lunedì 29 novembre 2021

Unholy women #1: Rattle Rattle

Erano anni che giravo intorno alla questione se parlare o meno, sul blog, di Kowai Onna (コワイ女), un interessante esempio di moderno horror giapponese il cui titolo si potrebbe tradurre, a beneficio di chi ama la precisione, come "Donne terrificanti". Nella realtà la traduzione scelta per il mercato internazionale, che al momento, se non mi è sfuggito qualcosa, si limita a una sola apparizione in DVD per il mercato tedesco, è decisamente meno banale. Mi viene anzi da dire che "Unholy Women" (donne infelici) sia in grado di centrare meglio il punto in quanto, come credo di aver ripetuto mille altre volte parlando di horror giapponesi, all'origine del perturbante c'è sempre il dolore. Kayako e Sadako, le iconiche protagoniste di Ju-On e Ring rispettivamente, sono forse l'esempio più facile da individuare nella sterminata produzione giapponese (e non parlo solo di cinema). Abbiamo avuto modo di conoscere assieme, qualche anno fa, la leggenda da cui ebbe origine la seconda delle due e non credo serva dilungarsi ancora oggi sull'argomento, sebbene la "creatura" (non so davvero come altro chiamarla) del primo episodio di "Unholy Women" esteticamente richiami proprio quel genere di J-horror.

martedì 23 novembre 2021

Da donna a strega: lacrime e sangue (Pt.7)

James Jacques Joseph Tissot, The Scapegoat
Illustration for 'The Life of Christ', c.1886-94
L'INTRODUZIONE SI TROVA QUI
LA 1' PARTE DI LACRIME E SANGUE QUI

Il significato forse più evidente dell’uccisione rituale è quello espiatorio, o quantomeno questa è la prima, logica riflessione che può venire alla mente in una società, come la nostra, in cui il sentimento religioso si esprime tramite lo svelamento (confessione) del peccato e la riparazione. Meno immediato viene chiedersi in che modo il sacrificio di un singolo possa espiare le colpe della collettività, ma se avete letto fino a qui la risposta è piuttosto scontata: davanti a una simile esigenza, l'umanità si rivolse alla magia per trovare una soluzione. Per la legge del contagio è possibile trasferire le proprie malattie o le proprie colpe a un oggetto, e di conseguenza al primo che lo toccherà o comunque che ne verrà in contatto. Quando c’era la necessità di una purificazione o espiazione collettiva, gli antichi sacrificavano un animale-totem, che assurgeva a ricettacolo di tutte le colpe e le disgrazie della comunità e, morendo, le portava via con sé, ma in un certo periodo della storia è probabile che la vittima fosse umana. Se il re doveva morire prima di essere corrotto dalla vecchiaia, scaricare sul suo capo il peso dei peccati della comunità che rappresentava aveva un suo senso. 

mercoledì 17 novembre 2021

Il segreto del ventriloquio

Noi Ventriloqui Maggiori siamo accoliti del Ventriloquo Definitivo. Noi Ventriloqui Maggiori siamo catatonici, svuotati delle illusioni dell'individualità e dell'identità. Noi Ventriloqui Maggiori non agiamo più in alcun modo fisico. (Jon Padgett)

Arrivare in ritardo è sempre stata una delle caratteristiche salienti di questo blog. Quasi una “feature”, sebbene poco invidiabile. Ciò avviene non tanto perché tendo a non accorgermi di quel che mi succede attorno, bensì per quella proverbiale pigrizia che è la causa del trascorrere di intere ere geologiche tra il materializzarsi di un’idea e la sua realizzazione. Con il post di oggi riesco a battere addirittura due record, uno opposto all’altro: l’eccessivo anticipo e l’eccessivo ritardo. Come si spiega questa singolarità è presto detto: parlo di “eccessivo anticipo” perché ho comprato e letto “The secret of Ventriloquism” (Dunhams Manor Press) di Jon Padgett in inglese all’inizio dell’anno, poche settimane prima che i tipi delle Edizioni Hypnos se ne uscissero con l’annuncio dell’acquisizione dei diritti dell’opera e della conseguente traduzione; parlo di “eccessivo ritardo” perché tecnicamente avrei avuto mesi di tempo a disposizione per mettermi a scrivere questo articolo e arrivare a pubblicarlo in sincrono con l’uscita nelle librerie dell’antologia dell’autore americano, avvenuta lo scorso giugno. 

giovedì 11 novembre 2021

Da donna a strega: lacrime e sangue (Pt.6)

Prefiche su un frammento ceramico attico
535–525 a.C. circa
L'INTRODUZIONE SI TROVA QUI
LA 1' PARTE DI LACRIME E SANGUE QUI

Abbiamo visto in precedenza che i Greci adoravano Adone e le feste a lui dedicate si tenevano ogni anno, e anche se le cerimonie potevano variare da un luogo all’altro, le lamentazioni erano una costante. Le donne, in particolare, preparavano effigi del dio morto e al culmine delle celebrazioni le trasportavano fino al luogo della finta sepoltura tra sonori pianti e gemiti, e infine le gettavano in mare o in una sorgente. Talvolta il giorno dopo si celebrava il ritorno del dio alla vita, ma più spesso questo avvenimento era sottinteso. 
Nel culto trieterico dedicato a Dioniso ctonio il dio era assente dalla terra per dodici mesi, un tema che in origine non esisteva. In quel periodo gruppi di donne (o, in tempi più tardi, cantori e musicanti) lo celebravano con inni, poi gli dedicavano invocazioni e lamentazioni al suono delle trombe per sollecitare il suo aspetto vitale e risvegliarlo, dopodiché il dio era di nuovo presente fra loro, incarnato in un corpo umano. Ad Atene c’erano invece delle feste annuali a lui dedicate che prevedevano sacrifici animali. 

venerdì 5 novembre 2021

Making of... La casa blu

Due anni fa, quando uscì il tanto celebrato "Mirror Midnight", ci misi ben tre mesi a pubblicare il "making of" del cortometraggio. Le vicende della vita, forse lo ricorderete, mi costrinsero a mettere in pausa il blog solo poche ore dopo Halloween, con tutte le conseguenze e i ritardi del caso. Quest'anno sorprese non dovrebbero essercene, almeno nell'immediato, e il blog procede il suo naturale cammino fregandosene di ogni superstizione e propone oggi stesso la seconda parte dell'intervista con il regista Luigi Parisi.
L'argomento è ovviamente "La casa blu", il nuovo horror uscito in anteprima, come da tradizione, proprio nella notte di Halloween. Se lo avete perso è questo il momento giusto per recuperarlo (viceversa sarete a rischio spoiler), per cui vi rimando senza indugio alla sua visione. Se invece lo avete già visto ad Halloween sarete senz'altro curiosi di saperne di più, per cui questo è decisamente il posto giusto per dare un'occhiata dietro le quinte della produzione de "La casa blu". 
Da parte mia posso solo dire che, a parte "Mirror Midnight", per il quale ho un evidente conflitto di interessi, ho trovato "La casa blu" il punto più alto della produzione horror di Luigi Parisi, un lavoro che, in estrema sintesi, forse anche grazie a un minutaggio di più ampio respiro, offre allo spettatore quanto di meglio Luigi sia stato capace di realizzare nei suoi lavori precedenti. 
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