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lunedì 6 agosto 2012

Danza Macabra

Let me tell you a story to chill the bones, about a thing that I saw. Il mio primo incontro con la “Danza Macabra” (o Totentanz, che dir si voglia) risale a qualche anno fa. Credo fosse il 2005 o il 2006. Avevamo deciso di trascorrere, io e la mia lei, qualche giorno in un posticino romantico, lontano dallo stress di tutti i giorni, e la nostra scelta era ricaduta su Lucerna, nella Svizzera centrale. L’idea di Lucerna mi ronzava nella mente da molti anni, dal giorno in cui, primo giorno della mia prima classe elementare, ammirai sulla copertina del mio primo quaderno la foto di un affascinante ponte coperto che, si leggeva in una nota in basso, era sito proprio a Lucerna. Quel ponte, simbolo della città, altro non è che il famoso Kapellbrücke (Ponte della Cappella), uno dei più antichi ponti di legno d’Europa risalente al 1365 che, con i suoi 204 metri, unisce la parte settentrionale della città con quella meridionale. Ricordo come se fosse oggi il momento in cui il Kapellbrücke apparve improvvisamente ai miei occhi dopo una curva. Di fronte a me l’immagine della mia infanzia, esattamente così come l’avevo vista centinaia di volte su quel quaderno (che, per inciso, ancora conservo gelosamente). Ma chi avrebbe mai detto che sarebbe stato un altro ponte, lo Spreuerbrücke (Ponte del Mulino) quello che mi avrebbe sorpreso ancora di più. Lo Spreuerbrücke sorge un chilometro più a monte ed è caratterizzato da una serie di dipinti in stile medievale sulla peste del XVII secolo. Tali dipinti ritraggono varie condizioni di uomini e donne, sacerdoti e guerrieri, principi e contadini, dai personaggi più umili ai più potenti, tutti raffigurati in balia della morte. Tutti gli uomini sono quindi uguali di fronte alla Morte, è il messaggio. Memento mori! (Ricordati che devi morire!) Scheletri danzanti si fanno beffe delle loro vittime, invocanti pietà, inutilmente piene di rimorso e disperazione. Had I danced had I pranced had I sung with them / All had death in their eyes / Lifeless figures they were undead all of them / They had ascended from hell / As I danced with the dead / my free spirit was laughing and howling down at me / below my undead body / just danced the circle of dead (Dance of Death, Iron Maiden, 2003). Ecco quindi fare il loro ingresso in scena le Danze Macabre: da quel giorno le avrei notate un po’ ovunque nel corso delle mie peregrinazioni: l’ultima a Berlino, nella Marienkirche, al cui interno  è affrescata una “Dance of Death” alta 2 metri e lunga 22.

mercoledì 25 luglio 2012

E Dio disse a Caino...

Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra. Cos’hanno in comune un passo della Genesi, un film western e il presente blog che, almeno così si direbbe, rappresenta una piccola antologia del gotico? Ebbene sì, ci voleva una calda notte di luglio perchè Obsidian Mirror, dopo un attento esame di coscienza, decidesse di tornare a solcare il suo percorso originale. Sto parlando del gotico, ovviamente, che ormai da un anno abbondante viene citato là in cima, nel sottotitolo del blog, ma che per un motivo o per l’altro non ha vantato che poche sporadiche apparizioni da queste parti. E’ ora quindi di porre rimedio a questa lacuna e iniziare a parlare un po’ di gotico. Da che parte iniziare, però? La risposta è semplice: dal cinema italiano di genere, quello che ormai da anni rappresenta un buon 80% della mia ormai vasta collezione di DVD. Ma parafrasando la domanda iniziale: qual è il comun denominatore tra Genesi, western e gotico? In una sola parola: Antonio Margheriti, in arte Anthony M. Dawson. Tra i più grandi maestri del cinema di genere non si può non citare Margheriti, tra i suoi contemporanei secondo forse solo a Mario Bava, ma senz’altro di tutti il più eclettico, in grado di spaziare dal western all’horror, dalla fantascienza al poliziottesco, senza batter ciglio. “E Dio disse a Caino“ (Satan Der Rache) è un esempio pressoché unico di “western-gotico”, per alcuni una sorta di contaminazione di generi, ma più probabilmente una perfetta miscela tra due atmosfere diametralmente (in questo caso, solo apparentemente) opposte.
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