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domenica 9 giugno 2013

La nona porta

De Umbrarum Regni Noven Portis, Venetiae, apud Aristidem Torchiam. MLCLXVI. In-folio. 160 pag. compr. Frontespizio. 9 illustrazioni legno fuori testo. Di eccezionale rarità. Solo tre esempl. Conosciuti. Biblioteca Fargas, Sintra, Portogallo (vedi illustrazione). Bliblioteca Coy, Madrid, Spagna (mancante della tavola 9). Biblioteca Morel, Parigi, Francia. Esemplare privo di ex-libris e di annotazioni manoscritte. Completo secondo il catalogo asta della collezione Terral-Coy (Claymore, Madrid). Errore in Mateu (8 tavole invece di 9 in questo esemplare). 
Vi sono libri che non esistono e libri che invece esistono ma non dovrebbero essere mai esistiti. Fa parte della prima categoria (psudobiblium), per esempio, l’esecrando “Necronomicon”, uscito dalla fantasia di H.P. Lovecraft. Fa invece parte della seconda categoria il “De Masticatione Mortuari in Tumulis” del tedesco Micheal Ranft (di cui ho parlato molto tempo fa proprio qui sul blog). “Le nove porte del Regno delle Ombre” (De Umbrarum Regni Novem Portis), scritto e stampato nel 1666 da tale Aristide Torchia, un non meglio definito esoterista veneziano, processato e condannato al rogo dalla Santa Inquisizione, è un po’ l’uno e un po’ l’altro. È un libro che, a quanto pare, esisterebbe solo nella fantasia di Arturo Pérez-Reverte, che nel 1993 ne parlò in un suo romanzo (Il club Dumas), o forse è un libro che ne citerebbe un altro, molto più antico, scritto dalla mano di Lucifero in persona. Le nove porte, se esistono veramente, bisognerebbe quindi tenerle ben chiuse. Ma voi penserete che io sia pazzo e probabilmente non avete tutti i torti.

domenica 26 maggio 2013

Sweeney Todd

In principio ci fu il dramma teatrale di George  Dibdin Pitt, che debuttò al teatro Britanna ad Hoxton nel 1847. Poi, nel 1978, ci fu il musical  di Stephen Sondheim e Hugh Wheeler con Lou Cariou e Angela Lansbury. Seguirono poi innumerevoli versioni cinematografiche: la prima è un film perduto del 1926, di George Dewhurst, con G.A. Baughan come principale interprete, poi venne quella che probabilmente resterà per sempre la più famosa, vale a dire la pellicola di George King del 1936: qui il protagonista, Tod Slaughter, è lo stesso attore che prestò il volto a Sweeney Todd a teatro per oltre quattromila volte nel corso di una carriera durata una cinquantina d'anni.
“Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street” di Tim Burton (2007) è un film di cui progettavo di parlare qui nel blog, prima o poi, ma quale migliore occasione del compleanno della coprotagonista Helena Bonham Carter per tener fede ai miei buoni propositi? Eh sì, perché il personaggio di Mrs. Lovett, nell’economia della storia, è importante quanto quella del protagonista maschile, e per certi versi anche di più... quindi, buon compleanno Helena!! A proposito, non l’ho ancora detto ma lo dico ora: oggi si festeggia alla grande su questo e altri blog! Oggi è l’HBCD (Helena Bonham Carter Day), un piccolo omaggio alla bella attrice britannica nel giorno delle sue 47 candeline!!! In fondo al post ho messo l’elenco dei blog partecipanti all’iniziativa: su ciascuno di essi oggi troverete la recensione di un suo film, scelto pescando a caso nella sua sterminata filmografia. Andate e cliccate, quindi! (magari però solo dopo aver passato qualche minuto del vostro tempo qui da me).
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