mercoledì 10 agosto 2011

Il rinnegamento di San Pietro

“I fiori del male” di Charles Baudelaire. Chi non li conosce? Credo non esista persona che non abbia mai, se non letto, almeno sfogliato quest’opera, che peraltro è talmente vasta da fornire materiale di riflessione – e discussione – pressoché infinito.

Sono certo che ognuno ha le sue preferenze personali, e naturalmente anch’io ho le mie. Ma a parte le poesie più famose (Spleen, Il gatto, L’albatro…), ce n’è una in particolare alla quale ho pensato e ripensato fin da quando la lessi per la prima volta da ragazzino. Era il periodo della ribellione, quella nel quale tutte le incongruenze della religione cattolica nella quale sono cresciuto mi balzavano all’occhio per la prima volta e le domande insoddisfatte mi spingevano a cercare risposte anche tramite vie poco ortodosse. E quale migliore ispirazione avrei potuto trovare se non nell’opera omnia del poeta maledetto per eccellenza, e in particolare in una sezione intitolata La rivolta? Ecco quindi qui di seguito Il rinnegamento di San Pietro (sebbene l’originale in francese sia infinitamente migliore, come tutta l’opera del resto… molto si è perso nella traduzione, oltre alle rime).

E che fa Dio di questo flusso d’anatemi
che ogni giorno sale verso i suoi cari Serafini?
S’addormenta al dolce suono di certe bestemmie paurose
come un tiranno rimpinzato di carne e di vino.

Certo che i singhiozzi di suppliziati e martiri
sono proprio un’inebriante sinfonia,
se i Cieli ancora non ne sono sazi
dopo tanto sangue sparso per la loro voluttà!

- Gesù, ricordati dell’orto degli Ulivi!
Tu pregavi in ginocchio, nella tua semplicità,
quello che nel cielo rideva al suono dei chiodi
che ignobili carnefici ti piantavano nelle carni vive.

A che pensavi quando fu sputata addosso a te, divino,
la crapula del corpo di guardia e degli sguatteri?
A che pensavi quando ti conficcavano le spine
nel cranio dove viveva l’immensa umanità?

o quando s’allungavano le tue braccia distese
col peso orribile del tuo corpo spezzato? o quando
colava sangue e sudore dalla tua pallida fronte?
o quando, infine, fosti esposto a tutti per bersaglio?

Pensavi forse a quei giorni così fulgidi e belli,
quando venuto per adempiere la promessa eterna
percorrevi, in groppa a un’umile asina,
strade sparse di fiori e ramoscelli?

Pensavi a quando frustavi i vili mercanti a tutta forza,
avevi il cuore gonfio di speranza e ardore
e diventasti poi signore? Di’, ma il rimorso
non t’è penetrato nel fianco più giù della lancia?

- Per quel che mi riguarda, andrò via soddisfatto
da un mondo ove l’azione non è sorella del sogno;
m’auguro di spada ferire e di spada perire!
San Pietro rinnegò Gesù… e fece bene!

Se Abele e Caino servì a rammentarmi che siamo tutti figli di Caino e Le litanie di Satana mi fece pensare che talvolta il Diavolo è più vicino di Dio all’anima umana, fu proprio Il rinnegamento di San Pietro a colpirmi di più per la sottile cattiveria che vi colsi. E quante volte leggendo l’originale in francese destrutturai letteralmente i versi, chiedendomi perché mai Baudelarie avesse utilizzato proprio quella particolare parola o aggettivo e non un'altra…

Naturalmente non trovai alcuna risposta in questa poesia, anche perché lo scopo dell’arte non è fornire delle risposte, ma stimolare delle domande… ma mi sollevò constatare che il dubbio è figlio dell’uomo e gli stessi pensieri fastidiosi che ogni tanto mi venivano alla mente non erano solo i miei. Infatti ero troppo giovane per sentirmi libero di esprimere certi pensieri a voce alta, ma leggendo queste parole mi sembrò di non essere più solo. Da quel momento io e Baudelaire diventammo amici e lui mi fece compagnia con i suoi versi durante numerose notti insonni.

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