De Umbrarum Regni Noven Portis, Venetiae, apud Aristidem Torchiam. MLCLXVI. In-folio. 160 pag. compr. Frontespizio. 9 illustrazioni legno fuori testo. Di eccezionale rarità. Solo tre esempl. Conosciuti. Biblioteca Fargas, Sintra, Portogallo (vedi illustrazione). Bliblioteca Coy, Madrid, Spagna (mancante della tavola 9). Biblioteca Morel, Parigi, Francia. Esemplare privo di ex-libris e di annotazioni manoscritte. Completo secondo il catalogo asta della collezione Terral-Coy (Claymore, Madrid). Errore in Mateu (8 tavole invece di 9 in questo esemplare).
Vi sono libri che non esistono e libri che invece esistono ma non dovrebbero essere mai esistiti. Fa parte della prima categoria (psudobiblium), per esempio, l’esecrando “Necronomicon”, uscito dalla fantasia di H.P. Lovecraft. Fa invece parte della seconda categoria il “De Masticatione Mortuari in Tumulis” del tedesco Micheal Ranft (di cui ho parlato molto tempo fa proprio qui sul blog). “Le nove porte del Regno delle Ombre” (De Umbrarum Regni Novem Portis), scritto e stampato nel 1666 da tale Aristide Torchia, un non meglio definito esoterista veneziano, processato e condannato al rogo dalla Santa Inquisizione, è un po’ l’uno e un po’ l’altro. È un libro che, a quanto pare, esisterebbe solo nella fantasia di Arturo Pérez-Reverte, che nel 1993 ne parlò in un suo romanzo (Il club Dumas), o forse è un libro che ne citerebbe un altro, molto più antico, scritto dalla mano di Lucifero in persona. Le nove porte, se esistono veramente, bisognerebbe quindi tenerle ben chiuse. Ma voi penserete che io sia pazzo e probabilmente non avete tutti i torti.