venerdì 30 giugno 2017

L'eredità di Lin Carter (Pt.3)

Ritorno oggi a occuparmi della montagna di citazioni pseudobibliche presenti nel breve racconto "The Winfield Heritance" di Lin Carter con la certezza che, ancora una volta, sarò costretto a rimandare la conclusione di questo articolo. Se vi siete persi l'inizio, vi raccomando di passare prima qui e poi qui. Volendo essere pignoli, ci sarebbero in realtà altri trenta post precedenti a questo, tutti catalogati sotto l'etichetta Yellow Mythos, che non sarebbe fuori luogo recuperare... ma capisco che l'eventuale impresa di un recupero totale sfiori ormai il titanico.
Eravamo comunque rimasti al punto in cui il nostro protagonista fa il suo ingresso nella biblioteca appena ereditata. A portata di sguardo ci sono numerosi volumi di autori classici e, sopra la porta d'ingresso, un dipinto il cui contenuto lascia già intuire la presenza, chissà dove, di testi ben più interessanti. Uno sguardo più attento porta infatti alla luce una seconda fila di libri nascosta dietro quella in primo piano. Niente di così misterioso, ci sarebbe da commentare. Trovatemi qualcuno che non si sia ridotto a sistemare i propri libri in doppia fila...
La seconda fila di libri del vecchio zio materno di Winfield è tuttavia cento volte più interessante di qualsiasi seconda fila noi possiamo avere nelle nostre case. Se noi siamo soliti nascondere alla vista i titoli più scrausi, quelli di cui più ci vergogniamo, i libri del vecchio Hiram Stokely erano al contrario i più rari e interessanti (fatto singolare per un collezionista, che si suppone debba tenere parecchio all'esibizione della sua raccolta).

mercoledì 28 giugno 2017

L'eredità di Lin Carter (Pt.2)

Continuiamo oggi il nostro percorso di (ri)scoperta di Lin Carter, un autore che, anche se non ne abbiamo ancora svelato il motivo, ha contribuito enormemente alla causa degli Yellow Mythos.
La volta scorsa vi avevo segnalato un racconto piuttosto interessante, "The Winfield Heritance", apparso una trentina di anni fa sulle pagine di un testo antologico curato dallo stesso scrittore statunitense. Ciò che mi porta in questi giorni a parlarne nuovamente non è tanto lo spessore letterario del racconto in sé, non molto diverso dai tanti altri racconti che decine di seguaci di Cthulhu hanno dato alla luce nell'arco di un secolo, quanto l'incredibile elenco di pseudobiblia lì citati nel breve spazio di poche pagine.
Naturalmente, ciò che più di ogni altra cosa aveva inizialmente attirato la mia attenzione su "The Winfield Heritance" era la presenza di quel lungo paragrafo riportato integralmente nella prima parte di questo articolo; un paragrafo che mette in chiaro, se mai ce ne fosse bisogno, la grande passione di Carter per il Re in Giallo, una passione che avrebbe trovato il suo apice... ma stiamo correndo un po' troppo.

lunedì 26 giugno 2017

L'eredità di Lin Carter (Pt.1)

Abbiamo iniziato questo viaggio tra gli Yellow Mythos qui sul blog quasi quattro anni fa. Ci siamo posti milioni di domande e solo ad alcune abbiamo trovato delle risposte, peraltro parziali e spesso un po' forzate. Come abbiamo visto nell'ultimo articolo della serie, James Blish è in procinto di fornirci un'opportunità incredibile: quella di immergerci nel lago di Hali e, attraverso le sue acque, giungere là sulla spiaggia dove onde di nubi si frangono, là dove Soli gemelli s’affondano e le ombre si allungano in Carcosa, là dove strana è la notte in cui sorgono stelle nere e strane lune ruotano nei cieli, là dove si odono canzoni che le iadi canteranno, là dove s’agitano i cenci del Re, là dove le canzoni muoiono inascoltate nell’oscura Carcosa.
Ma il tempo che sia fatta luce non è ancora giunto. Occorre prima intraprendere una piccola deviazione che, sebbene possa lasciare l'amaro in bocca a chi sperava in una rapida conclusione di questa serie, non mancherà di entusiasmare (almeno lo spero) chi desidera scavare sempre più a fondo tra le radici del mito. Il passaggio obbligato, come sarà chiaro in seguito, è quello che orbita attorno a una delle più prolifiche penne dello sword and sorcery dell'ultimo secolo: Lin Carter.

lunedì 19 giugno 2017

Al-mummia

You who left, you will return / You who slept, you will awake / You who passed away, you will be resurrected. (The Egyptian Book of the Dead)

