naturalmente, siete liberi di pensare che siano tutte bufale, che questa non sia altro che una leggenda metropolitana che, sulla falsariga delle teorie cospirazioniste che ormai spopolano ovunque, cerca di trovare significati nascosti anche ove non ve ne sono. D’altra parte, è vero che quando si vuole trovare a tutti i costi qualcosa la si trova, mentre è impossibile vedere ciò che non si vuole vedere.

lunedì 18 agosto 2014

The Man and his Bird

Regista, sceneggiatore, direttore artistico, animatore, vignettista, insegnante. Anatoly Solin (1939-2014) aveva alle spalle una carriera quarantennale eppure, nonostante ciò, di lui in rete non si trovano che poche righe: nessuna biografia, nessuna intervista, niente di niente. Solo un breve accenno ai suoi trascorsi artistici sulla wikipedia russa. Nemmeno oggi, a pochi giorni dalla sua scomparsa, troviamo un granché. Solo un telegrafico comunicato dell’agenzia Tass nel quale si mantiene il riserbo anche sulle cause della morte.
Diciamo pure che tutto ciò non mi stupisce: Anatoly Solin non è mai stato un personaggio facile, soprattutto in considerazione del fatto che i suoi lavori più significativi sono stati realizzati in un’epoca in cui il suo paese era ben attento a che nulla di ciò che accadeva oltre cortina trapelasse in Occidente. Nemmeno opere di animazione quali "Le avventure del Barone di Munchausen", "Due aceri", "Grazie, cicogna" e "Come una volpe raggiunse la lepre" riuscirono mai ad avere una benché minima visibilità. E ciò è altrettanto vero oggi, nonostante siano passati quasi vent’anni dalla disgregazione di quella che una volta si chiamava Unione Sovietica. Un gran peccato, davvero. Un peccato soprattutto perché Anatoly Solin fu amato da almeno tre generazioni di bambini.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...