venerdì 20 ottobre 2017

The Day the Southern Rock Died

Qualunque sia il palcoscenico su cui si recita la propria vita, arriva il momento di calare il sipario e, quando i riflettori si sono spenti e il pubblico se n'è andato, si può cercare di capire se quello che è stato fatto è buono o cattivo. Questa è una regola che vale per tutti, a meno che...
a meno che il destino non venga a metterci il naso, trasformando un'esistenza magari normalissima in qualcosa di davvero unico.
Ed è così che, qualche volta, nascono le leggende.
Quel 20 ottobre 1977, esattamente quarant'anni fa, il destino volava sulle ali di un Convair CV-300 decollato poche ore prima dall'aeroporto di Greenville, nella Carolina del Sud, puntando la prua verso Baton Rouge, in Louisiana. Era però scritto che quelle ali non sarebbero scivolate delicatamente sulla pista di atterraggio prevista: il destino decise invece che quel volo si schiantasse tra gli alberi di una foresta dalle parti di Gillsburg, nel Mississippi, strappando alla vita delle vite umane per consegnarle direttamente alla leggenda.
Avrete ormai capito che quello di oggi vuole cercare di essere un piccolo tributo alla band che, forse più di ogni altra, ha lasciato una traccia indelebile nella storia del rock americano.
Non voglio però farvi il solito pippone che si usa fare in ricorrenze come questa, anche perché, per quanto io ne possa sapere, in Italia non ci sono poi così tante persone a cui sia mai fregato un cazzo dei Lynyrd Skynyrd. O mi sbaglio?
Sono anzi quasi convinto che siano in pochi là fuori, a parte qualche nostalgico disadattato come me, ad essersi lasciati trasportare sin da ragazzi dal sound esotico di una band dal nome così dannatamente impronunciabile (1). E tutto questo senza capire praticamente una sola parola di quello che quei ragazzi del sud raccontavano nelle loro canzoni.
Ma il punto non era capire questo o quel significato: il punto è semplicemente che quel ragazzo che ero, cresciuto nel mito dell'America a stelle e strisce, voleva far propria la colonna sonora di un mondo esotico e affascinante. Andava bene Bruce Springsteen, andavano bene gli Eagles... e tutto sommato andavano bene anche i Lynyrd Skynyrd, sebbene le stelle e le strisce delle loro bandiere non fossero esattamente le stesse a cui eravamo abituati.
Diciamo però tutta la verità: nemmeno io sono mai riuscito a prestare attenzione a un disco degli Skynyrd per più di un quarto d'ora di seguito. Indubbiamente belle le canzoni ma, porca miseria, tutte dannatamente uguali. È un po', la loro, quella che io definisco "musica da viaggio": dischi che infili nel lettore della tua automobile e che ti accompagnano senza distrarti troppo dalla guida; un sound che, dopo qualche chilometro, smetti di ascoltare perché ti viene automatico scollegare il cervello. Detto così non è un gran complimento ma, sarà anche colpa mia, è la pura verità.

19 ottobre 1977: l'ultimo spettacolo
C'era in realtà tutta una storia secondo la quale il pezzo più famoso della band (ovviamente questo) fosse una sarcastica replica alle parole che Neil Young aveva speso per criticare certi atteggiamenti tipici degli stati del sud, dei quali gli Skynyrd spesso cantavano le lodi. Se le polemiche fossero reali o montate ad arte non è però affar nostro, visto che di razzismi e antirazzismi abbiamo già di che occuparci a casa nostra. Inoltre, la sorte che si portò via il cantante Ronnie Van Zant, il chitarrista Steve Gaines, la corista Cassie Gaines e il road manager Dean Kilpatrick ci consente di sorvolare su quelle vecchie storie di reciproco risentimento.
Nell'incidente aereo, come riporta esaurientemente wikipedia, rimasero gravemente feriti il chitarrista Allen Collins, il bassista Leon Wilkeson, il chitarrista Gary Rossington, la corista Leslie Hawkins, il  roadie Steve Lawler e il security manager Gene Odom
Ce n'era già abbastanza allora per creare una leggenda sulla band americana, non vi pare? Ma la leggenda si trasforma in una maledizione dieci anni dopo, nel momento in cui, riunita la band sotto la guida del fratello minore di Van Zant, Johnny Van Zant, una incredibile serie di morti misteriose continua a funestare la sorte della formazione: il bassista storico Leon Wilkeson muore per problemi epatici e il suo sostituto Donald Evans muore di cancro, così come di cancro muore la corista Jojo Billingsley; il nuovo chitarrista Hughie Thomasson e il tastierista Billy Powell muoiono di infarto... per non parlare di Allen Collins che, dopo aver perso la moglie incinta, si schianta con la propria auto, uccidendo sul colpo la sua nuova fidanzata e restando paralizzato dalla vita in giù (morirà pochi anni dopo di polmonite). L'ultimo in ordine di tempo, solo due anni fa, è stato Robert Burns Jr, batterista tra i fondatori della band, finito fuori strada con la sua auto. E in tutto questo, come se non bastasse, c'era ancora l'ombra di quella maledetta copertina premonitrice... 

