lunedì 26 settembre 2022

Ju-On: the Grudge - 1 & 2

Utilizzando apparecchiature low budget, e senza fare troppo affidamento su trucchi gore grossolani, Shimizu cattura l'essenza dell'orrore con un'esecuzione registica decisamente impeccabile, facendo leva sulle atmosfere e su quel senso di terrore e disperazione che è presente, seppur latente, in situazioni quotidiane che normalmente non vengono associate all'orrore. 
Non è nemmeno necessaria l’oscurità per trasformare un ambiente in un luogo di terrore e, infatti, la maggior parte delle scene sono girate in pieno giorno. Shimizu si è rivelato inoltre un maestro nell'arte di stuzzicare lo spettatore attraverso l’utilizzo di angoli di ripresa particolarmente suggestivi, che ci invitano ad abbassare le difese e presumere che il peggio sia finito, quando in realtà il jump scare è giusto dietro l’angolo. 
È davvero sorprendente quanta paura Shimizu sia in grado di generare con così poco a sua disposizione. 

Il primo lungometraggio “Ju-On: The Grudge” sbarca nelle sale cinematografiche giapponesi nel gennaio 2003, tre mesi dopo la première allo Screamfest Horror Film Festival di Los Angeles (CA). Un secondo capitolo, “Ju-On: The Grudge 2”, lo seguirà a ruota nel mese di agosto, anch’esso dopo un primo passaggio oltre confine nel corso dell’Hamburg Fantasy Filmfest di quell’anno. 
Sono passati in pratica solo due anni dalle versioni televisive e Shimuzu è già pronto per sfornare di nuovo la pagnotta, chiaro segno che il regista non ha praticamente mai smesso di lavorarci sopra.
Anche nelle versioni per il grande schermo ritroviamo l’ormai collaudata struttura a capitoli (1. Rika, 2. Katsuya, 3. Hitomi, 4. Toyama, 5. Izumi e 6. Kayako per il primo, e 7. Kyoko 8. Tomoka, 9. Megumi, 10. Keysuke, 11. Chiharu e 12. Kayako per il secondo), tanti micro-segmenti di lunghezza variabile cronologicamente presentati in ordine sparso. Lo spettatore, ormai conscio di questa tecnica, non è più totalmente disorientato e si prepara sin dall’inizio a questa pantomima. La sequenza cronologica esatta, se non ho commesso errori, dovrebbe quindi essere 2, 3, 1, 4, 6, 5, 7, 8, 9, 10, 11, 12. Si può già notare quindi che l’ordine dei capitoli, nel secondo film, è sorprendentemente rispettato. 
Nonostante l’apparente disordine, i primi sei episodi sono comprensibili senza troppi sforzi. A differenza della serie televisiva, nella quale i salti temporali erano molto ampi (addirittura di anni, visto che quella che fu l’abitazione dei Saeki cambiava proprietario a ogni episodio), in questo primo film le vicende sono tutte racchiuse in un arco di tempo limitato e incentrate su un numero ristretto di personaggi, in gran parte appartenenti allo stesso nucleo familiare (i Tokunaga). 

