LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI
Alla domanda su che cosa siano queste entità (quelle che egli descrive come “gnomi” oppure “elfi”, vedi post precedente) McKenna non fornì mai una risposta univoca, limitandosi a fare delle ipotesi. La prima è che possano essere gli abitanti di un altro universo, una sorta di continuum parallelo che non è raggiungibile fisicamente, ma soltanto quando le droghe aprono una breccia, dissolvendo i confini con la nostra realtà. Per McKenna la droga, come il sonno, permette la dissoluzione dell’ego, e non è un caso che la DMT sia concentrata nel fluido cerebrospinale e che il suo ciclo di 24 ore, nella maggior parte delle persone, abbia il suo apice di concentrazione tra le 3 e le 4 del mattino, proprio quando ci si trova nella fase di sonno profondo (REM); la DMT quindi media la discesa nel sogno, e consente di scivolare in un sogno lucido che non è altro che il risveglio nel “tempo del sogno” degli aborigeni.
Un’altra ipotesi è che queste entità siano degli elementi psichici autonomi sfuggiti al controllo dell’ego. Sarebbero parti di noi stessi che riconosciamo come tali solo quando ci troviamo in una condizione psichica estrema. Il loro aspetto è bizzarro perché l’archetipo che circonda la DMT è quello del circo o del luna park (abbiamo già detto che McKenna fu un lettore precoce di Jung e in questa ipotesi c’è un po’ di Jung e un pizzico di Freud, anche se McKenna non parla di sogni, paure, speranze e ricordi, non proprio).
Una terza ipotesi è che si tratti di extraterrestri, benevoli viaggiatori dello spazio che cercano di guidare la nostra evoluzione, aiutandoci a riprogettare il nostro sistema cervello-mente. Anche McKenna, come Leary, parla di accedere all’iperspazio, non fisicamente su delle astronavi, però, ma per mezzo di un viaggio per lo spazio-tempo.
L’ultima ipotesi, a seconda della vostra forma mentis, potrebbe essere la più auspicabile o la più aborrita. Queste entità sarebbero le anime dei morti: i nostri antenati, gli “spiriti alleati” degli sciamani. Questo spiegherebbe perché quando li incontri sembrano conoscerti così bene, e perché siano così amichevoli.
Un lama, cui McKenna aveva fatto provare la DMT, gli disse che durante il trip aveva visto le luci minori al limitare del Bardo, il limite oltre il quale non è più possibile tornare indietro. Alcuni ricercatori pensano che la DMT, oltre a giocare un ruolo nel sogno, ne giochi anche uno in alcuni stati alterati di coscienza estremi, come le esperienze di morte imminente, le cosiddette Near Death Experiences, ovvero quando si vede la luce in fondo al tunnel. Per esempio, lo psichiatra e psicofarmacologo statunitense Rick Strassman sperimentò a lungo con la DMT e nel suo libro “DMT. La molecola dello spirito” (DTM: The Spirit Molecule: A doctor’s revolutionary reserch into the biology of near-death and mystical experiences, 2001) riportò numerosi casi di “viaggiatori” che, sottoposti a massicce dosi di DMT per iniezione nei primi anni ‘90, descrivevano gli abitanti di quest’altro mondo. Non avendo letto il saggio non ne conosco i dettagli, ma McKenna lo menziona perché evidentemente è pertinente, per cui vale la pena segnalarlo.
Per quanto fosse un frequentatore abituale dei reami metafisici, McKenna credeva nell’esperienza e non nella fede e non si spinse mai a dire che queste entità potessero essere dèi/dee o angeli/demoni, ma per alcuni potrebbe essere proprio questa la spiegazione più accettabile. Ad ogni modo, è più importante capire di che cosa o di chi si tratta o del loro ruolo nell’esperienza psichedelica? Perché, chiamatele come volete, ma è evidente che si tratta, né più né meno, di guide.
