lunedì 28 ottobre 2019

5.000 minuti a mezzanotte

Più o meno cinquemila, diciamo piuttosto. Non è che sono stato a contare con certosina precisione i minuti che ci separano dallo scoccare della mezzanotte di Halloween. Anche perché da queste parti la mezzanotte arriverà forse un paio d'ore prima con la tanto attesa presentazione pubblica di MIRROR MIDNIGHT, il cortometraggio horror che Luigi Parisi ha realizzato adattando un mio vecchio racconto. Vi ho già ampiamente illustrato i meccanismi che hanno trasformato la semplice idea di un piccolo blogger in un film capace di attraversare l'Atlantico e strappare consensi a un pubblico esigente come quello americano e non starò certo qui a ripeterli. Al massimo inserisco in calce qualche link a beneficio di chi giunge in ritardo o di chi senta l'impellente bisogno di un rapido ripasso.
Ci sarebbero ancora molte cose da raccontare, in realtà, ma certi aspetti (come per esempio il "making of") rivelerebbero troppo e preferisco lasciarvi il piacere di gustare appieno il cortometraggio e rimandare eventuali ulteriori considerazioni a un momento successivo. Posso invece raccontarvi di come il sottoscritto ha realizzato la versione inglese dello script, necessario per poter diffondere "Mirror Midnight" oltre i confini del nostro paese...
Una sera del giugno scorso, Luigi mi scrive e mi chiede se me la sento di tradurre urgentemente il testo. L'urgenza, mi spiega, è dovuta al fatto che le iscrizioni ad alcune rassegne cinematografiche specializzare scadono sei mesi prima della rassegna stessa (e i sottotitoli in inglese sono una "conditio sine qua non" per essere ammessi) e una di queste, ahimè, addirittura il giorno successivo. Avevo quindi davanti a me solo poche ore e non vedevo comunque il problema (anche perché stiamo parlando di un cortometraggio con una sola interprete... quanti dialoghi volete che ci siano...). Il terrore mi è piombato però addosso quando il mio occhio si è posato su questo passaggio:

Se ad Halloween la luna è piena e in casa hai uno specchio antico,
spegni le luci e compi il tuo rito!

Mezzanotte è arrivata! Una candela va accesa,
cammina all'indietro con aria distesa.

Al dodicesimo rintocco, giunta allo specchio,
guarda il riflesso e il tuo Desiderio sarà presto concesso!

Dentro lo specchio, il tuo sposo vedrai.
Ma fai tutto per bene o Morirai!

In generale non mi spaventa tradurre dall'italiano all'inglese (lo faccio spesso anche per lavoro), ma questa è una filastrocca: come riuscire a mantenerla tale, preservando metrica e rime? C'era anche da tenere conto che quei sottotitoli li avrebbero letti degli spettatori di madre lingua inglese, per cui, oltre ad essere scritti in un inglese irreprensibile, gli spettatori avrebbero anche dovuto percepire la musicalità delle strofe, senza sacrificare nulla al significato e senza uscire troppo dai binari. Un incubo di traduzione, in buona sostanza.

Piccola digressione: perché una filastrocca? Ricorderete certamente che alla base del racconto c'è una leggenda che affonda le sue radici negli Stati Uniti del primo Novecento, e che descrive una pratica che veniva eseguita dalle giovinette in età da marito, solitamente nella notte di Halloween.
Secondo la leggenda, se una ragazza avesse osservato con particolare intensità la propria immagine nello specchio, il volto di quello che sarebbe divenuto un giorno il suo sposo le sarebbe apparso riflesso al di sopra della spalla. Affinché ciò accadesse era necessario rispettare alcune regole fondamentali che, a seconda delle varie versioni della storia, potevano variare leggermente. Tra queste le necessità di utilizzare una candela come unica sorgente di luce e di effettuare quella che oggi chiameremo “divinazione”, raggiungendo lo specchio rivelatore salendo una scala e/o procedendo all’indietro. Ma se, per ipotesi, nel destino della giovinetta non ci fosse alcun matrimonio...
Non ho idea di come le ragazze dell'epoca si tramandassero la storiella, ma di sicuro al giorno d'oggi, che è andata persa la tradizione orale, una storia del genere può solo essere letta da qualche parte, come per esempio su un libro per bambini e sotto forma di filastrocca. Ed è appunto quel che accade alla giovane protagonista di "Mirror Midnight". Fine della digressione.

