domenica 10 settembre 2017

Traditi dalla fretta #4

Sono già trascorse un paio di settimane dal giorno in cui il blog si è destato dal suo interminabile letargo estivo, e ancora sono qua a cercare di mettere insieme i tasselli di questo dannato puzzle. Immagino abbiate capito cosa intendo, no? È un po' come risvegliarsi da un lungo sonno criogenico: occorre provare a recuperare ciò che si è perso, capire cosa ci è rimasto di utilizzabile nella nuova avventura e identificare ciò di cui ci si può anche disfare.
Se il tempo me lo consentisse potrei mettermi a scrivere pagine su pagine e pubblicare almeno un post al giorno per i prossimi tre mesi, ma il mondo sul quale si sono posati i miei occhi appena riaperti è quello reale, fatto di cose reali e di impegni reali.
Non vi tedierò tuttavia con i miei soliti lamenti autunnali: per quelli è stata creata apposta la nuova rubrica "Confessioni di una maschera", di cui avete già scoperto il "numero zero"... Oddio, forse non è una bella mossa di marketing quella di presentare in questo modo una nuova rubrica, ma io sono fatto così, per cui fate finta di niente.
In tutto questo bisogna però andare avanti e quale miglior momento, quindi, per uscire con una nuova puntata di "Traditi dalla fretta"? A beneficio di coloro che non sanno ancora di cosa si tratta, posso semplificare il tutto dicendo che questa rubrica è una sorta di nodo al fazzoletto digitale: nella pratica è la macchina del tempo che io utilizzo per recuperare il tempo perduto. L'idea di base l'ho ampiamente descritta nel "numero zero" introduttivo, mentre la sua intelaiatura l'ho illustrata nel "numero uno". Non ci resta che procedere.

Uno speciale che non viene aggiornato da tempo ma che dovrebbe riprendere a breve
KAIDAN

Come accennavo qualche giorno fa nel post del rientro, occorre mettere ordine nei progetti in essere, facendo in modo che a ognuno di essi venga garantita un'attenzione superiore al passato. Andando a ritroso nel blog, mi sono reso conto che è ormai quasi un anno che il progetto Kaidan riposa in naftalina. Non è nemmeno la prima volta che un ritardo di tali proporzioni si verifica sul blog: tempo fa un'attesa altrettanto lunga era toccata agli Yellow Mythos. La novità è che tutto questo, grazie alla nuova organizzazione del blog, non dovrebbe più accadere.
Un nuovo capitolo di Kaidan è quindi obiettivo prioritario e, a meno di avvenimenti clamorosi come un attacco alieno, una sua apparizione avverrà entro la fine di questo mese di settembre. A beneficio di chi non conosce (o non ricorda) la logica di questa iniziativa, riporto qui di seguito un breve ripasso, rimandandovi successivamente alla pagina statica per l'elenco dei post finora pubblicati.
In Giappone, durante il periodo Edo (1603-1868) il termine Kaidan si diffuse attraverso un gioco popolare chiamato Hyakumonogatari Kaidankai (百物語怪談会), termine che significherebbe più o meno “Cento storie del mistero” o, nel suo significato esteso, “Raduno di persone che si raccontano cento storie del mistero”. I partecipanti, a turno, devono raccontarsi cento storie di fantasmi nella consapevolezza che, al termine del gioco, una porta sull’aldilà si può spalancare, consentendo a uno spettro di ritornare dalla morte e fare la sua comparsa tra i vivi. Le regole del gioco sono molto semplici: all’inizio è necessario accendere cento candele, posarle a terra a formare uno o più cerchi e sedersi tutt’attorno. Una volta che il primo narratore avrà concluso la sua storia, una delle candele verrà spenta. A mano a mano che i racconti vengono portati a termine una nuova candela viene smorzata lasciando l’ambiente, un po’ alla volta, sempre più nell’oscurità. Quando il centesimo racconto sarà terminato e l’ultima candela sarà spenta…