McKenna vedeva le droghe come un mezzo (antenne o interruttori) per sintonizzarsi con il logos del mondo naturale, un medium del tipo descritto da Marshall McLuhan attraverso il quale le informazioni viaggiano, strutturando e modellando la nostra mente come la stampa, la televisione o internet modellano la civiltà. Purtroppo, tanto più una società rigetta un certo tipo di droghe, quelle allucinogene, tanto più si distacca da qualunque tipo di ebbrezza estatica, quanto più si allontana dalla natura. È la storia di lungo corso dell’Europa, e di conseguenza anche del Nuovo Mondo.
In che modo la DMT modella la mente? Cosa accade durante il trip da DMT?
McKenna, riprendendo precedenti teorie antropologiche, sostiene che l’evoluzione umana non è stata affatto quel processo lento e lineare che il darwinismo ci ha descritto, ma un procedere a sbalzi, e ipotizza che sia stato in parte dovuto a una serie di mutageni presenti nella sua dieta, incluse certe droghe. Gli uomini conobbero la psilocibina quando scesero dagli alberi e divennero “scavengers”, ovvero mangiatori di cadaveri. L’uomo trovò dei funghi “coprofili” nel letame dei mammiferi ungulati e li assaggiò: erano funghi del tipo Stropharia Cubensis, contenenti psilocibina. Grazie alla psilocibina l’umanità sviluppò le proprie abilità linguistiche e poté evolvere, modellando il proprio mondo con il linguaggio; ma la DMT disgrega il linguaggio e, così facendo, svela i limiti della nostra realtà e li cancella. O viceversa.
L’alfabetico fonetico, che sollecita la separazione dall’essenza dell’oggetto, contribuì a distaccare l’umanità dalla visione di un universo magico, che non è dominio dell’uomo ma semplicemente la sua dimora. Tuttavia, è opinione di alcuni studiosi (tra cui Robert Graves) che esista un linguaggio poetico primordiale, che si è preservato perché in grado di catalizzare l’immaginazione, presentandosi come pura immagine.
In molte antiche culture l’origine del mondo (e della vita) viene ricondotta a una parola creatrice, o a un suono creatore, mentre da sempre le filosofie magiche insistono sul fatto che con le giuste formule è possibile ricreare l’intero universo. La realtà è come un romanzo che è possibile scrivere e riscrivere e di cui dobbiamo divenire non i lettori e neppure i protagonisti, ma gli autori. E se dopo che il verbo si è fatto carne, si chiede McKenna, fosse il turno della carne di farsi verbo?
“Ora siamo in procinto di decifrare il genoma umano. Useremo il computer per farlo perché dobbiamo tenere traccia di milioni di unità, di stringhe, di caratteri, ma il risultato finale sarà, io credo, che la carne si fa verbo, perché stiamo testualizzando la nostra realtà. Forse è questo che stanno urlando in giro quei francesi che non riusciamo a capire, i cosiddetti decostruzionisti, che continuano a ripetere che la realtà dovrebbe essere trattata come un testo, che se non la consideri un testo non puoi coglierne il significato.” (da una conferenza dell’11 settembre 1993 tradotta da Sandra Murer per Shake Edizioni, dal testo "DMT – Conferenze, visioni e predizioni su come raggiungere il piano divino”).
Queste entità elfiche, ingioiellate, sembrano voler stimolare la nostra evoluzione. E poiché l’evoluzione comincia dal linguaggio, tentano di farci produrre una forma di glossolalia, ma soprattutto sembrano voler trasformare il nostro linguaggio in un linguaggio visibile, come in una sorta di sinestesia. Come se il linguaggio stesso volesse essere visualizzato. Chissà perché mi viene alla mente “Storia della tua vita” di Ted Chiang e soprattutto la sua trasposizione al cinema (“Arrival” di Denis Villeneuve), ma non divaghiamo.
È alla fisica che dobbiamo affidarci per comprendere le premesse di McKenna. È la fisica a dirci che la realtà richiede un osservatore, pertanto anche quelle che gli scettici bollano come semplici visioni o allucinazioni devono essere reali. Sia la fisica che gli psichedelici hanno a che vedere con la dissoluzione dei confini. McKenna riprende il concetto di divenire, di concrescenza di Alfred North Whitehead, invoca il raggiungimento di un punto oltre il quale non ci saranno più confini e lo chiama “novità” (concetto-chiave dell’omonima teoria, di cui parlerò in dettaglio in seguito).
