giovedì 22 ottobre 2015

Gotico napoletano (Pt.2)

Se ne Il ritratto del morto è la riconoscenza ad aprire una porta tra il mondo reale e il mondo del sovrannaturale, ne Il Natale di Hans Boller la chiave sarà il desiderio o, meglio, un desiderio insoddisfatto veicolato da uno degli oggetti-simbolo del gotico: un medaglione. Anche in questo caso, come nel precedente e in altri racconti, la vicenda viene presentata dalla viva voce del protagonista che ricorda avvenimenti passati, un espediente che sicuramente (rassicurandoci sulla sorte di chi narra) smorza un po' la suspense e tuttavia trasmette perfettamente quell'atmosfera gotica e quella sottile vena malinconica che, a mio parere, sono il vero punto di forza della prosa di Marrama. 
Siamo nella Francia del 1789, che di lì a poco sarà il palcoscenico degli ultimi tragici giorni di Maria Antonietta. Protagonista è Hans Boller, uno dei “più valenti miniaturisti di Francia” che, ospite del conte Du Marsy de Yvonac in un castello della lontana Bretagna, riceve una missiva nella quale Sua Maestà la Regina lo avverte del suo desiderio di riceverlo a corte “per presentarlo a una sua nuova e giovane damigella d’onore, Lucia de Champdelys”, alla quale egli dovrà eseguire un ritratto in miniatura da inserire in un medaglione. Una serie di sfortunate vicissitudini impediscono però al nostro di partire e, quando finalmente il momento adatto giunge, il vento di cambiamento che ormai spira da Versailles lo dissuade dal suo proposito. “Quanto a lungo, mi aveva aspettato la giovane damigella d’onore! E che cosa era avvenuto di lei, più tardi? Dove si trovava, adesso? Era fuggiasca? Era a Parigi? Viveva ancora?”.
Hans Boller comincia a tormentarsi con questi pensieri finché, giunta la notte di Natale, non succede un fatto strano che lo segnerà per sempre: quel medaglione, tanto desiderato da quella giovane e misteriosa damigella, verrà infine realizzato. “Un giorno, forse, i miei nipotini crederanno che il vecchio Hans Boller abbia vaneggiato: un giorno crederanno che io abbia sognato. Anch’io l’ho creduto, allora: e anche più tardi, ripensando alla cosa tragica e inverosimile, ho creduto, talvolta, di essere stato vittima di un’allucinazione…” 

Ed è ancora un medaglione ad essere al centro un altro dei racconti di Daniele Oberto Marrama: Il medaglione, che questa volta dà anche il titolo al racconto oltre ad essere l'oggetto del contendere, è al centro di un caso di follia omicida scatenata da ciò che viene definita “trasmigrazione delle anime”, maniera originale per introdurre il concetto di reincarnazione. Questo è il primo dei racconti di Marrama nel quale viene utilizzato l'espediente dell'ambientazione in una clinica psichiatrica per giustificare una storia dai contorni incredibili: un meccanismo efficace anche se certamente non inventato dallo scrittore napoletano, in quanto già presente in innumerevoli racconti di scrittori a lui contemporanei. "Noi siamo vissuti altre volte, e serbiamo dei vaghi ricordi, delle reminiscenze sbiadite di quelle passate vite. A volte, un fatto imprevisto ridesta in noi come una memoria sopita; sentiamo che qualche cosa si risveglia in noi, qualche cosa di lontano e d’incerto che, a poco a poco, si ricostruisce. Non è tutto un edificio che risorge: ma ne vediamo già tanto da poter rievocare il resto e immaginare l’insieme… E così ci riappare la vita che vivemmo nei secoli morti…".

Ed è proprio la scoperta di un medaglione il fatto imprevisto che sconvolge improvvisamente la vita del protagonista della nostra storia, che all'inizio troviamo ricoverato nella clinica psichiatrica del dottor Salenti in preda ad evidenti manie di persecuzione; un medaglione in cui egli si era imbattuto tempo addietro nella bottega di un antiquario, un medaglione del XVIII secolo, una miniatura finissima di un pittore sconosciuto. Forse la stessa che Marrama, anche se in maniera non esplicita, decise di utilizzare nel racconto precedente...? 
"Un viso di donna, un ovale dolcissimo, soffuso di un opaco pallore di alabastro: il pallore di una lampada in cui arde una sottile fiammella. Due occhi azzurri, sereni, temperavano la mestizia di quel viso, e una chioma ondulata, sapientemente incipriata, svolgeva le sue anella sulla breve fronte di avorio. Ma quel che era, soprattutto, vivo in lei, era la bocca: una piccola bocca carnosa, dalle labbra sanguigne, aperte a un sorriso così strano, in quel volto, come sarebbe strano un trionfante fiore purpureo sopra un abito di lutto grave […] E, d’un subito, sentii che qualche cosa risorgeva in fondo all’anima mia, e che un’immagine, sbiadita dal tempo – un tempo assai lontano – ritornava, a poco a poco, emergendo dal fondo scuro delle cose morte; ed era come lo specchio in cui l’immagine del medaglione si riflettesse. Io sentii che quella immagine era già dentro di me, che mi era familiare, che altra volta, in un’altra vita, avevo conosciuto quell’ovale così dolce, e quegli occhi azzurri e quelle labbra sanguigne. Dove? Quando?" 
Dove o quando non è importante. Ciò che è importante è la presenza di un oggetto in grado di risvegliare il ricordo di una vita precedente, un corto circuito temporale che sconvolge irrimediabilmente la sanità mentale di un uomo che, com'era forse prevedibile, si ritrova a dover fare i conti con la presenza di fantasmi di cui non era consapevole. Ma sono solo i suoi fantasmi a tormentarlo, oppure c’è dell’altro? Una volta che certe porte sono state aperte, non c’è modo di impedire a ciò che si trova aldilà di attraversarne le soglie. Chi è quindi quell’essere dalle mani scarne che sopraggiunge nel buio della notte per (re)impadronirsi del suo medaglione?

