martedì 30 marzo 2021

Confessioni di una maschera #8 (Storie di calcio, Pt.1)

Ennesimo tuffo negli anni Ottanta per questo nuovo episodio della serie “Confessioni di una Maschera”. Un episodio che immagino sorprenderà tutti, visto che in questa sede non ho mai parlato di sport (in generale), di calcio (in particolare) e nemmeno mi sono espresso su quale siano i colori societari a cui sono legato sin da ragazzino. Non lo dichiarerò espressamente nemmeno stavolta, ma al termine di questo post (e del successivo) lo capirete, credo, per esclusione. Premetto che del calcio non ci ho mai fatto una malattia, nel senso che dormo benissimo quando la mia squadra perde e non espongo bandiere quando invece vince. Mi piace e mi è sempre piaciuto, molto più del calcio in sé, il contorno di reciproci sfottò del lunedì mattina con i compagni di classe (prima) e con i colleghi di lavoro (dopo), per cui cerco di farmi trovare sempre un minimo preparato su ciò che è successo nel corso della domenica di campionato (non occorre una grande preparazione, in realtà: basta improvvisare e il giochino funziona anche non conoscendo i risultati del weekend). Ma il discorso di oggi parte da molto più lontano...  

giovedì 25 marzo 2021

Hellebore: ricordo di antichi terrori

The Yuletide Special
Ultimamente, vagando senza una precisa meta per siti e blog stranieri, mi capita di incappare in cose davvero interessanti. C'è un intero mondo là oltre i nostri confini, come sapete, e spesso è solo la pigrizia che ci trattiene all'interno delle mura domestiche. Fortunatamente l'ostacolo della lingua inglese è perfettamente sormontabile, e ciò mi consente di spaziare alla grande nel world wide web (altre lingue non ne conosco, ma me ne faccio una ragione) così come spazio tra siti e blog italiani. Il vero problema è la vastità del mondo: pensare di poter seguire migliaia di siti o blog, quando faccio fatica a seguire con costanza quei quattro o cinque connazionali, mi mette l'ansia. Per fortuna non si tratta di un lavoro, e ciò mi permette di uscire dal mio giardino solo quando ne ho voglia e quando mi ricordo. Ed è stato proprio in una delle mie ultime peregrinazioni che sono incappato sul sito di questa "casa editrice" indipendente specializzata nell'horror popolare britannico. Il virgolettato su "casa editrice" è quasi d'obbligo, visto che non ci sono veri indizi che lo sia davvero. Il sito è piuttosto minimale e lascerebbe pensare più che altro a dei fanzinari. In effetti, la loro proposta è un magazine a periodicità variabile il cui tratto distintivo è un forte interesse per uno specifico argomento; realizzata in pratica da appassionati per altri appassionati.

venerdì 19 marzo 2021

Carcosa svelata

Ciò che distingue True Detective da grandissima parte delle serie televisive si può individuare nella sua caratteristica di basarsi più sul non detto che sul detto, di sfruttare più le atmosfere create e i simbolismi sapientemente velati che non ciò che accade effettivamente, a livello di azione, nei frangenti narrativi. Se questa sua peculiarità da una parte è lodevole, proprio per la sua capacità di calare lo spettatore in una dimensione quasi a-temporale, caratterizzata dall’onirismo più bizzarro e permeata dall’azione delle ineludibili forze del destino, dall’altra rende molto complicato decifrare i suoi significati più reconditi, cosa che noi in questa sede ci proponiamo di fare. Nondimeno, se sviscerare la serie nel suo complesso può sembrare un’operazione quasi impossibile, proprio per la sua caratteristica di non dire, nessuno vieta di provare a gettare luce su alcuni elementi chiave della storia, analizzabili per esempio con gli strumenti dell’antropologia del sacro e della storia delle religioni (Marco Maculotti) 
Un tempo di lettura record quello registrato per “Carcosa svelata”. Non mi capitava ormai da anni di far fuori duecento pagine in soli due giorni senza, si badi bene, sottrarre nulla al lavoro quotidiano e senza rinunciare al cinemino in streaming serale. Al netto di tutto, l’ho iniziato e portato a termine in tre o quattro ore, con gli occhi arrossati che gridavano inutilmente un po’ di pietà.