Episodi 2, 3
– Katsuya Tokunaga è il nuovo proprietario della casa dei Saeki, dove vive assieme alla moglie Kazumi e alla catatonica madre Sachie. Una mattina, mentre Katsuya si appresta a uscire di casa per recarsi in ufficio, Kazumi gli ricorda che la sorella di lui, Hitomi, è attesa per cena. Sembra in tutto e per tutto un classico e sereno ménage familiare, quello dei Tokunaga, ma quel giorno, una volta che la moglie è sola in casa, un gatto nero fa la sua apparizione sulle scale che portano alle stanze del piano di sopra. Quando Kazumi si avvicina, un paio di piccole braccia pallide appaiono da dietro un angolo e afferrano il gatto. Katsuya torna a casa per trovare tutto in disordine e sua moglie sdraiata sul letto incapace di muoversi o parlare, gli occhi spalancati per lo shock. Mentre si prepara a chiamare un'ambulanza, sente un'altra presenza nella stanza: è il piccolo Toshio. 
Hitomi arriva per cena e trova il fratello che si sta comportando in modo strano, continuando a borbottare qualcosa sulla moglie che lo tradisce e su un bambino che non è suo. Hitomi, perplessa, chiede al fratello di Kazumi ma Katsuya, con una scusa, la congeda rapidamente. Il giorno successivo, Hitomi è una delle ultime persone a lasciare l’ufficio. Mentre esce, sente strani suoni che si muovono nel corridoio, e che sembrano provenire da dietro di lei. Innervosita, Hitomi si ferma nel bagno, dove il suo telefono squilla e identifica il chiamante come suo fratello. Quando risponde, si sente un crepitio provenire dal telefono cellulare. Una delle porte dei bagni si apre e una eterea cortina di capelli neri si muove minacciosamente verso di lei, emettendo lo stesso crepitio mortale sentito poco prima telefono.
Hitomi corre dall’addetto alla sicurezza e gli chiede di indagare. Quest’ultimo acconsente e si reca sul luogo mentre Hitomi lo osserva attraverso una telecamera di sorveglianza. Il filmato distorce leggermente e un'ombra dall'interno del bagno avvolge la guardia. Hitomi urla e si lancia fuori. La donna si ritira in fretta nel suo appartamento ed entra nell'ascensore. Mentre l'ascensore sale, il volto di Toshio si intravede a ogni piano attraverso la finestra dell'ascensore. A casa, Hitomi riceve una chiamata da Katsuya, che le dice che sta arrivando e le chiede il numero del suo appartamento. Prima che possa riattaccare, il campanello suona e lei vede suo fratello fuori attraverso lo spioncino. Apre avidamente la porta, ma trova il corridoio deserto. In preda al terrore corre a letto e si nasconde sotto le coperte, ma una forma umana si manifesta in fondo al letto: è Kayako. 

Episodi 1, 4
– Rika è un'assistente sociale volontaria che viene incaricata di occuparsi dell’anziana Sachie Tokunaga, della quale abbiamo fatto conoscenza nel segmento di apertura. Quando si reca in quella che sembra una tranquilla casa di periferia, la trova nel caos. L’anziana donna, sporca e malnutrita, è apparentemente sola in casa. Mentre chiama la propria agenzia per denunciare il caso, Rika si accorge della presenza di un bambino che la fissa dalla cima delle scale. Chiede il suo nome e "Toshio" è la risposta che riceve. 
In quell’istante Sachie attira l'attenzione di Rika, i suoi occhi si spalancano improvvisamente per la paura mentre fissa qualcosa che sta sul soffitto. Una figura scura scende lentamente su di lei. Un paio di occhi compaiono all'interno della figura, che si aprono e fissano direttamente Rika, che poi sviene. Quando si accorge che Rika non è rientrata in ufficio, il suo capo Hirohashi si reca alla casa dei Tokunaga per controllare. Trova Sachie morta e Rika in stato di shock. La polizia, chiamata sul posto, scopre i cadaveri di Katsuya e Kazumi. Ulteriori indagini rivelano che le persone che avevano vissuto in quella casa sono morte misteriosamente o sono scomparse. Hirohashi verrà successivamente trovato morto sotto il lavandino in un bagno. 
Gli investigatori si rivolgono a un detective in pensione, Toyama, per le risposte. Toyama in precedenza aveva affrontato il caso di un uomo di nome Takeo, che aveva ucciso sua moglie Kayako e suo figlio Toshio in casa cinque anni prima. Mentre osserva la videocassetta di sicurezza dall'edificio dell'ufficio di Hitomi, Toyama vede la guardia che viene portata nel bagno da un'ombra. Mentre continua a guardare, vede una figura scura di donna che emerge dal bagno e cammina lungo il corridoio, fino a quando un viso non si alza all’improvviso direttamente davanti alla telecamera e lo fissa. Nello stesso momento, a casa sua, Rika è sdraiata sul letto quando improvvisamente irrompono Toshio e Kayako. Convinto che la casa sia la fonte di tutti i misteriosi incidenti, Toyama si reca lì con la benzina, intenzionato a distruggerla. Mentre è lì dentro sperimenta una visione della figlia dodicenne Izumi in un ipotetico futuro da adolescente: vede gli amici di Izumi un attimo prima che vengano attaccati da una forza invisibile. D’improvviso il fantasma di Kayako di appare strisciando giù per le scale verso di lui. Toyama riesce a fuggire, ma i suoi due colleghi, accorsi di fretta, si ritroveranno in un mare di guai. 

