giovedì 20 dicembre 2018

Piccolo pippone natalizio

La Pierina in una sua classica posa natalizia
(che non è molto diversa da quella estiva)
Manca poco, pochissimo, e poi anche questo 2018 sarà praticamente archiviato. Questo che state leggendo è l'ultimo post dell'anno, dopodiché mi prenderò un paio di settimane di silenzio web e... 
E niente, vedremo di essere presenti ancora una volta nel 2019, con rinnovata energia, quella che di questi tempi è stata piuttosto carente, nonostante le apparenze possano aver indicato il contrario. Anche se forse non l'ho dato a vedere, mai come quest'anno è stata una dura impresa arrivare senza grossi intoppi alla vigilia di Natale. Il blog, come sapete, è rimasto chiuso a lungo per via di quel trasloco di cui vi ho praticamente fatto la telecronaca in diretta: nei mesi in cui invece il blog è riuscito a procedere, apparentemente senza sosta, sui suoi binari classici, è stato spesso grazie ai preziosi contributi di collaboratori esterni. Colgo quindi l'occasione per ringraziare quanti si sono prodigati per impedire a Obsidian Mirror di sparire per un tempo ancora più lungo. Non sto a citare dei nomi in particolare perché ogni singolo, piccolo, contributo ha avuto il suo positivo effetto sul risultato complessivo.
Termino il 2018 con lo stesso numero di articoli pubblicati nell'anno precedente e credo di poter definire ciò un grande successo, tanto grande quanto insperato. Nel gettare uno sguardo all'anno che sta per iniziare, mi pongo come obiettivo quello di tornare a crescere, invertendo quella tendenza negativa, che si ripete ormai da tre anni, che ha visto il blog aggiornarsi sempre meno frequentemente.

venerdì 14 dicembre 2018

Orizzonti del reale (Pt.19)

Timothy Francis Leary (1920–1996)
LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Il suo primo “viaggio” fu per Leary come morire e poi rinascere. L’esperienza lo sconvolse al punto da convincerlo che l’LSD fosse la cura adatta a malattie che recenti scoperte scientifiche attribuivano ad alterazioni biochimiche, come la schizofrenia, una cura efficace per l’alcolismo, ma anche uno stimolo creativo e un mezzo per progredire nell’esperienza mistica. Occorre tenere a mente una cosa: Leary immaginava la società e i suoi prodotti (economia, politica, religione) come un grande organismo basato su stati di consapevolezza condivisi da tutti i suoi membri, i cui conflitti e difetti derivano da disfunzioni di origine neurologica, pertanto il progresso della società sarebbe stato possibile solo tramite il progresso mentale e spirituale dei singoli. In tal senso, sarebbe stato auspicabile somministrare l’acido a quante più persone possibile per guidarle sui sentieri della pace, dell’amore e dell’illuminazione. 
Si stima che il Progetto Psilocibina, che comprendeva ministri del culto, teologi e psicologi religiosi, tenne circa quattromila sedute con membri della Facoltà e volontari esterni, ma proprio perché aperto a tutti si attirò numerose critiche, in parte anche interne allo stesso movimento psichedelico. Nel tempo si creò una frattura con coloro, Huxley in testa, che pur essendo favorevoli all’uso terapeutico dell’acido come cura biochimica per la schizofrenia, ritenevano che il sentiero dell’illuminazione non potesse essere percorso da tutti, e perciò che l’LSD dovesse essere tenuto fuori dalla portata dalle masse.

sabato 8 dicembre 2018

Da donna a strega: retaggi

The golden bough, Wenzel Hollar, XVII sec.
L'INTRODUZIONE SI TROVA QUI

Nel suo famoso saggio “Il ramo d’oro”, James Frazer fornì moltissimi esempi di riti della prosperità europei concentrati in primavera e in estate con al centro lo spirito arboreo o un suo rappresentante.
Letta oggi la sua opera risulta piuttosto ostica, marcata com’è da una “sociologia cristiana” che accomuna tutto quanto avvenuto in passato sotto la definizione di primitivo e inferiore, e inoltre le sue fonti, quando citate, sono state spesso giudicate carenti...
Eppure, per quanto mi riguarda, girando un po' per l'Europa ho notato che oggi tracce del folclore descritto da Frazer sono ancora ben evidenti; soprattutto in Inghilterra, paese in cui la vita sociale ruotava attorno a eventi legati al mondo agricolo-pastorale e alla caccia, e in cui le feste popolari e le sagre sopravvissero pressoché invariate anche dopo l'avvento del Cristianesimo.
Quelli che abbiamo visto la volta scorsa sono generici accenni a riti basati sulla concezione di spiriti incorporati negli alberi e di spiriti slegati dal loro involucro arboreo e incarnati in un uomo o donna viventi, che diventavano a tutti gli effetti uomini-dèi. Curiosamente, oltre agli Sposi di maggio (Re/Regina, Cavaliere/Dama, eccetera), esisteva anche una tradizione dello sposo o della sposa abbandonato/a: durante il rituale, che prevedeva in genere di trascinare per il paese un fantoccio di foglie e paglia per poi gettarlo nell’acqua o nel fuoco; un ragazzo o una ragazza si buttavano a terra e vi si rotolavano fingendo di addormentarsi, per poi venire risvegliati. Una metafora della vegetazione che si addormenta d’inverno e si risveglia in primavera?

domenica 2 dicembre 2018

Orizzonti del reale (Pt.18)

Timothy Francis Leary (1920–1996)
LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Nel 1960 le nuove sostanze che permettevano l’espansione della coscienza furono classificate come psicopatomimetiche, perché si riteneva che potessero trasformare degli individui normali in psicopatici, o quantomeno indurli ad agire come tali. Per gli psichiatri sostanze come la mescalina e l’LSD erano degli strumenti tramite i quali era possibile manipolare le persone, aprire un varco tra le loro difese psicologiche e portare alla luce i loro sentimenti più nascosti. 
Leary non concordava affatto con questa visione delle cose, in base alla quale il vero io dell’uomo era fondamentalmente malato e non poteva esistere alcuna visione o rivelazione mistica, e definiva la letteratura psichiatrica “un moderno Inferno freudiano […] austero di angosce e di conflitti”. Fu per questo che, nell’ambito della sua ricerca, si attenne a regole molto particolari. Regole che egli stesso aveva stabilito, ma che qualcuno in seguito giudicò non molto ortodosse.
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