“Quando il governo francese ne aveva sequestrato le copie appena giunte a Parigi, Londra ovviamente aveva cominciato a bramarne la lettura: com’è noto, il libro si diffuse come una malattia infettiva, di città in città, di continente in continente, proibito qui, sequestrato là, condannato dalla stampa e dal pulpito, censurato persino dai più moderni fra i letterati anarchici." (Robert W. Chambers, The Repairer or reputations, 1895).
"Oltre un secolo fa il governo francese aveva presumibilmente bruciato la prima edizione tradotta de Le Roi en Jaune che aveva attraversato i suoi confini. Dopo aver letto il secondo atto [la dottoressa Barbara Post, ndr] ne aveva compreso il significato, sebbene fino a quel giorno non fosse sicura del vero motivo per il quale avesse gettato la propria copia nelle acque della Senna." (Ann K. Schwader, Tattered Souls, 2003).
La maggior parte delle copie del famigerato "Re in Giallo", perlomeno l'edizione in francese, vennero quindi distrutte secondo quando inizialmente riferitoci da Chambers e confermatoci un secolo più tardi dalla Schwader. Eppure si direbbe che, nonostante tutto, alcune copie siano riuscite a scampare all'oblio. Una di queste salta fuori, sorprendentemente (ma non troppo), dalla borsetta di Sylvia C. proprio nel corso della prima seduta presso lo studio-abitazione della dottoressa Barbara Post. Tale rivelazione è uno dei momenti cardine del racconto, quello in cui ci si rende conto, ancora una volta, dei vasti scenari che ci si aprono davanti e dei molteplici grovigli che rendono la mitologia "in giallo" quasi impossibile da sbrogliare.
Barbara ammette di aver iniziato a leggere Le Roi en Jaune parecchi anni prima, quando ancora era una studentessa e viveva a Parigi. Come abbiamo visto nella citazione precedente, la sua lettura non era proseguita oltre il secondo atto, un passo come abbiamo già visto (ne "Il Riparatore di Reputazioni") molto critico, quello che generalmente segna il confine tra la sanità mentale del lettore e la follia senza ritorno. Fortunatamente la conoscenza del francese della dottoressa Post, a quei tempi, non era sufficiente perché lei potesse cogliere appieno ogni aspetto della questione, ma era tuttavia abbastanza da permetterle di prendere l'unica decisione possibile: gettare il libro nella Senna. "Poteva ricordare abbastanza bene cosa aveva provato dopo la lettura de Le Roi en Jaune, una sensazione che proveniva dal profondo dell'anima, come i postumi di una sbronza di assenzio, ma non ricordava assolutamente nulla della trama". In quel momento non c'è tuttavia alcun motivo perché le due donne non debbano finire per parlare di quel libro. E quell'instante è solo l'inizio del crollo.
Barbara ammette di aver iniziato a leggere Le Roi en Jaune parecchi anni prima, quando ancora era una studentessa e viveva a Parigi. Come abbiamo visto nella citazione precedente, la sua lettura non era proseguita oltre il secondo atto, un passo come abbiamo già visto (ne "Il Riparatore di Reputazioni") molto critico, quello che generalmente segna il confine tra la sanità mentale del lettore e la follia senza ritorno. Fortunatamente la conoscenza del francese della dottoressa Post, a quei tempi, non era sufficiente perché lei potesse cogliere appieno ogni aspetto della questione, ma era tuttavia abbastanza da permetterle di prendere l'unica decisione possibile: gettare il libro nella Senna. "Poteva ricordare abbastanza bene cosa aveva provato dopo la lettura de Le Roi en Jaune, una sensazione che proveniva dal profondo dell'anima, come i postumi di una sbronza di assenzio, ma non ricordava assolutamente nulla della trama". In quel momento non c'è tuttavia alcun motivo perché le due donne non debbano finire per parlare di quel libro. E quell'instante è solo l'inizio del crollo.
Ma chi è quindi veramente Sylvia C.? Forse a qualcuno è sfuggito, ma lo avevo già rivelato nel piccolo brano in apertura del post precedente: "Sylvia C. stava ancora parlando, descriveva i luoghi dove viveva i suoi incubi, lo faceva dolcemente e ineluttabilmente. Barbara fece un respiro profondo e la interruppe. “Va bene. Molto, molto, bene. Adesso, voglio che ti concentri su te stessa in quei luoghi. Chi sei? Hai un nome?" Sylvia esitò. “Cass… Cassilda.”
