A volte mi chiedo se qualcuno si è mai accorto che nelle ricorrenze tendo spesso a ripetere le stesse cose, come quel particolare della pioggia in quel pomeriggio di aprile di cinque anni fa. Ma se il pubblico che mi segue è distratto anche solo la metà di quanto lo sono io, allora forse farò meglio a spiegare cosa sta per succedere sul blog a partire da oggi.
È usanza di Obsidian Mirror festeggiare i suoi compleanni con qualcosa di alternativo al solito post con le candeline. Quel “qualcosa di alternativo” è uno speciale che inizia oggi e avrà termine l’ultimo giorno del mese. L’argomento, come non avrete certamente mancato di notare, è annunciato in pompa magna dal nuovo header, posizionato là in cima, che sostituirà quello tradizionale per i prossimi trenta giorni.
Ricordate quando due anni fa, esattamente il primo giorno di aprile come oggi, partiva lo speciale dedicato a “Phantasm”, la saga cine-horror del regista americano Don Coscarelli? A quei tempi quell’iniziativa era il progetto più intenso e complesso della storia di questo blog, un progetto che non mancò di regalarmi un sacco di soddisfazioni, non ultima quella di essere riuscito a terminare qualcosa di iniziato (cosa davvero rara per me). Ma questo in realtà non fu nulla a confronto di quanto avvenne un anno dopo quando, forte dell’esperienza acquisita e consapevole degli errori commessi, mi ributtai in un progetto se possibile ancora più ambizioso. Nel 2015 fu la volta del ciclo coreano dei “Whispering Corridors”, ovvero di quei corridoi scolastici che ci diedero modo di parlare di orrore del quotidiano, quello vero, quello a cui ormai non facciamo più caso. Non ho volutamente usato il termine horror per definire lo speciale dello scorso anno in quanto, come senz’altro ricorderete, non solo Whispering Corridors, come molto cinema di genere, utilizzava i topoi del genere come pretesto per sviscerare concetti sociali ben più importanti, quali il dissenso per la logica folle propria dell’educazione scolastica coreana o il crescente fenomeno dei casi di suicidio giovanili all’interno di una società che noi occidentali stentiamo a comprendere, ma puntava molto più sull'aspetto drammatico delle vicende che su quello meramente orrorifico.
Tra l’altro, come avrete notato osservando attentamente l’header, quella che state leggendo è la prima parte di un progetto talmente lungo e articolato che non ho potuto fare a meno di spezzarlo a metà, spalmandolo su due interi mesi, naturalmente non consecutivi.
Aggiungo, nel caso ve ne fosse bisogno, che questo speciale si incastra a sua volta all’interno di un altro speciale, immensamente più vasto, quel “Gathering of One Hundred Supernatural Tales” (Hyakumonogatari Kaidankai) che ha preso il via a febbraio. Immagino si fosse capito, no?
E immagino si fosse capito anche che saremmo andati a esplorare il mondo di uno dei più celebri Onryō della tradizione giapponese, sorto dalla rabbia di una donna uccisa dal samurai presso cui era a servizio, il quale non accettava che le sue “attenzioni” venissero respinte. A quell'Onryō avevamo dato anche un nome: Kiku. La sua storia è stata rappresentata più volte nel corso dei secoli e, come spesso accade in questi casi, è stata più volte stravolta nella sua struttura. Ma un solo particolare è rimasto sempre inalterato: il finale, quello che vede una giovane donna finire scaraventata in fondo a un pozzo dal suo aguzzino, un pozzo che per lei rappresenta allo stesso tempo morte fisica e veicolo attraverso il quale poter ritornare, carica d’odio, nel mondo terreno. Il suo nome è Kiku (菊), ma in Giappone è meglio conosciuta come Okiku* (お菊), nome con il quale era rappresentata già nella prima metà del XVIII secolo nei primissimi spettacoli di bunraku, il celebre teatro dei burattini. Noi occidentali, che l’abbiamo scoperta solo di recente per merito del regista Hideo Nakata, ce la ricordiamo invece con un nome diverso: Sadako Yamamura!
(*) Il giapponese antepone il prefisso “o-“ a un nome proprio o a un sostantivo per assegnarli una connotazione onorifica.
Il presente articolo è parte di un vasto progetto che ho voluto chiamare Hyakumonogatari Kaidankai (A Gathering of One Hundred Supernatural Tales) in onore di un vecchio gioco popolare risalente al Giappone del periodo Edo (1603-1868) e, di tale progetto, esso rappresenta la parte 4 in un totale di 100.