Musica, mostre, spettacoli, eventi, concorsi
STRANIMONDI 2017

Sembra ieri il giorno che pubblicai un articolo sulla rassegna ottobrina Stranimondi. Furono parole buttate giù senza grandi pretese, semplicemente l'opinione di un tizio che, tra un impegno e l'altro, al "festival del libro fantastico" aveva dedicato giusto un paio d'ore.
Un paio d'ore che però diventano quattro se ci aggiungiamo quelle che spesi nell'edizione dell'anno precedente.
La terza edizione di Stranimondi è ormai dietro l'angolo e questa volta è mia intenzione fare in modo che quelle ore possano bruscamente moltiplicarsi, attraverso la partecipazione a presentazioni librarie o, se il calendario me lo consente, alle numerose conferenze e dibattiti.
C'è sempre lo spettro di una trasferta di lavoro che potrebbe per me materializzarsi proprio in quel weekend, ma diciamo che è ancora piuttosto vaga come ipotesi.
Ma bando alle ciance: che cos'è Stranimondi? È il Festival del Libro weird, fantastico e di fantascienza che avremo a Milano il 14 e 15 ottobre 2017. In primo luogo è un'imperdibile mostra-mercato dell'editoria di genere dove, oltre alle novità più recenti, è possibile riportare alla luce chicche che nemmeno nelle bancarelle dell'usato dei vostri sogni più erotici potete sognare di trovare. In secondo luogo Stranimondi è una serie di presentazioni, dibattiti, incontri con gli Autori, esposizioni di arte fantastica e, non meno importante, l'occasione per incontrare gli amici con i quali si ha un rapporto remoto per gran parte dell'anno. Concedetemi giusto un paio di link prima di chiudere: quello del sito ufficiale e quello della campagna di crowdfunding, con ricchi premi e cotillon. Ci vediamo a Milano, presso la UESM di via Sant'Uguzzone, 8 (MM1 Villa S. Giovanni).

Articoli sui blog degli altri che meritano attenzione
MARLOWE VS PHANTOM

Una grande lezione di storia del fumetto, offerta gentilmente da Ivano Landi, è stata la sorpresa di questo ultimo scorcio di stagione. Ospite d'eccezione sul blog dell'estrusco, Ivano ha saputo spendere al meglio la sua abissale conoscenza in materia con una serie di post-intervista in grado di far (ri)piombare il lettore in un mondo affascinante oggi sempre meno valorizzato.
"Tra i tanti piccoli avvenimenti che hanno caratterizzato questa mia tutt'altro che inattiva estate" - riferisce Ivano - "si è insinuata, molto gradita, anche la richiesta da parte del noto e attivissimo blogger Lucius Etruscus di sottopormi una serie di 11 (undici) domande sul fumetto. Un vero invito a nozze per me. Leggerete, beninteso, del mio personale rapporto con la nona arte, sebbene non mi sia astenuto dall'esporre, ogni volta che lo reputavo utile, una serie di dati oggettivi, che mi auguro potranno interessare anche chi ha gusti diversi dai miei. Mi pare, del resto, che lo stesso Lucius abbia voluto sottolineare con divertimento questa caratteristica dell'intervista, facendomi indossare i panni di uno dei miei personaggi preferiti, The Phantom, e battagliare con il suo Marlowe, che se interpreto bene impersona, per l'occasione, l'Etrusco con i suoi personali gusti in materia."
L'intervista "Marlowe Vs Phantom", suddivisa in cinque parti, inizia qui. Da qualche parte sul blog ospitante troverete anche i link per proseguire nella lettura.

