Che ci crediate o meno, il progetto Orizzonti del Reale non è nato per parlare di religione – non in senso stretto, almeno. Non è nato neppure per parlare di John Marco Allegro, che tuttavia lo ha monopolizzato per un bel pezzo. Volendo ora affrontare quella che chiamerò la “questione femminile”, ovvero il ruolo della donna nella pratica religiosa e più in generale nella società, credo quindi che sia giusto aprire un percorso contiguo ma parallelo. Un percorso che costituisce l’ideale punto di partenza per parlare di streghe, un argomento che non ho mai affrontato prima se non a spizzichi e bocconi.
Vi chiederete forse in che modo le due cose siano collegate. Ebbene, è presto detto: negli ultimi anni, qui sul blog, ho sfiorato quel discorso molte volte, non ultima in occasione dell’ultimo speciale di aprile e la sua incursione in folclore e tradizioni così legati alla dimensione magica come quelli tailandesi. Mi mancava però la voglia di fare di più, dato che molti altri blog lo avevano già fatto e data la vastità e complessità della materia. Il saggio di Allegro mi ha però fornito lo stimolo decisivo (oltre che nuovi spunti) per questa riflessione, e infatti posso dire che il nucleo del post odierno sia nato proprio mentre scrivevo questa parte di OdR.
Il ruolo marginale della donna nel culto è forse l'unico punto su cui le tre grandi religioni monoteistiche sembrano essere in totale accordo. Questa banale constatazione è però solo la punta dell’iceberg: il quadro si completa constatando che la donna ha quasi ovunque uno scarso peso nella società, o comunque minore rispetto all’uomo, e rammentando una lunga serie di pratiche aberranti mascherate da tradizioni irrinunciabili (oppure modi di tutelare l’incolumità e l’onorabilità della donna) che ancora sopravvivono in molte parti del mondo, non solo nelle società tribali.
In India il Sati, la pratica funeraria derivata dall'omonima divinità che prevedeva di ardere vive le mogli assieme alle spoglie dei mariti defunti, è resistito in pratica fino al ventesimo secolo; in Africa sopravvivono l'infibulazione e l'altrettanto orribile pratica del breast ironing; e così via. Non ne faccio però una questione geografica: in Occidente non siamo messi molto meglio, benché le tutele dal punto di vista normativo siano maggiori. Se si eccettua il fenomeno della violenza, specie domestica, sulle donne, da noi la battaglia si combatte soprattutto sul terreno dei diritti civili e delle opportunità, come l’annosa diatriba sulle quote rosa. La questione è però più profonda, riguarda il nostro sentire, la nostra cultura, o perlomeno quella della metà dell’umanità che legittima la propria egemonia sulla base di un passato del quale in realtà si sa ancora troppo poco, e che vari indizi ci dicono essere stato occultato e travisato più volte.
Benjamin Christensen, Häxan, 1922 |
In generale se da un lato si impone (il velo, per esempio), dall’altro si nega (il sacerdozio, ma non solo). Non è sufficiente tirare in ballo il retaggio culturale: bisogna scavare nel substrato della materia e cercare di trovare una ragione all’attuale stato di cose. Un primo passo da fare per combattere i pregiudizi e contribuire a cambiare le cose.
Com’è noto, in tempi remoti esistette un clero femminile. Esemplificativo è il caso egizio: su documenti risalenti a un’epoca molto antica figuravano nomi femminili nel clero, ma successivamente questi scomparvero, sostituiti da nomi maschili. Col passare del tempo, il ruolo della donna si ridusse a cantare nel tempio. Parlando invece di mitologia e soprattutto di quello che è il nostro principale riferimento, ovvero il mondo classico, la situazione è altrettanto sconcertante. Per dirla con Feuerbach, non è Dio ad aver creato l’uomo ma l’uomo ad aver creato Dio, e la riprova è che quelle greche sono in tutto e per tutto divinità antropomorfe; ma se i potenti e saggi dèi sono spesso anche iracondi e lussuriosi, le dee sono dipinte come cattive, volubili, invidiose e vanitose, sembrano cioè incarnare più i difetti che le virtù umane e in particolare i peggiori, tipici attributi affibbiati al genere femminile: basti pensare che, secondo la tradizione, la guerra di Troia fu indirettamente causata da una contesa tra Era, Atena e Afrodite, ognuna delle quali ambiva al titolo di dea più bella dell’Olimpo.