Se volete saperne di più vi invito innanzitutto a leggere l'articolo introduttivo e a visitare la pagina statica dedicata, nella quale potrete trovare l'elenco completo degli articoli sinora pubblicati. L'articolo è inoltre parte dello Speciale Ghost in the Well che inizia oggi. Buona lettura! P.S.: Possiamo spegnere la 4° candela...
Auguri!!! Mi pare uno speciale fantastico per festeggiare i cinque anni di TOM!
RispondiEliminaTi dico subito che non vedo l'ora si proceda, ché il pozzo mi interessa assai, spero se ne riparlerà. L'ultima immagine che hai inserito mi riporta tra le pagine di un romanzo di Murakami (uno in particolar modo, anche se il pozzo ricorre spesso).
Stati parlando de "L'uccello che girava le viti del mondo", giusto? Avevo sentito già dire che parlava di un pozzo e che, in particolare, veniva descritto come una sorta di "porta" verso il sovrannaturale. Avevo pensato di anche di accennarne ma, non avendolo letto, mi pareva brutto. Tra l'altro, quando mi è venuto in mente (pochi giorni fa), avevo anche valutato di correre in libreria e di leggermelo a tempo zero, ma una volta visto il numero delle pagine mi sono depresso...
EliminaSì! Quel romanzo è una vera esperienza *__* Devo aver contribuito alla questione del "pozzo", scrivendone spesso nei commenti in relazione a Murakami XD Forse, ma non son certissima, anche a proposito di Tokyo Blues qui da te (ho controllato: oh sì XD). Per quel che riguarda L'uccello che girava le viti... ti consiglio di leggerlo con calma, non tanto per la mole, ma per la densità possibile!
EliminaHo controllato anch'io. E' vero! ^_^
EliminaLo leggerò di sicuro a questo punto. Peccato solo di non riuscire a farlo in tempo per accennarne in questo speciale... o magari sì, visto che avevo già deciso di spezzarlo in due parti.
AUGURI! Questo non è un blog, è un bloggone. Mi piace, mi piace, mi piace. Ah, ho visto anche i video su you tube. Cazza la randa e ...alla via così.
RispondiEliminaTroppo gentile! Ho scoperto che realizzare dei post-trailer in video mi diverte tantissimo, anche se come attività è un attimino "time-consuming".
EliminaPS: La randa è cazzata. Procedo di bolina stretta...
Hahahaha Mitttico. Ho dimenticato di farti i complimenti anche per il blu, dona molto al blog.
EliminaIl blu è davvero meglio di quel bel rosso mattone di prima?
EliminaMi intrometto: sì! ^_^ Più che altro per il contrasto con lo sfondo nero! E comunque, ignorami XD Il blog è cosa personale ;)
EliminaIo di The ring ho visto solo il remake USA, spero vada bene lo stesso.
RispondiEliminaE devo dire che il blu dona al blog.
Va bene lo stesso! ^_^ Il blu? Non è malaccio... il fatto è che ogni tanto una rinfrescata fa bene, anche se fosse temporanea...
EliminaDavvero complimentoni: per l'iniziativa, per la grafica, per le foto e per i booktrailer ;-) da vecchio creatore di bt condivido la passione ma "time consuming" è un eufemismo! Per fortuna poi YouTube mi ha bannato e cancellato decine di video che avevo impiegato decine di ore ad assemblare, così ho potuto passare ad altro: sappi trovare il giusto equilibrio tra un bel video e il numero di ore che ti servono per crearlo. (Io non ci sono mai riuscito!)
RispondiEliminaAttendo con ansia l'approfondimento sadakiano: ricordo ancora l'orrore che mi pervadeva leggendo il primo romanzo di Suzuki... e avevo già visto il film!
Decine di ore è decisamente troppo. Il mio post-trailer ne ha richieste giusto un paio, ma solo perché sono un perfezionista e, come tale, l'ho rifatto decine di volte (tra l'altro nemmeno la versione finale mi soddisfa del tutto, perché audio e video mi paiono ancora un pelino fuori sincrono).
EliminaAnch'io il primo libro di Koji Suzuki l'ho letto solo dopo aver visto il film di Hideo Nakata... Ne parleremo nel corso del mese...
Prima di tutto auguri per i tuoi cinque anni di blog!