Senza spostarci di un solo metro, passiamo ad analizzare il caso di un secondo inquilino della clinica psichiatrica del dottor Salenti: “Il ricoverato era un capitano di marina mercantile, sopravvissuto per puro miracolo allo scoppio delle caldaie del suo bastimento. […] Egli scampò la vita; ma, dopo una lunghissima malattia, impazzì. E, nel delirio della sua follia, credette di aver fatto una grande scoperta, destinata a rivoluzionare il mondo: una scoperta per cui i bastimenti avrebbero solcato i mari senza aver bisogno di caldaie, né di macchine, né di motori.” Di questo nuovo caso ci riferisce il racconto La scoperta del capitano, nel quale si teorizza la possibilità che il pensiero, le idee, i ricordi possano essere sottratti a un individuo. Frammenti di memoria che non solo possono essere estratti dalla mente umana, ma addirittura essere trasferiti, immutati, in un luogo diverso. Si direbbe quasi che Daniele Oberto Marrama abbia previsto con cent'anni di anticipo la diffusione delle attuali tecnologie di archiviazione dei documenti e le teorie dei futurologi sulla memoria eterna: la memoria di un individuo paragonata ad una SD card o ad una chiavetta USB, volendo azzardare un facile parallelismo. "Un fremito mi scosse: non era, non doveva essere, in uno di quei cervelli, rinchiuso il segreto rubato a me? E dove, dove meglio che in un cervello poteva celarsi ciò che era stato succhiato da un altro cervello?". In realtà la scoperta del capitano, quella i cui dettagli sono andati perduti, doveva probabilmente basarsi sul principio dell’energia umana che sostituisce il vapore: precognizione, questa, di uno scenario diametralmente opposto a quello in cui si è realmente evoluta la nostra civiltà, nella quale l’energia umana ha assunto negli anni un ruolo sempre più insignificante rispetto a quella del vapore (qui da intendersi come tecnologia in senso lato). Possiamo quindi sostenere che Marrama riuscì a gettare un occhio nel futuro? Probabilmente sì, ma non in questo stesso futuro. Forse in un futuro alternativo, chissà. 
Probabilmente Marrama intuì qualcosa, ma evidentemente non diede abbastanza credito alla possibilità di una diffusione così invadente della tecnologia nelle nostre vite. Come biasimarlo? Resta però il fatto, innegabile, che La scoperta del capitano è un racconto estremamente avanti rispetto ai suoi tempi, oltre che un esercizio perfettamente riuscito nella misura in cui riesce nel non facile intento di amalgamare fra loro concetti contrastanti e unici per l’epoca in cui fu scritto. Un’epoca nella quale il fantastico era per lo più popolato da creature terrificanti, magari immateriali, ma con una loro innegabile fisicità.

8 commenti:

  1. Francia della rivoluzione francese? Hai detto le parole magiche per convincermi a recuperare tutto!!
    Il libro di cui hai parlato nel primo capitolo si trova solo sul sito della casa editrice o anche su Amazon?

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    1. Personalmente cercavo la versione epub, per cui alla fine l'ho preso sullo store IBS, ma ti confermo che si trova anche su Amazon. Comunque sia il prezzo è sempre lo stesso dappertutto (€3,99).

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  2. Innanzitutto voglio dirti che m'invogli a tornare a questo genere di letteratura, abbandonata ormai da anni.
    Descrivi talmente bene questi racconti che mi sembra di esserci caduta dentro.
    Anche a me è capitato, più di una volta di 'rivivere' una situazione, per esempio vedere un luogo ed essere sicura di esserci già stata Anni fa ero ad Algeri, per la prima e unica volta, e ho incontrato lo sguardo di una donna velata; ci siamo guardate a lungo, poi lei si è girata e se ne è andata, non prima di avermi salutata con la mano, E' giusto che ti dica che mia nonna paaterna, mai conosciuta, era di Orano.
    Ciao, a presto.
    Cristiana

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    1. Un incontro davvero bizzarro. Magari ha davvero riconosciuto in te qualche dettaglio che le era familiare. Piuttosto stimolante come ipotesi.
      P.S.: Orano?? La città de La Peste di Camus??

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  3. Da quello che vedo la reincarnazione e le malattie mentali erano temi che interessavano maggiormente Marrama.
    Davvero inconsueto, sembra quasi che esistesse una sorta di zeitgeist dei tempi seguita da molti degli scrittori gotici europei.

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    1. Credo che lo "zeitgeist", in quell'epoca, fosse un po' dovuto ai limitati confini del mondo e della conoscenza... alla fine, sotto la voce "malattie mentali" ricadevano un po' tutte le patologie inesplicabili...

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  4. Ma che meraviglia *__* Son sempre più rapita dall'autore! Grazie ancora per avercene parlato e penso che recupererò il titolo che ci hai presentato ^^
    Buona serata ^_^

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    1. Allora aspetto di sapere cosa ne penserai dopo averlo letto... ^_^

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