Eppure, certamente esistettero delle divinità pre-elleniche femminili, che in seguito vennero soppiantate da altre dalle caratteristiche non proprio edificanti. Esse simboleggiavano la creazione e il rinnovamento della vita e, cosa non meno importante, erano depositarie di saggezza, e mai avrebbero messo in moto una serie di eventi catastrofici per motivi tanto futili.
Non mi infilerò nella diatriba che riguarda il culto della Grande Madre, perché la sua esistenza è ancora dibattuta e forse non si tratta che di un’idea astratta nella quale si è cercato di far confluire culti eterogenei aventi per oggetto divinità femminili diverse. Allo stesso tempo, anche se i ritrovamenti di immagini sacre femminili non fossero così numerosi, non è possibile negare il fatto che la presenza di figure femminili nel folclore, quasi identiche nel nome e nelle connotazioni, non può essere casuale ed è un probabile retaggio di quegli antichi culti. Diciamo che se d’ora in avanti mi capiterà di utilizzare questa espressione sarà per semplificare dei concetti più complessi, oppure per riallacciarmi a quelle teorie che proprio a una Grande Madre universale fanno riferimento.
Pieter Paul Rubens, Il guidizio di Paride, 1638, olio su tavola |
Un altro grande viaggio da affrontare insieme: splendido! ^_^
RispondiEliminaE sono curiosissimo di scoprire cos'hai in serbo su questo nuovo tema.
Grazie! ^_^ Sarà dura riuscire a sorprenderti, ma ci proverò. XD
EliminaArgomento interessante e spinoso, vedremo se il mio punto di vista di maschilista sciovinista potrà renderlo più pepato :-D
RispondiEliminaCaro Ariano, almeno in una fase iniziale il discorso verterà soprattutto su folclore e mitologia. Sono proprio curioso di scoprire il tuo punto di vista maschilista in proposito!! ^_^
EliminaUhm, mi sa che i nostri percorsi continueranno a incrociarsi, sebbene il mio nuovo post sulle Madri latiterà ancora per qualche settimana.
RispondiEliminaComunque, Atena promise a Paride sapienza e abilità nella guerra, Era gli promise ricchezze e potere, mentre Afrodite gli promise la donna più bella. Insomma, non c'era storia ;-)
Sì, ci incroceremo ancora, penso :-D
EliminaMa il significato che l'autore di quel racconto voleva trasmettere potrebbe essere proprio questo: le donne portano guai! ^_^
In realtà il buon Euripide alla fine ci svela il trucco. All'apparenza la colpa è delle donne, ma guardando più a fondo è degli uomini. E' Apollo la causa prima della pazzia di Oreste e Zeus la causa prima della guerra di Troia. Elena se ne stava tranquilla in Egitto mentre Achei e troiani si scannavano per il suo eidolon, cioè un fantasma o simulacro. Insomma, con il mito bisogna andarci cauti, le cose non sono mai come sembrano.
EliminaCertamente… ma, in termini di percezioni quel che resta di tutto ciò all’uomo medio (che non legge Euripide :D) è che le donne sono vanitose e portano guai ^_^
EliminaIndiscutibilevolissimevolmente ;-)
EliminaOra è chiaro (tu sai a che mi riferisco :D) *__* Ti seguirò con grandissimo interesse!
RispondiEliminaDa quando mi sono accorto che anche tu stavi affrontando questo argomento, cara Glò, ti confesso che ho pensato a lungo a come far incrociare i nostri percorsi ma, come nel caso di Ivano, non ne sono venuto a capo. Anche perché l'ossatura di questi post esiste già da tempo (anche se poi modificherò/limerò fino all'ultimo come al solito). Però se a te viene in mente qualcosa, fammelo sapere ;-)
EliminaAvevo letto alcuni post iniziali del filone Orizzonte del Reale, ma dovrei riprenderli da dove mi sono interrotta.
RispondiEliminaInutile dirti che questo approfondimento sulla figura delle streghe suscita in me curiosità ed entusiasmo. Sul fatto delle donne sacerdote, è vero quello che dici. Pare che anche nei primi tempi del cristianesimo ve ne fossero!
Addirittura entusiasmo!! Grazie mille, spero che il seguito non ti deluda. E non ti preoccupare: anche se ci sono alcuni punti in comune, in realtà questi argomenti e quelli di Orizzonti del Reale si sfiorano appena, quindi volendo è possibile leggere gli uni e non gli altri :-D
EliminaDunque streghe... uhmmm, mi sa che sarò fra i lettori dei post.
RispondiEliminaOk, va bene, allora ti aspetto! ^_^
Elimina