Articoli sui blog degli altri che meritano attenzione
GOD SAVE THE QUEEN

Altro momento di superbo blogging ci è stato regalato da un altro personaggio che notoriamente di conoscenza di fumetti ne ha da vendere. In questo caso, sorprendentemente (ma nemmeno troppo), il mitico Orlando Furioso del blog Fumetti di carta ha però messo un attimo da parte il tema principale del suo blog per condividere con noi, quarant'anni dopo i fatti, la sua passione per il movimento punk, inteso come genere musicale ma non in senso stretto.
Attraverso una serie di post che amalgamano perfettamente vita privata, vita on-the-road e contesto storico, Orlando è riuscito a dipingere in maniera egregia il ritratto di un mondo il cui ricordo si sta affievolendo.
Dal canto mio posso solo dire di non aver mai conosciuto il punk se non, come credo sia capitato a molti, attraverso i dischi dei Clash o attraverso le vicende musicali e giudiziarie dei Sex Pistols. Diciamo che se non altro questa è un'ottima occasione per recuperare il tempo perduto.
"Avevo 17 anni ancora da compiere e ascoltavo tantissima musica, come avevo sempre fatto dacché ne avevo memoria, sempre, tutto il giorno e tutti i giorni. I miei genitori vedevano il loro strano figlio sempre chiuso in camera, appiccicato al giradischi (mono) a rovinarsi le orecchie. Immagino si preoccupassero. Avevo sempre per le mani tantissimi libri, ma proprio mai nessuno di essi riguardava i programmi scolastici, lo studio... Leggevo anche tante riviste, riviste musicali di ogni tipo che mi facevo prestare o che, quando potevo, comperavo, riviste italiane - Ciao 2001, Gong, Muzak, Popster e altre - e anche straniere: di queste ultime all'epoca guardavo però solo le figure."... Il resto lo potete leggere partendo da qui.

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali
DRACULA IN ISTANBUL

Passiamo bruscamente al mondo dei libri per una segnalazione che ritengo di sicuro interesse per chi frequenta questo blog: la prima pubblicazione in lingua occidentale di uno sconosciuto testo turco che si ispira alle vicende del vampiro più celebre della letteratura.
Si tratta di "Kazıklı Voyvoda", oggi tradotto come "Dracula in Istanbul" e completato da un sottotitolo piuttosto rivelatore che lo definisce come una "versione non autorizzata" del celebre classico di Bram Stoker.
Il punto interessante è proprio questo: Kazıklı Voyvoda fu letteralmente un clamoroso caso di plagio perpetrato nel 1928 dal poeta e scrittore turco Ali Rıza Seyfioğlu, il quale si appropriò del testo originale, lo tradusse tagliando le parti a suo parere meno interessanti e integrando nuovi avvenimenti. L'ambientazione venne spostata da Londra a Istanbul e i molti riferimenti al Cristianesimo vennero sostituiti con altri più appropriati alla cultura islamica.
Seyfioğlu spacciò quindi il suo testo come un'opera originale e lo pubblicò con il titolo Kazıklı Voyvoda, letteralmente "Il principe impalatore", titolo che identifica senza ombra di dubbio (e per la prima volta) il principe delle tenebre con la controversa figura di Vlad III di Valacchia. Non mancano di conseguenza nel testo ampie descrizioni delle atrocità che il vampiro impalatore compì ai danni delle innocenti popolazioni turche. Un testo, al di là delle premesse che abbiamo fatto, il cui valore letterario è indiscutibile, e che per la prima volta vede la luce, con novant'anni di ritardo, oltre i confini del suo paese d'origine.
In uscita il 13 settembre per merito della casa editrice Neon Harbor in un'edizione arricchita da rarissime fotografie del film Drakula İstanbul’da, girato nel 1953 sulla base del testo "pirata". Maggiori informazioni sul sito ufficiale.

