Ovviamente non sono tanto pazzo da pescare completamente al buio, anche se qualche volta mi è capitato di farlo con risultati tutto sommato alterni. Ero già incappato nel nome di Laura Sestri girovagando per blog sulla spinta di qualche link lasciato da qualche parte da qualcuno dei miei contatti e, sto parlando almeno di un anno fa, ero finito ne La fucina delle diaboliche traduzioni, un luogo "in cui possono essere “forgiate” nuove, inedite traduzioni, dove una traduttrice dall’inglese e dal russo desidera creare un ponte tra autori stranieri inediti in Italia e case editrici in cerca di nuove voci" (cit.).
Il mondo del blogging, e di riflesso quello social che vi ruota attorno, è più piccolo di quello che potrebbe sembrare e così, di post in post, di tweet in tweet, ho potuto assistere, anche se da molto lontano, alla genesi di questa raccolta di racconti, curata appunto dalla fanciulla di cui sopra. Comprato immediatamente appena disponibile, "Nove strati di buio" ha mantenuto tutte le sue promesse e non rimpiango assolutamente i dodici eurini spesi per il cartaceo (non mi pare di averne visto una versione digitale, ma fa niente). Quali promesse? Beh, sicuramente non solo la copertina, nonostante solo poche righe fa ne abbia sottolineato i meriti.