RispondiEliminaTi seguo dall'intervista con Moz, oggi forse è il mio primo commento comunque io ti leggo spesso anche se vedi film abbastanza particolari ma questa iniziativa potrebbe piacermi ;)
È sempre un grande piacere quando qualcuno della maggioranza silenziosa si palesa! Grazie per il commento e spero che questo piccolo progetto non ti deluda.
EliminaAuguroni! :)
RispondiEliminaE complimenti: progetto interessantissimo!
Sono un fan dei Ring-movies, sia le versioni Giapponesi originali che i remake USA (il primo dei quali mi ha spaventato a morte!)
Per me il tuo blog sta diventando indispensabile, complimenti sinceri :)
Beh… se sei un fan della serie tutto ciò che andrò a raccontare probabilmente lo conoscerai già. Qualche chicca in grado di sorprenderti spero però di averla trovata… Stay tuned!
EliminaAuguri per i tuoi cinque anni socio!
RispondiEliminaComincio a sentirmi un vecchietto.. ma grazie! ^_^
EliminaIntanto auguri di buon blogheanno :-)
RispondiEliminaOra vedo un nesso (che ignoravo) tra un celebre film e le leggende di cui hai parlato nei post precedenti. E attendo ulteriori dettagli.
Ulteriori dettagli arriveranno a ritmo serratissimo. Intanto mi crogiolo in tutti questi auguri! Grazie!
EliminaComplimenti Obsidian a questo nuovo look. Fra l'altro ho letto che ci sarà un nuovo film della serie The Ring, intitolato The Rings diretto da uno spagnolo Javier Gutiérrez. Non ci si libera facilmente di Samara o Sadako Yamamura.
RispondiEliminaSe è per quello, sta arrivando anche "Sadako vs Kayako".... ovvero il crossover tra Ring e Ju-on... ^_^
EliminaBuon bloggeanno! Io invece mi sa che chiudo. O forse no. Chi lo sa! :-p
RispondiEliminaCosa significa "mi sa che chiudo"? Non scherziamo! Ah, ho capito.. un pesce d'aprile...
Elimina:-p
EliminaBuona ricorrenza e, impressionante forza di volontà. Serie di sette otto e potenzialmente 100(!?) post legati tra loro e tutti curati e pieni zeppi di riferimenti e citazioni, non è cosa comune sulla rete,
RispondiEliminaAlla prossima candela allora, e magari a qualche post che ci parli del Giappone dal punto di vista di chi ci è stato.
Sbaglio o c'è un leggero “mal di sol levante”?
La orza di volontà è ben presente. Il dubbio è se sia in grado di rimanere abbastanza a lungo per portare a termine tutto ciò che ho iniziato.
EliminaPS.: Un po' di nostalgia per quei miei giorni giapponesi, risalenti ormai al lontano 2012, effettivamente c'è.
Anche io come Glò ho subito pensato al pozzo del libro "l'uccello che girava le viti del mondo". Ormai per me quel pozzo è IL pozzo! :-D
RispondiEliminaAugurissimi per i 5 anni! ;-)
A questo punto non posso più esimermi... quel libro sarà mio!
EliminaIo ho visto solo Ring e The Grudge, nei remake americani.
RispondiEliminaRingu credevo fosse la versione sarda. :D
Buon compleblog e buon inizio dello speciale!
Ahahaha! No, lì è perché nel giapponese alcuni suoni non esistono, per cui quando si vuole giapponesizzare un termine inglese le consonanti a fine parola si trasformano in sillabe (e quasi sempre si usa la u). Chissà se anche i sardi hanno fatto lo stesso ragionamento....
EliminaArrivo un po' in ritardo, ma non potevo certo mancare alle celebrazioni per il quinto compleanno! Auguri :D Un abbraccio!
RispondiEliminaNon è tardi... Tecnicamente il giorno esatto del compleblog cade a metà mese. ^_^
EliminaÈ un periodo in cui latito molto (superfluo dirlo :D) e per tale motivo che arrivo in ritardissimo per gli auguri ^^
RispondiEliminaOttima scelta il blu, è più rilassante del rosso e mi piace molto (da bambino feci dipingere la mia stanza di blu).
The Ring (americano) l'ho visto e me la feci pure sotto :D
Io avrei voluto far dipingere la mia cameretta di nero, ma non me lo permisero... che strano. ^_^
EliminaArrivo in ritardissimo per gli auguri, però ho letto il post solo ora e ci tengo a farli lo stesso. Diciamo che sono molto in anticipo per quelli del prossimo anno?
RispondiEliminaPer quelli dell'anno prossimo infatti sei la prima! Grazie! ^_^
EliminaEvviva!
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