Episodio 6
– Diversi anni dopo facciamo conoscenza con l’adolescente Izumi, figlia del detective Toyama, da tempo morto vittima della maledizione. Ci ricolleghiamo finalmente all’ultimo, brevissimo segmento della versione televisiva, che non sapevamo bene come interpretare. Izumi era una delle studentesse che si era intrufolata all'interno della casa di Kayako, al tempo disabitata e posta in vendita. Lo stato psicologico di Izumi, unica sopravvissuta di quell’avventura, è completamente deteriorato dal terrore. Vive praticamente da reclusa, con le tende della cameretta ben chiuse, fogli di giornale incollati ai vetri e il cappuccio di una felpa ben calato in testa. Ma le sue precauzioni non bastano: i fantasmi delle sue amiche le appaiono, mentre le mani spettrali di Kayako emergono alle sue spalle. 

Episodio 5 - Sono trascorsi degli anni e ritroviamo Rika che non solo è sorprendentemente sopravvissuta, ma sembra essersi più o meno ripresa dal trauma. Alcuni strani episodi rivelano che la maledizione nei suoi confronti è ancora lontana dall’essersi esaurita. Rika riceve una chiamata dalla sua amica Mariko, che le dice che sta visitando uno studente che non va a scuola da molto tempo. A un tratto si sente un gatto miagolare al telefono e la linea si interrompe. Rika giunge alla terribile conclusione che Mariko si stia recando alla casa maledetta. Si affretta lì, ma è già troppo tardi: Kayako all'interno di un sacco di plastica insanguinato si sta avvicinando lentamente a lei. Sembra che stia cercando aiuto. Rika giunge alla terribile conclusione di essere destinata a rivivere i fatti che accaddero in quella casa cinque anni prima. Alza lo sguardo e vede Takeo, il marito di Kayako, che cammina verso di lei. Al piano di sopra, Toshio osserva attraverso la balconata così come fece il giorno che suo padre uccise sua madre. 
Il secondo capitolo cinematografico prosegue, come dicevamo poc’anzi, con la suddivisione in sei capitoli, ma li propone sorprendentemente in ordine cronologico. Non solo: Shimizu inserisce in essi un elemento di continuità che mancava nei lavori precedenti, ovvero una donna incinta immune alla maledizione della quale seguiamo praticamente tutto il periodo di gravidanza, dal concepimento al parto e anche oltre. 

Episodio 7
- L'attrice Kyoko Harase e il suo fidanzato Masashi stanno rientrando a casa in macchina a tarda notte; Kyoko è incinta del figlio della coppia. Masashi frena improvvisamente e dice di aver colpito qualcosa. Scende dall'auto per ispezionare e vede un gatto nero, morto. Ovviamente si tratta del gatto fantasma di Toshio, il quale, per vendicarsi, farà in modo che di lì a poco l'auto sbandi e si schianti. In ospedale, quando Kyoko si riprende scopre di aver perso il suo bambino non ancora nato, mentre Masashi è in coma. Kyoko entra nella stanza di Masashi ed è scioccata nel vedere il ragazzo fantasma che le corre incontro e le tocca il ventre prima di scomparire. Kyoko dunque conclude che il ragazzo è lo spirito del suo bambino non ancora nato. Qualche tempo dopo Kyoko, nel corso di una visita medica, scopre che il suo bambino è in realtà vivo e in buone condizioni. Decide di non parlare a sua madre quando torna a casa; va quindi a letto, si addormenta e al suo risveglio trova la madre morta. 

Episodio 8 - Tomoka è l'ambiziosa presentatrice di un popolare programma televisivo horror chiamato Heart-Stopping Backgrounds. Un giorno lei e Megumi, la parrucchiera dello show, discutono di un imminente episodio speciale di cui la famosa attrice di film horror Kyoko sarà la guest star. Il regista dello show, Keisuke, fa sapere loro che l'episodio sarà girato in una casa infestata a Nerima e si concentrerà sulla storia della casa. Quando Tomoka torna al suo appartamento, al buio, vede una persona che si libra sul soffitto. Il suo fidanzato Noritaka arriva poco dopo per raggiungerla. Entrambi sono testimoni di strani fenomeni ed entrambi troveranno la morte il giorno successivo, strangolati dai capelli di Kayako. 