La copertina  di "Street Survivors", quinto e ultimo album degli Skynyrd originali uscito nei negozi solo tre giorni prima del fatale incidente aereo, mostrava una curiosa foto dei componenti della band avvolti dalle fiamme. Il particolare se vogliamo più atrocemente macabro riguardava la figura di Steve Gaines (al centro della foto, con la camicia rossa), letteralmente arso vivo dalla testa i piedi.
Dopo l'incidente aereo i discografici si affrettarono a ritirare dal mercato le prime copie di "Street Survivors" nella speranza, ovviamente vana, di cancellare dalla storia il triste presagio. La copertina venne quindi sostituita con una piuttosto simile, nella quale si mostrava la band su uno sfondo questa volta completamente neutro.
Detto tra noi, personalmente io avrei avuto qualche perplessità anche sul titolo dell'album, ma evidentemente, semmai qualcuno ci avesse fatto caso, era ormai troppo tardi per correre ai ripari, essendo il tour omonimo iniziato ormai da diversi mesi.

Ma il mistero più grande, quello su cui sembra che nessuno abbia perso mai molto tempo, è rappresentato dalle circostanze in cui l'incidente aereo occorse. Che cosa avvenne a bordo del Convair CV-300, codice di registrazione N55VM, tra le 16:02 e le 18:52 del 20 ottobre 1997?
Secondo il report della commissione incaricata a stabilire le cause dell'incidente, il pilota Walter McCreary e il co-pilota William Gray (entrambi deceduti nell'occasione), che decollarono appunto alle 16:02 dal Grenville Downtown Airport, avevano un piano di volo stimato di due ore e quarantacinque minuti, ben supportato da una quantità di carburante sufficiente per almeno cinque ore.
Alle 18:42, quindi solo a breve distanza dalla destinazione, McCreary chiamò il controllo a terra e si espresse nei seguenti termini: "We need to get to an airport, the closest airport you've got! We're low on fuel and we're just about out of it!". Aggiunse però che "We are NOT declaring an emergency!"...  Ma come no? 
Dieci minuti dopo il Convair CV-300 N55VM era ridotto a una lunga scia di lamiere contorte sparse tra gli alberi. La prova che il velivolo aveva davvero terminato il carburante, così come da indicazione del pilota, era data dalla totale assenza di un qualsivoglia incendio sul luogo del disastro (quasi una beffa, mi viene da commentare, per il discografico che si era affrettato a togliere la copertina di "Street Survivors" dal mercato), particolare questo che avrebbe risparmiato la vita di venti passeggeri su ventiquattro.

Ma davvero un velivolo, teoricamente soggetto ai più disparati controlli, avrebbe potuto consumare un pieno di carburante in metà del tempo? Non essendo prevista la famosa "scatola nera", e non avendo altre ipotesi, forse questa domanda andrebbe posta a Steven Tyler che, solo pochi mesi prima, avrebbe dovuto volare con i suoi Aerosmith sullo stessa aeromobile, ma all'ultimo decise di lasciar perdere per via di un brutto presentimento... o forse per via di quella inquietante bottiglia di Jack Daniel's che qualcuno avrebbe intravisto nella cabina di pilotaggio...

...e a proposito di premonizioni, che dire di quella strana storia secondo la quale Jojo Billingsley, una delle tre coriste della band, aveva previsto il disastro areo in sogno due giorni prima che accadesse? La ragazza, che qualche mese prima si era presa una pausa dal quel tour particolarmente faticoso, aveva previsto di rientrare a fine ottobre, proprio in occasione della data successiva a quella di Baton Rouge. Due giorni prima di quel 20 ottobre la corista fece un sogno spaventoso: l'aereo della band, vecchio e malandato, sarebbe caduto, causando la morte di tutti i passeggeri. La mattina successiva, raggiunto al telefono il chitarrista Allen Collins, la ragazza riferì il proprio stato d'animo ai membri della band. Non sappiamo se qualcuno, anche solo per un attimo, le abbia creduto. Sappiamo tutti invece come andò: il giorno dopo una telefonata raggiunse Jojo Billingsley portandole la terribile notizia. E fu così che, quel venti ottobre di quarant'anni fa, nacque una leggenda.

