Mentre su New York calano le prime ombre della sera e qui su Milano calano i primi caldi afosi che mai a questo punto pensavamo potessero calare, "Traditi dalla fretta" torna nuovamente a reclamare il suo spazio. La scorsa volta, giusto un paio di mesi fa come da protocollo, decisi di mettere da parte le segnalazioni per fare qualche riflessione sul futuro di questo blog. Non vi tedierò ulteriormente con le mie seghe mentali, state tranquilli: in quelle avrò modo di coinvolgervi prossimamente, in occasione della pubblicazione del seicentesimo post del blog che ormai, quasi non mi sembra vero, è dietro l'angolo.
In questa tredicesima puntata della rubrica, un po' per bilanciare l'anomalia della dodicesima, mi dedicherò esclusivamente a mettere ordine fra i tanti appunti sparsi qui sul mio tavolo sotto forma di post-it virtuali. Non è per niente facile, ve lo assicuro, dover fare una selezione tra tutto quanto ho visto accadere dal mio angolino, ma se da qualche parte non inizio, da nessuna parte vado a finire. Provo a essere anche insolitamente breve in questa mia introduzione, più che altro perché sta scoccando la mezzanotte e quella dannata sveglia se ne starà buona per non più di altre sei ore. Non avete idea di quanto sia difficile tarpare un discorso sul nascere ben sapendo che le occasioni per riprendere il filo del discorso potrebbero non ripresentarsi. Avevo anche pensato di spendere due righe sul collega blogger scomparso tragicamente un mese fa... ma poi mi sono guardato dentro e quel che ho visto è stato un perfetto signor nessuno. Lascio ad altri, a chi lo aveva conosciuto davvero, il compito di onorarne la memoria. Io timidamente cedo il passo.
In questa tredicesima puntata della rubrica, un po' per bilanciare l'anomalia della dodicesima, mi dedicherò esclusivamente a mettere ordine fra i tanti appunti sparsi qui sul mio tavolo sotto forma di post-it virtuali. Non è per niente facile, ve lo assicuro, dover fare una selezione tra tutto quanto ho visto accadere dal mio angolino, ma se da qualche parte non inizio, da nessuna parte vado a finire. Provo a essere anche insolitamente breve in questa mia introduzione, più che altro perché sta scoccando la mezzanotte e quella dannata sveglia se ne starà buona per non più di altre sei ore. Non avete idea di quanto sia difficile tarpare un discorso sul nascere ben sapendo che le occasioni per riprendere il filo del discorso potrebbero non ripresentarsi. Avevo anche pensato di spendere due righe sul collega blogger scomparso tragicamente un mese fa... ma poi mi sono guardato dentro e quel che ho visto è stato un perfetto signor nessuno. Lascio ad altri, a chi lo aveva conosciuto davvero, il compito di onorarne la memoria. Io timidamente cedo il passo.