In quel preciso attimo un brivido solca la schiena di Barbara. Nel bel mezzo della seduta di regressione ipnotica tutto le appare chiaro, tutti i tasselli vanno al loro posto: Carcosa, il segno giallo, la maschera pallida... Tutti i tasselli vanno al loro posto tranne uno, il più temibile. Ma bisogna andare avanti, continuare, arrivare alla verità. Bisogna farlo adesso che Sylvia è sotto ipnosi e tecnicamente innocua. "Adesso ti chiedo un'altra cosa. Voglio che mi parli della tua morte. Dimmi, come è successo? Come sei morta?". Sylvia non risponde immediatamente. Lascia passare qualche attimo, qualche interminabile attimo, poi ridacchiando, con voce roca e strangolata, dice: "Perché me lo chiedi? Davvero non te lo ricordi, cara sorella?". Con queste parole i suoi occhi si spalancano e si voltano minacciosamente verso la dottoressa Barbara, ormai in preda al terrore. "Sei stata tu, Camilla..."
Accidenti che chiccona, questo Tattered Souls! Questa che è una bella dritta ;-)
RispondiEliminaPer la cronaca "Tattered Souls" è stato ristampato pochi anni fa e lo si può trovare all'interno della raccolta intitolata "Rehearsals for Oblivion: Tales of the King in Yellow (Act I)" curata da Peter A. Worthy....
EliminaPenso che cercherò di reperirlo questo Tattered Souls. :)
RispondiEliminaCome sempre ti rinnovo i miei complimenti per la passione che metti in questo dossier sugli "Yellow Mythos"!
Di mio aggiungo solo che per molti scrittori contemporanei e successori di Chambers come Lovecraft Hastur non era solo un luogo ma anche una delle entità appartenente ai Grandi Antichi.
Il primo a nominare Hastur fu il solito Ambrose Bierce nel 1891 in un racconto intitolato "Haita the Shepherd". In quelle pagine Hastur viene identificato come una divinità benevola. Successivamente August Derleth, il famoso discepolo di HPL lo trasformò in uno dei Grandi Antichi, imbruttendone i connotati e la personalità.
EliminaIn generale, nella maggior parte dei racconti facenti parte degli Yellow Mythos, il nome Hastur è invece attribuito ad un luogo, a volte una città, a volta una ragione, a volte un intero pianeta.
Esiste qualcosa che non debba la sua origine al mitico Bierce? ^_^ Anche quello che non sembra suo... è suo!
EliminaMi sa proprio che non vi sia nulla che non abbia a che fare con lui...
EliminaPerché comincia tutto con "Ca"?: Ca-rcosa, Ca-ssilda, Ca-milla.
RispondiEliminaNon ho una risposta a questa domanda. Non credo ce ne siano.
EliminaMolto interessante, la descrizione di Mr. Wilde mi ha fatto pensare a un Mi-Go lovecraftiano, travestito da essere umano. Sarà davvero un uomo, Mr. Wilde? Devo proprio recuperare prima di tutto Chambers e poi, magari, i suoi epigoni. Complimenti.
RispondiEliminaProbabilmente è solo un uomo, ma di sicuro non l'ha mai raccontata del tutto giusta...
EliminaGrande post *_* Rimango sempre incantata dal tuo modo di raccontare.
RispondiEliminaE dovrei recuperare un po' di letture, a questo punto, facendo riferimento anche ai commenti precedenti!
Buonanotte! ^_^
Bierce e Chambers sono due punti di partenza obbligatori. Tutto quello che poi trovi qui è solo una conseguenza....
EliminaForte!! È in Tattered Souls che viene ampliato il concetto di chi sono Camilla e Cassilda e tutte le cose che ci sono scritte? Sto' cercando di raccapezzarmi e faccio un po' fatica. Ho letto il Re in Giallo, sto' leggendo Lovecraft e mi intriga da matti tutto questo! Sinceramente non ho trovato tutti questi riferimenti nel racconto Il Riparatore di reputazioni. Gli indizi sono sparsi un po' in giro mi sembra.
RispondiEliminaHo letto gli articoli della pagina e proprio grazie a loro mi sono buttata in questa ricerca. Grazie all'Enciclopedia Chtuliana sono riuscita a leggere la trama dell'opera Il Re in giallo (o almeno quella che potrebbe essere la trama) e devo dire che mi prende sempre di più!
RispondiEliminaTentativi di ricostruire quella che potrebbe essere la trama, ovverosia la tragedia maledetta "The King in Yellow", sono stati fatti da due autori particolarmente interessanti, James Blish e Lin Carter. Presto parleremo anche di loro...
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