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali
LA STORIA SEGRETA DI LORD BYRON

Lord Byron nasconde un segreto immortale. Rebecca discendente del grande poeta maledetto, ne insegue le memorie scomparse e finirà per trovare una verità fantastica e terribile. Tom Holland scava nella leggenda del vampiro per raccontarci una storia difficile da dimenticare.
Rimanendo in tema vampirico, facciamo un salto indietro nel tempo fino a rievocare quella famosa notte del 16 giugno 1816 a Villa Diodati, sul lago di Ginevra, dove un gruppo di letterati tra cui Lord Byron, Mary Shelley e John Polidori diedero vita a una "scommessa" letteraria: ognuno di loro avrebbe dovuto scrivere un racconto gotico da leggere e confrontare nelle notti successive. Naquero così "Frankenstein" di Mary Shelley, "Il vampiro" di John Polidori e "La sepoltura" di Lord Byron, opere che gettarono le basi del romanzo gotico moderno.
Il romanzo sul quale invece spenderò oggi due parole è firmato da Tom Holland, scrittore e storico inglese specializzato in storia classica e medievale, e immagina un Lord Byron vampiro.
Non è certo la prima volta che la narrativa, specie quella più recente, sottrae personaggi alla storia e li catapulta tra le pagine immaginarie di un romanzo. Il punto di forza di questo "Il vampiro", datato 2010 (quindi non esattamente una novità), è però quello di aver scelto una figura ambigua come quella di Lord Byron, la cui biografia resta ancor oggi in gran parte un mistero.
Tom Holland ci getta a capofitto nella vita del poeta britannico, riferendo aneddoti reali e arricchendo il tutto con la propria immaginazione. A posteriori, considerate tutte le accuse che vennero fatte a Lord Byron in vita (incesto, sodomia), c'è da chiedersi quale ritratto del poeta sia il più generoso nei suoi confronti. La risposta è forse, nel catalogo Tre Editori.

16 commenti:

  1. Wow! Quanta carne al fuoco! Naturalmente posso solo ringraziarti per le lodi sperticate che hai riservato all'iniziativa dell'Etrusco che mi vede coinvolto e condivido anche l'interesse per i post di Orlando, sebbene da un certo punto in poi io abbia perso la Trebisonda. Non certo per colpa dell'ottimo blogger appena citato, ma perché il mio interesse per il punk è stato brevissimo e limitato ai Sex Pistols, di cui ho vissuto in diretta ascesa e caduta. Tutto il resto è terra straniera in cui ho navigato senza bussola.
    L'apocrifo turco sembra davvero imperdibile, mentre la vita di Lord Byron è già fin troppo interessante di per sé per aggiungervi altro (imho). Sarei curioso, a questo proposito, di sapere se hai letto ne "La città vampira" il trattamento che Paul Féval ha riservato ad Ann Radcliffe.

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    1. Non ho ancora letto "La città vampira" ma è in buona posizione nella mia lista di letture prossime venture. Nonostante avessi già letto (e recensito, come sai) sia "La cerimonia" che "Il villaggio nero" non ho resistito alla tentazione di accaparrarmi dell'ultimo (in tutti i sensi) Urania Horror.
      L'apocrifo turco per il momento lo tengo d'occhio, ma le possibilità che finisca nella mia libreria sono però altissime.

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    2. Ricordo bene la tua recensione de "Il villaggio nero" ma non sapevo, o non ricordavo, che avevi recensito anche "La cerimonia". Sono a venti pagine dalla fine e finora mi ha preso molto. Dopo aver terminato la lettura cercherò la tua recensione per vedere se ne abbiamo tratto suggestioni analoghe o diverse.

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    3. Quella recensione l'avevi vista di sicuro e lo prova il commento che mi avevi lasciato. Sono impaziente ora di conoscere il tuo parere in proposito. Immagino a questo punto che tu abbia recuperato anche "Il villaggio nero"...

