Molte cose non si dovrebbero profanare. Una di queste, molto semplicemente, è quella vecchia regola non scritta che fin dal giorno della sua nascita questo blog si è auto-dettato: la regola di non recensire cagate.
Vi state forse chiedendo come sia possibile mantenere fede a quella vecchia promessa e allo stesso tempo uscire con un'immagine come quella che ho postato qui a sinistra? La risposta è molto semplice: non tutte le cagate sono uguali, ci sono quelle attraverso le quali è possibile raccontare una storia e quelle fini a se stesse e che è meglio lasciar perdere.
Non c'è contraddizione, quindi, nel presentare oggi la recensione di un vecchio film che, solo apparentemente, appartiene alla seconda categoria. D'altra parte non sarebbe nemmeno la prima volta... nel senso che non sarebbe la prima volta che il sottoscritto riesce portare a casa una partita che pare persa in partenza.
Questo è uno di quei titoli, per inciso, che avrebbe potuto fare la sua porca figura su quel vecchio e defunto blog su cui scribacchiavo un tempo (ecco, quello sì che era un blog dove si alternavano cag.. ehm... recensioni di tutti i tipi), ma sono certo che alla fine non finirà per sfigurare nemmeno qui.