venerdì 10 ottobre 2025

Benjamin Nathan: un antico delitto della camera chiusa (Pt.1)

Solo qualche settimana fa, attorno a ferragosto, scrissi una recensione a "I delitti della casa decagonale" di Yukito Ayatsuji che, come spesso accade, specialmente in piana estate, è passato più o meno inosservato. Perché ve ne parlo proprio ora? Semplicemente perché l'incipit di quel post, dove facevo una rapida rassegna dei cosiddetti “delitti della camera chiusa” nella letteratura gialla, ci starebbe a pennello, senza alcuna variazione, anche oggi. Il fulcro di tale sottogenere, come scrivevo nell'altro post, non è quello classico del poliziesco, cioè scoprire il responsabile, bensì scoprire il modo in cui il crimine è stato commesso. Ho citato naturalmente i classici più importanti, da Gaston Leroux a John Dickson Carr, da S.S. Van Dine a Ellery Queen, fino ad arrivare alla regina indiscussa Agatha Christie. Lo scopo di quella carrellata era introdurre un romanzo abbastanza recente che non era difficile non notare sugli scaffali delle librerie nei primi mesi di quest'anno.
La storia che racconterò oggi non nasce però, ahimè, dalla fantasia di uno scrittore di romanzi gialli; la storia è reale, un delitto è realmente accaduto e le circostanze con cui si sono trovati ad avere a che fare gli investigatori rientravano perfettamente nello schema tanto caro ai giallisti citati pocanzi.
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