(1) La pronuncia corretta, come indicato peraltro nel primo album della band, sarebbe 'lĕh-'nérd 'skin-'nérd. Si deve la sua origine a Leonard Skinner, insegnante di educazione fisica e attivo sostenitore dalla politica repressiva contro la moda maschile dei capelli lunghi. 
È pertanto sufficiente che proviate a biascicare il nome Leonard Skinner, cercando magari di forzare nella vostra pronuncia una cadenza americana, per ottenere il risultato che desiderate. Ovviamente la citazione, tra l'altro mai tenuta nascosta, era palesemente una presa per il c... 
Tale indesiderato omaggio fece di Skinner l'insegnante di ginnastica più rappresentativo nella cultura pop americana del secolo scorso. Leonard Skinner è scomparso nel 2010, all'età di 77 anni, dopo una lunga malattia.



13 commenti:

  1. Uelà, mica sapevo tutto questo intrigante mistero intorno al gruppo! Quando penso a loro mi viene sempre in mente la faccia di Steve Buscemi in "Con Air", che guarda i galeotti che stanno dirottando un aereo e cantano e ballano sulle note di "Sweet Home Alabama". Buscemi, seduto fermo, si chiede perché su un aereo in volo stiano cantando la canzone di un gruppo morto in un incidente aereo...

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    1. Ah sì, quella scena è piuttosto famosa. Ahahah! Sono sicuro che "Sweet Home Alabama" sia comunque uno dei pezzi tra i più sfruttati nella storia del cinema...

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  2. Grande e triste storia, un omaggio davvero sentito. Uno dei tuoi post migliori finora.

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    1. Uno dei post migliori? Davvero? Grazie! E pensare che non è nemmeno uno di quelli a cui ho dedicato più tempo....

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  3. Io non conoscevo veramente nulla di questa storia.
    Sempre sul pezzo. :-)

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    1. Perfettamente normale. In fondo gli Skynyrd dalle nostre parti non sono mai stati così famosi. Uno dei rari casi in cui una canzone ha superato la fama di chi l'ha scritta...

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  4. Devo essere sincero: conoscevo solo la celeberrima "Sweet home Alabama" e sapevo della loro identità "sudista" che me li aveva fatti un po' equivocare bloccando sul nascere ogni interesse (ho scoperto solo successivamente che il loro proporsi come "sudisti" non era in alcun modo legato a ideologie di tipo razzista).

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    1. Gli Skynyrd non sono certo gli unici che, nell'opinione di molti, hanno scritto una sola canzone degna di fama.
      Mi vengono in mente, così di primo acchito, gli America con "A Horse With No Name"... conosci altre canzoni degli America, per caso?

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  5. Non posso spendere parole sulla loro musica perché praticamente non so nulla a parte, anche io, per Sweet Home Alabama. Riguardo le morti strane purtroppo mi viene sempre da ricondurre le condizioni di salute allo stile di vita che possono aver condotto determinate persone.

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    1. In questo caso il dubbio è solo sullo "stile di vita" di pilota e copilota: portarsi una bottiglia di Jack Daniel's in cabina, se così mai fosse andata, non è certamente un esempio di affidabilità.

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  6. Non so quanto possa essere davvero considerato un complimento, per una band, essere considerati creatori di musica da sottofondo. Immagino lo sia per chi suona jazz o roba del genere... Ad ogni modo gli Skynyrd qui da noi non potrebbero essere nient'altro e a me piace pensare che a loro possa far piacere.
    PS: Non conosco la serie "Roadies": vedo se riesco a recuperare qualcosa. Grazie per la dritta!

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  7. Questo gruppo l'ho scoperto molto tempo dopo, come i Led Zeppelin, i Rolling Stones e molti altri, avendo avuto la new wave anni 80 (o poco prima) come riferimento musicale dell'adolescenza e della gioventù. Bravi, comunque... peccato che il padreterno stia con i nordisti.

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    1. Tutti grandi nomi ma, come dici tu, spesso penalizzati dal gap generazionale. Oggi ammettere ascoltare gli Skynyrd o gli Stones equivale ad ammettere di appartenere ad un'altra epoca...

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