Episodio 9 - Megumi sta aiutando Kyoko a prepararsi per le riprese. Keisuke spiega la scena a Kyoko, questa gli chiede se gli omicidi siano realmente avvenuti in casa e Keisuke le racconta tutta la storia. Come prevedibile, strani incidenti iniziano a disturbare le riprese. Al termine della giornata, Megumi si ricorda di aver lasciato la sua borsa nella stanza al piano di sopra e torna a recuperarla proprio mentre Keisuke sta per chiudere a chiave la casa e andarsene. In attesa di Megumi, Keisuke esplora il soggiorno e trova la fotografia danneggiata di una famiglia. Trova anche un diario appartenente a qualcuno chiamato "Kayako" e lo sfoglia brevemente prima di gettarlo di nuovo a terra. Megumi, nel frattempo, nota una macchia di umidità sul pavimento diventare sempre più grande e strani graffi attorno ad essa. Corre giù impaurita e se ne va subito assieme a Keisuke. Ritroviamo Megumi il giorno successivo nel camerino, mentre prepara le parrucche e le pettina. Una di queste prende improvvisamente vita e la fa cadere a terra. Terrorizzata, Megumi indietreggia e la stessa macchia di umidità vista in precedenza appare sul pavimento. Un flashback mostra l'origine di tale macchia, che si formò quando Kayako fu assassinata. La parrucca gradualmente si trasforma in Kayako e raggiunge Megumi. 

Episodio 10
- Il giorno successivo Kyoko sta visitando Masashi, che è ancora in coma, in ospedale, quando il suo amuleto cade a terra. Kyoko prende la mano di Masashi e la preme contro il suo stomaco, chiedendogli cosa dovrebbe fare per il loro bambino. Masashi improvvisamente ha una convulsione e allontana la mano di Kyoko, terrorizzandola a morte. Proprio in quel momento Keisuke viene a cercare Kyoko e le riferisce delle numerose morti avvenute nelle ore precedenti, quindi l’accompagna a casa, suggerendole di abbandonare lo spettacolo. Le riassume inoltre i risultati delle sue ricerche sulla casa di Nerima, le mostra i resoconti dei giornali sugli omicidi e le fotografie delle vittime: Kayako e Toshio. Una volta a casa entrambi vedono il fantasma di Megumi che sta cercando di passar loro un libro: è il diario di Kayako, che Keisuke aveva già notato nella casa infestata. I due si dividono e mentre Keisuke sta fotocopiando il diario, Kayako appare. Il giorno successivo Kyoko ritorna alla casa infestata, entrando dal retro perché la porta principale è chiusa a chiave. Mentre esplora la casa, sente dei rumori e vede una studentessa che bussa alla porta d'ingresso e chiama disperata la sua amica fuori casa. Kyoko sente un dolore allo stomaco: qualcosa si muove all'interno del suo ventre. Cade a terra mentre Kayako inizia a strisciare giù per le scale. Kyoko urla e sviene. 

Episodio 11 - Chiharu era un’amica di Izumi Toyama, che abbiamo già conosciuto. Chiharu, su invito della sua amica Hiromi, si ritrova a lavorare come comparsa nello show televisivo di Kyoko, e sin dall’inzio delle riprese inizia ad avere delle visioni da incubo. In una di queste vede se stessa all’interno della casa, ma la porta è bloccata e non può essere aperta e, mentre cerca di chiamare Hiromi, che è fuori, per chiedere aiuto, lo spirito di Kayako dietro di lei sta già scivolando giù per le scale. Non finirà bene. 

