La terapia del dolore
di Obsidian M.
Non vi pare che masochismo sia in sé un termine riduttivo, una di quelle voci del vocabolario che richiederebbero pagine e pagine di approfondimenti che tuttavia potrebbero non arrivare mai a offrirne una definizione davvero esauriente? Non vi pare che masochismo sia un termine imperfetto, un termine di cui facciamo largo uso ma a cui ci riferiamo limitatamente al suo significato più comune, quello universalmente noto della pratica sessuale un po', come dire, particolare? In questo speciale stiamo cercando di trovare nuovi significati: alcuni piuttosto evidenti, come le pratiche di mortificazione del corpo portate avanti da certi attivisti religiosi, altri meno evidenti, come vedremo quando arriverà il momento, alla fine di questo mese, di tirare le somme di tutto quanto è stato detto e fatto. L'articolo di oggi è però ancora una volta incentrato sul dolore fisico e sul piacere che da esso deriva.
Ma la domanda, un po' provocatoria, è: "siamo davvero certi che tutto ciò non ci riguardi in prima persona?". Quando pensiamo a certi casi documentati di perversione sessuale o religiosa, di solito tendiamo a riferirci ad essi come ad avvenimenti lontani al nostro mondo (ed è logico) ma... è davvero sempre così? Davvero non abbiamo mai associato in prima persona alcun piacere al dolore fisico?
Ma la domanda, un po' provocatoria, è: "siamo davvero certi che tutto ciò non ci riguardi in prima persona?". Quando pensiamo a certi casi documentati di perversione sessuale o religiosa, di solito tendiamo a riferirci ad essi come ad avvenimenti lontani al nostro mondo (ed è logico) ma... è davvero sempre così? Davvero non abbiamo mai associato in prima persona alcun piacere al dolore fisico?