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    4. Ho terminato stamani "La cerimonia". Appena posso torno a rileggere la tua recensione. Grabinski, letto e gradito ;-)

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    5. Ho riletto la recensione e anche il mio commento alla stessa, in cui dicevo che difficilmente mi sarebbe capitato di poter leggere questo libro che pure mi attraeva. Ma sono stato preso alle spalle, e per colmo dei colmi, da un Urania Horror che ho comprato solo per gli altri due titoli, al punto che non ero neanche sicuro che "La cerimonia" lo avrei letto.
      E anch'io ho incontrato le stesse tue difficoltà con il prologo. In realtà, se non avessi sbirciato oltre e visto che poi si passava ai tempi moderni avrei mollato tutto lì e mi sarei detto che avevo pensato giusto a non volerlo leggere. Meno male che è andata diversamente e che posso dire di essermi ritrovato a leggere un vero gioiello dell'horror moderno. Mi è piaciuto anche di più del già ottimo "Il canto di Kali" di Dan Simmons, che ho letto poco prima dell'estate e in qualche modo gli si può accostare.

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    6. ...e tra l'altro lo stile narrativo che alterna passato, presente e futuro (credo ci sia anche un termine per definirlo) mi piace tantissimo. Ho notato che è uno stile che si usa spesso ultimamente (Gillian Flynn ne ha fatto praticamente un suo marchio di fabbrica).
      Hai visto il destino? Se non fosse stato per quell'Urania...

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    7. Non ricordo neanche io come si chiami questo modo di scrivere ad alternanza temporale, anche se lo sto usando (nella blog novel).
      Comunque quello de "La cerimonia" si sviluppa su quattro diversi piani: passato remotissimo (primo capitolo), passato remoto (1958), passato un po' meno remoto (1980), presente (anno di scrittura del libro).

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  2. Onorato di essere finito nelle splendide citazioni di questo post: tra fantasmi giapponesi, punk, Dracula e Lord Byron diciamo che sono la pecora nera! :-D
    Scherzi a parte, Ivano è stato generoso e appassionato, due aggettivi che raramente dimostrano gli intervistati, quindi non posso che ringraziarlo per il bellissimo viaggio. (Che quanto prima dovremo continuare ^_^)

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    1. La tua ultima frase tra parentesi la considero come un promessa, allora. Una replica dello scontro tra Marlowe e l'inossidabile Ivano è quanto di meglio si possa sperare!

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  3. Tanta roba davvero. Io, per la mia ben nota nippofilia, sono particolarmente interessato ai nuovi post sul kaidan.

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    1. Ci sto già lavorando, non preoccuparti. Quella che è appena cominciata sarà una grande stagione di fantasmi giapponesi!

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  4. Sono davvero, davvero onorato della tua gentilissima segnalazione e te ne ringrazio di cuore.
    Io pensavo che quella specie di "diario punk" avrebbe annoiato chiunque e invece Qualcuno l'ha apprezzato. Grazie!
    Il tuo blog, sempre ricchissimo, per me è un appuntamento irrinunciabile e se commento poco è solo per la mia abissale ignoranza e/o perché non mi viene niente di interessante da dire. Ma ci tengo a farti sapere che non mi perdo un solo post!
    Un salutone e a presto.

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    1. Non esistono abissi di ignoranza. Esistono solo cose che ci vengono bene e altre che ci vengono meno bene. Tu mi hai più volte aperto mondi a me sconosciuti... e il punk è solo l'ultimo in ordine cronologico. La menzione (e un ringraziamento) è assolutamente necessaria.

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  5. Tra le proposte mi piace in particolare quella notte a Villa Diodati, di cui, ammetto, non sapevo nulla. Quanta insipienza devo colmare!
    Apprendo adesso di ciò che accadde, realtà o fantasia poco importa, è qualcosa di talmente particolare che si presterebbe a diventare un racconto per il teatro...

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    1. Le vicende di quella notte sul lago di Ginevra sono talmente affascinanti che non escludo siano state d'ispirazione a spettacoli teatrali, oltre che a centinaia di racconti e romanzi. Se così non fosse.. beh.. ti ho dato un'idea! ^_^

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