Episodio 12
- Keisuke accompagna Kyoko in ospedale perché la donna ha cominciato il travaglio. In sala operatoria, mentre i medici si preparano a eseguire un taglio cesareo Kyoko avverte le contrazioni e il bambino inizia a uscire. Quando il bambino finalmente viene alla luce, le luci in sala operatoria iniziano a lampeggiare in modo irregolare e i medici e gli infermieri sembrano terrorizzati dalla vista del bambino. Tutti crollano a terra per la paura e iniziano a indietreggiare contro i muri. Kyoko si chiede cosa stia succedendo e guarda in basso, solo per vedere Toshio che fissa il bambino e grida eccitato "Okaasan!" (termine giapponese per "madre"). Kyoko sviene mentre i dottori e le infermiere muoiono per lo shock. Nello stesso instante Masashi, il marito di Kyoko, si toglie la vita saltando giù da un edificio. Keisuke, che stava aspettando fuori dalla sala operatoria, irrompe e trova le luci spente. Sente il pianto di un bambino che gradualmente si trasforma in un inquietante rantolo di morte. Crolla a terra mentre una Kayako adulta, coperta di sangue, striscia fuori dal grembo di Kyoko e da lì verso di lui. Quando Kyoko riprende conoscenza in sala operatoria, sente il pianto di un bambino e vede qualcosa coperto da un panno macchiato di sangue sul pavimento. Si alza, prende in braccio la piccola e la abbraccia affettuosamente. 
Anni dopo, ritroviamo Kyoko e sua figlia mentre stanno attraversando il ponte di una ferrovia. Il viso di quest’ultima è coperto dai suoi lunghi capelli e ciò che tiene in mano è il diario di Kayako. Mentre riteniamo che tutto sia finito, la bambina getta Kyoko giù per la scalinata. Kyoko è sdraiata in fondo ai gradini, sanguinante dalla testa, ma sorridente. Quando infine muore, la bambina si allontana da sola con il diario. 

Nel caso della serie Ju-On, il regista sfrutta abbondantemente la quarta regola dell’estetica J-Horror di Takahashi & Konaka di cui abbiamo già parlato in precedenza. La casa abbandonata e infestata è allo stesso tempo ordinaria e familiare, ma anche isolata, trascurata e terribile. Si tratta di una tipica residenza giapponese, con spazi abbastanza ampi da consentire un certo movimento (stavo per dire dinamismo, ma è forse eccessivo) ma abbastanza stretti da creare tramite angolazioni inusuali e, in generale, il lavoro della telecamera un pervasivo senso di claustrofobia. Quando il regista Shimizu si cimenterà nella versione hollywoodiana "The Grudge", realizzerà persino una replica della casa di Tokyo, con i suoi scomparti e le sue nicchie, al fine di mantenere il senso della banalità spaziale e la sensazione di claustrofobia.

Il presente articolo è parte di un vasto progetto che ho voluto chiamare Hyakumonogatari Kaidankai (A Gathering of One Hundred Supernatural Tales) in onore di un vecchio gioco popolare risalente al Giappone del periodo Edo (1603-1868) e, di  tale progetto,  esso rappresenta la parte 45 in un totale di 100.
Se volete saperne di più vi invito innanzitutto a leggere l'articolo introduttivo e a visitare la pagina statica dedicata, nella quale potrete trovare l'elenco completo degli articoli sinora pubblicati. L'articolo è inoltre parte del progetto "Ju-On, speciale rancore" che è iniziato qui lo scorso 7 settembre. Buona lettura! P.S.: Possiamo spegnere la 45° candela...

4 commenti:

  1. Li ho visti entrambi dopo le versioni USA, ai tempi in cui i film erano molto più difficili da reperire, e se il primo mi ha sempre lasciata sconvolta per il modo in cui, sul finale, viene suggerito come l'intero Giappone, prima o poi, soccomberà alla maledizione (tolto tutto il resto degli spaventi inenarrabili provati durante la visione), dopo aver visto il secondo non riesco più ad andare in macchina da sola, di sera, senza guardare nella nicchia del sedile del passeggero per timore che spunti Toshio.

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    1. Visti talmente tanto tempo che nemmeno mi ricordo se ho visto prima questi (il primo di questi) o il da noi più celebre "The Grudge" americano. Mentre lo guardavo saliva in me le consapevolezza che tutto l'horror visto in precedenza non valeva nulla a confronto con quanto mi stava scivolando davanti agli occhi. Quella notte non ho dormito. Avevo addirittura paura a girarmi nel letto. Solo le prime luci dell'alba mi hanno poi restituito un briciolo di sanità mentale...

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  2. Effetti Jump scare sfruttando solo il senso di ansia creato dalla tensione si ottengono soltanto con una regia sapiente. L'ultimo film che ho visto che potrebbe rientrare in questa tipologia (ma come sai non guardo quasi più horror, quindi non sono esperto) è "The others".

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    1. Film come "The Others" o come "Il sesto senso" hanno un modo tutto loro di fare paura. Sfruttano l'ansia, e il suo graduale accumularsi, per darti il colpo di grazia nel momento in cui rivelano una verità che non ti aspettavi. Oggi non sarebbe più possibile farli (siamo ormai troppo sgamati) ma ai tempi funzionavano meravigliosamente.

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