“La storia non è altro che l’involucro esterno del campo gravitazionale dell’attrattore della concrescenza”. Non potremmo essere più lontani dall’escape plan di Leary. In sintesi: segnali come l’esplosione demografica, la crisi sociale, le guerre, il progressivo e irrimediabile esaurimento delle risorse indicano che l’universo sta correndo verso il futuro, o meglio viene risucchiato, attirato dal futuro. L’universo si è avviato verso la novità, il processo è nelle fasi finali e questo significa che l’umanità non ha alcun futuro. Il fatto che il mondo non sia finito il 21 dicembre 2012 e che il complesso modello matematico elaborato da McKenna sia stato smontato come un castello di carte non cambia la questione di una virgola. Quando raggiungeremo la concrescenza saremo… “l’eternità, tutto lo spazio e il tempo, vivi e morti, qui e là, prima e dopo.”
Questa introduzione a McKenna potrebbe anche terminare qui, se non che mi resta ancora da giustificare l’affermazione fatta all’inizio, ovvero che con McKenna abbiamo forse trovato il vero ponte che collega OdR con la serie Da donna a strega.
Tutti gli utilizzatori di psichedelici concordano sul fatto che questi riescono ad annullare l’ego, perciò l’ego, per McKenna, deve essere un fenomeno storico, comparso in una fase post-psichedelica, cioè con l’abbandono della religione psichedelica arcaica. Nella sua visione, la storia costituì un passo indietro nella misura in cui il nostro legame con il logos, con la natura, si interruppe, e il nostro linguaggio regredì. La storia è la causa dell’ego e non il contrario, anche se molti non concorderanno: ma, in fondo, è un po’ come chiedersi se sia nato prima l’uovo o la gallina…
Ad ogni modo, anche se fra l’uomo, come fra i primati, vigono strutture gerarchiche incentrate sul dominio maschile, anche se in tutto il regno animale c’è sovrabbondanza di yang, sotto l’egida degli psichedelici yin e yang sono destinati a riequilibrarsi. La matrice della vita sulla terra, la matrice vegetale “avvolgente, premurosa e fertile” è femminile. “E penso anche che sia doveroso ammettere che non lo possiamo fare da soli, che se vuoi questa conoscenza spirituale, se vuoi essere accolto dalla matrice di Gaia allora devi essere umile al punto da accordarti con una pianta. È questa la chiave, non puoi entrare in una banca se non hai le chiavi, in questo caso la chiave è una pianta.”
Tutto molto interessante e stavolta non faccio confronti ;-D
RispondiEliminaTi ringrazio soltanto per il viaggio. O è più adatto "trip"?
Grazie Ivano, spero che anche il seguito sia interessante. Anche se McKenna, come vedi, non fornisce un'interpretazione univoca delle sue esperienze. Non credo neppure che volesse proporsi come una guida spirituale, ma al massimo come un esempio da seguire, per il modo in cui ha vissuto e la sua ricerca della verità.
EliminaOvviamente io non sono competente in materia (in nessun senso, le uniche "allucinazioni" mi capita di averle se sogno, ma non ho mai fatto uso di sostanze allucinogene), però mi riesce difficile pensare che dietro le allucinazioni ci sia qualcosa di più delle allucinazioni stesse. Certamente possono "svegliare" alcune aree del cervello, però non riesco a credere che possano permettere di entrare in contatto con creature diverse da noi...
RispondiEliminaLa competenza in materia te la da solo l'esperienza. La teoria, in questo campo, non serve a molto. Non ti resta che provare e vedere se per caso cambi idea. ;-)
EliminaDifficile, mi spaventa troppo l'idea di essere in balìa della mia immaginazione più profonda... Già quella che mi agita testa in fase di lucidità e coscienza piena è sufficiente - talvolta - a crearmi degli stati di agitazione e demoralizzazione davvero notevoli. Permettere alla mia immaginazione, anche quella più oscura, di prendere temporaneamente il sopravvento potrebbe essere letale per il mio equilibrio mentale (che già è abbastanza precario di suo...)
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