No, "Al Mummia" non è un refuso. No, non è nemmeno un post sull'ultimo film con Tom Cruise quello che state leggendo, anche se un pochino devo ammettere che mi stuzzica l'idea che qualcuno possa finire per caso su questo blog digitando male l'articolo determinativo. Probabilmente quel qualcuno schizzerà poi via in un nanosecondo, ma c'è sempre una vaga speranza che un paio di click me li possa regalare.
Parleremo oggi invece proprio di "Al-Mūmiyā" (العربية), film datato 1969, lungometraggio primo e unico di Chadi (o Shadi) Abdel Salam (o Abdessalam), che ebbe il gran merito di far convergere l'attenzione del mondo occidentale verso un cinema allora pressoché sconosciuto come quello egiziano.
Nel fermento di questi ultimi giorni, suscitato dall'ennesima rivisitazione del mito cinematografico della mummia, potrebbe essere facile supporre che "Al-Mūmiyā" sia solo una delle tante opere derivate dal classico del 1932 con Boris Karloff, vero capostipite di un genere che non ha mai smesso di affascinare: sto parlando naturalmente di "The Mummy" di Karl Freund.

lunedì 12 giugno 2017

Cronache dagli anni Ottanta (Pt.3)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Siamo infine giunti alla terza e ultima parte di questo glorioso tuffo nella magia degli anni Ottanta. Non avrei mai pensato di poter riuscire a raccogliere in questo tutto sommato piccolo spazio tutti i ricordi di un decennio che, almeno per il sottoscritto, è stato indiscutibilmente tra i più ricchi di avvenimenti che poi, con il passare degli anni, si sarebbero rivelati decisivi. 
Sarebbe stato forse necessario dedicare all'argomento un intero mese, anziché confinare tutto nell'angusto spazio di pochi giorni, ma certe cose alla fine restano interessanti solo finché rimangono episodi. Ascoltare i ricordi degli altri mantenendo un'attenzione costante non è affatto facile, e se devo dirla tutta, anch'io comincio a sentire il peso di tutto questo. Non sempre scavare nei ricordi è piacevole: si inizia a pensare a cosa, e a chi, ci si è lasciati alle spalle, a ciò che avrebbe potuto essere ma non è stato, e soprattutto si inizia a pensare al tempo che è trascorso, alle persone che erano giovani, o nel pieno degli anni, e che ora sono invecchiate o se ne sono andate. Un sacco di tempo. Un sacco di fottutissimo tempo.

mercoledì 7 giugno 2017

Cronache dagli anni Ottanta (Pt.2)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Ritenevo fosse molto più semplice scribacchiare qualcosa sugli Anni Ottanta e su cosa essi hanno rappresentato per il sottoscritto, ma mano a mano che le parole, come un'onda in piena, hanno iniziato a trasferirsi dal mio cervello a questo foglio di carta digitale, mi sono dovuto ricredere.
Non ho mai avuto il dono della sintesi, e in proposito credo non vi siano dubbi, ma con questo post credo di aver superato anche i limiti della decenza. Questa seconda parte dovrebbe essere l'ultima: almeno questa è la mia intenzione nel momento in cui scrivo questa introduzione. Restano tuttavia ancora diverse cose di cui parlare (la musica, il cinema), e non sono certo tra quelle che uno può vagamente sperare di condensare in poche righe. Specialmente se "quell'uno" ha già scritto una decina di righe senza ancora aver detto niente. Mi bacchetto le mani da solo, e senz'altro indugio comincio dall'argomento che mi sta più a cuore: la musica. D'altra parte nulla come la musica è in grado di segnare nel profondo un'epoca. Molti la chiamano "la colonna sonora della vita" e tale affermazione mi vede decisamente concorde.

domenica 4 giugno 2017

Cronache dagli anni Ottanta (Pt.1)

Un weekend post-moderno
Elencare tutto ciò che per noi sono stati gli anni '80, in base ai vari macroargomenti forniti (nota: parlare del vissuto dell'epoca, non di ciò che il decennio rappresenta per noi oggi!). Questo è l'invito che il blogger più pop del web ha lanciato in rete qualche settimana fa, sottovalutando probabilmente l'enorme seguito che un'iniziativa come questa avrebbe presto raccolto. Ho detto "probabilmente" perché mi suona strano che il suo diabolico invito a un tag indiscriminato si sia evoluto in pandemia così casualmente.
Nella rete del Moz ci siamo cascati più o meno tutti, qualcuno prima, qualcuno un bel po' più tardi. Nel mio caso è stato per merito (o per colpa) del vecchio Ivano, untore tra i più scaltri, che mi ha inculcato l'irresistibile desiderio di scavare nella memoria di anni che stavo ormai quasi per dimenticare. Considerato quel che è saltato fuori a seguito della spremitura di meningi al quale mi sono prestato, direi che non posso fare altro che ringraziarlo: ci sono cose che è sempre bello ricordare, perché fanno parte di un'epoca che, segnando nel bene e nel male tutta la mia vita, ha contribuito a plasmare la persona che sono adesso.
Il Moz indica alcune "macrocategorie" alla quali rivolgere i nostri sforzi: musica, cinema, fumetti, videogame, televisione, cibo, libri, moda, lifestyle, immagini. Altri blogger, mi pare, hanno ripreso l'iniziativa aggiungendo o sottraendo argomenti. È quello che farò anch'io, inevitabilmente andando per sottrazione, considerata la mia atavica incapacità di sintesi che mi costringe a spezzare questo post in due parti per non risultare eccessivo.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...