Se lo zombi appartiene alla fantascienza e al folclore, il cannibale appartiene invece, oltre che al mito, alla storia e alla cronaca. Accanto a miti come quelli di Crono e di Medea, a fiabe su streghe antropofaghe (per esempio Hansel e Gretel), al racconto allegorico di Dante sul Conte Ugolino della Gherardesca, destinato a divorare in eterno la testa dell'arcivescovo Ruggieri, abbiamo infatti i celebri racconti del conquistatore spagnolo Cortés e dei suoi uomini sulle tradizioni cannibali che degli aztechi. Presso gli aztechi il sacrificio di esseri umani era solitamente seguito dal consumo del corpo delle vittime, spesso prigionieri di guerra o schiavi, o di alcune sue parti: i corpi venivano fatti ruzzolare giù dai gradini delle piramidi, trasportati nei templi, smembrati e suddivisi per essere divorati. Il rituale serviva a uno scopo ben preciso, doveva essere cruento e prevedeva lo spargimento di sangue, che veniva raccolto e bevuto. Naturalmente, il sacrificio di esseri umani, prima del sorgere delle religioni di stato, era praticato in gran parte del mondo, inclusi Egitto e Africa sub-sahariana, Medio Oriente, sudest asiatico, Cina, India e Europa; tuttavia, non ci sono evidenze di feste retributive in queste lande, dove i prigionieri venivano sì sacrificati ritualmente, ma raramente venivano mangiati, se non dagli iniziati ai riti misterici.