sabato 13 marzo 2021

Il re ne comanda una

Edizione Cliquot, 2019
Il re ne comanda una, Madama Dorè. Il re ne comanda una! 
Il re ne comanda, o domanda, una è un verso della famosa filastrocca per bambini “Oh quante belle figlie, Madama Dorè”. Di certo tutti la conoscete, anche se ormai è in disuso, come molte delle nostre tradizioni che si rifanno a un passato lontano e spesso indecifrabile. Questa filastrocca si recitava facendo il girotondo: erano esclusi una bambina che restava al centro (e che impersonava appunto Madama Dorè) e un bambino al di fuori (nella parte dello scudiero del re); i due, cantando, si scambiavano domande e risposte, e quest’ultimo sceglieva le bambine da togliere dal cerchio. Il gioco finiva quando concordato, oppure quando alla fine il cerchio si scioglieva perché non restavano più bambine. La bambina chiamata fuori dal girotondo simboleggia la fanciulla che esce dalla comunità per sposarsi, e la filastrocca ci rammenta di un tempo in cui il matrimonio era un patto sociale: nelle sue forme più arcaiche la sposa si acquistava, o si cedeva in cambio di una dote, per non parlare del matrimonio per ratto simulato dallo sposo, a significare che la partenza della sposa era una vera e propria perdita (affettiva e materiale) non solo per la sua famiglia di origine, ma per tutta la comunità. In seguito, con lo svilimento della figura femminile, fu la donna a dover fornire una dote, al tempo in cui ormai era vista come un peso, una “bocca da sfamare”, e poco più. 

domenica 7 marzo 2021

Teke Teke

Un anno dopo il lungo speciale su Botan Dōrō, la lanterna delle peonie, torna sulle pagine virtuali di Obsidian Mirror un nuovo appuntamento con la classicissima rubrica Hyakumonogatari Kaidankai (百物語怪談会), ovvero “Cento storie del mistero”, progetto ormai di lunga data che si prefigge l'obiettivo di pubblicare una serie di cento articoli dedicati al sovrannaturale della tradizione giapponese.
Si potrebbe opinare, e immagino che qualcuno lo farà, sulla reale opportunità di inserire quella che è a tutti gli effetti una leggenda urbana in una serie come questa, ma considerato che il Teke Teke (テケテケ) è un personaggio che ha raggiunto livelli di notorietà tali da apparire ormai destinato alla memoria perpetua, mi sono detto "perché no?". In fondo, il Teke Teke non è meno creepy di quanto non possa esserlo un qualunque yōkai della millenaria tradizione giapponese e, per inciso, il suo aspetto bizzarro gli consente di reggere benissimo il confronto con uno Hyakume (百目) dai cento occhi, o con un Kasa-obake (傘おばけ), il celebre spettro a forma di ombrello. Il vantaggio, o lo svantaggio a seconda da che parte lo guardi, è che una leggenda urbana è generalmente storia recente e, in quanto tale, ha le sue buone probabilità di derivare da avvenimenti reali. In altre parole, se avete in programma un viaggio in Giappone, sarà molto più probabile imbattersi in un Teke Teke che in qualcos'altro. 

lunedì 1 marzo 2021

Traditi dalla fretta #23

Non ero del tutto convinto di essere pronto oggi per una nuova puntata di "Traditi dalla fretta", sebbene ormai i tempi fossero maturi. Pensavo anzi alla possibilità di modificarne la formula in modo tale da rendere il tutto più efficace, ma poi, mentre mi affannavo a cercare delle soluzioni convincenti che non mi convincevano del tutto, le settimane sono passate e gli appunti raccolti per strada iniziavano a diventare di nuovo troppo numerosi. Rimanderò quindi a tempi più favorevoli i miei propositi di rivoluzione, anche perché una delle novità che andrò a presentarvi oggi, la prima in elenco per la precisione,  aveva la precedenza su qualsiasi altra questione. Non capita tutti i giorni di veder pubblicato un saggio in italiano su uno degli argomenti che hanno fatto, nel corso degli anni, la fortuna di questo blog. 
Sto parlando ovviamente degli Yellow Mythos, un percorso che sto portando avanti, tra una pausa e l'altra, navigando a vista come un dilettante. Non è certamente un dilettante Marco Maculotti, fondatore del web magazine AXIS mundi che campeggia da diversi anni nel blogroll qui a lato, e lo prova l'uscita del saggio Carcosa Svelata, nel quale il nostro si getta a capofitto nei meandri dei "miti in giallo" partendo dai simbolismi da lui scovati nella serie televisiva True Detective.
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