Tornando alla traduzione, ho immediatamente coinvolto Simona, la mia compagna, che con l'inglese se la cava bene quanto e più di me e assieme, nei tempi previsti, abbiamo sfornato un testo che ci è parso accettabile. Eventuali imperfezioni ci auguriamo possano essere perdonate in virtù della cosiddetta "licenza poetica", concetto che dovrebbe essere conosciuto anche all'estero. Ecco quindi, a seguire, il risultato con alcuni commenti. La prima strofa è stata forse la più facile, e l'abbiamo tradotta così:
When full moon is high, with a mirror in sight
Turn off the lights and accomplish the rite.
I concetti da preservare erano la presenza della luna piena, la presenza dello specchio e il buio. Precisare che lo specchio fosse in casa e che tutto stesse avvenendo nella notte di Halloween erano particolari sacrificabili, in quanto ovvi. A livello di metrica, credo che il risultato sia anche preferibile all'originale italiano, senza falsa modestia. Il trucco che abbiamo usato è stato quello di provare non solo a pronunciare ad alta voce la nostra traduzione, ma addirittura a cantarcela, come se fosse appunto il testo di una canzone. È presente, qualcuno forse se ne sarà accorto, un punto un po' più debole degli altri: l'utilizzo del verbo "to accomplish" anziché dei più appropriati "to do" o "to perform". Il termine "accomplish" significa infatti "compiere", ma più nel senso di "raggiungere un traguardo"; non è perfetto, ma se provate voi stessi a pronunciare la filastrocca, vi accorgerete che è la soluzione più musicale. Se fossi in errore me ne assumo personalmente la responsibilità, visto che è un punto sul quale ho insistito fino alla morte, nonostante le vigorose perplessità di Simona.
Midnight has come! A candle at once lit
Then walk backwards, forget now to quit. 
Abbiamo cercato in tutti i modi di trovare un equivalente per quel "cammina all'indietro con aria distesa", ma senza alcun successo. Il problema era naturalmente quello di trovare una rima con "lit" o con "candle" (o anche con "midnight", volendo girare la prima frase), ma di rime adatte nemmeno l'ombra o, perlomeno, a noi non ne sono venute in mente. Dopo lunghe meditazioni abbiamo ritenuto quel passaggio non fondamentale e lo abbiamo sostituito con "forget now to quit", nella logica di evidenziare il fatto che, una volta iniziato il rito, non lo si possa abbandonare così, senza conseguenze. Non perfetto, ma passabile come risultato.
At the twelfth stroke, at the glass keep your gaze
and your passionate heart will stand in amaze.
Questa è la parte di cui sono più soddisfatto. La traduzione non è letterale, come avrete notato, ma il concetto è intatto e la musicalità è una di quelle che non riusciremmo a rendere meglio nemmeno dopo altri mille tentativi. La formula "Stand amazed" (o "stand in amaze", come in questo caso) esprime quel senso di meraviglia che pietrifica, quella sensazione che solo il risultato positivo di un esperimento assolutamente improbabile possa causare. La scelta di spostare il soggetto dalla ragazza al suo "cuore ardente" (passionate heart) serve in realtà più ad allungare la seconda strofa che ad altro, ma ammetto che riesce anche ad evocare palpitazioni altrimenti non esplicite.
Inside the glass, look at the beloved you wished
Don’t fool around or Death will be unleashed.
Quest'ultima è la parte forse più debole e quel "the beloved you wished", detto tra noi, ancora non mi convince del tutto. Il problema principale nasce però dalla seconda riga, che letteralmente avremmo potuto banalmente tradurre in "Do it right or you will die" ma faceva schifo, era troppo corta e soprattutto troppo poco musicale per farla entrare nella filastrocca. Abbiamo preferito "scatenare la morte" ("death will be unleashed") ragionando sulla rima con "wished" facilmente inseribile, di conseguenza, nel contesto. Quel "fai tutto per bene", come vedrete poi nel film, è un momento importantissimo, la vera pietra angolare del film il cui epilogo, così com'è, deriva su un mezzo casino combinato dalla ragazzina. Una traduzione fedele era improponibile, così come improponibile sarebbe stata "do not make any mistake". La soluzione che ci è parsa più congeniale, e per raggiungere la quale abbiamo impiegato delle ore, l'avete vista. Il nostro "Don't fool around" corrisponderebbe in realtà più a un "non fare stupidate" e spero davvero che questa scelta (a nostro parere una sfumatura) sia alla fine stata interpretata nel modo corretto da chi ha assistito (o assisterà) alle proiezioni. 

Mi pare di aver detto ormai tutto quanto avevo da dire. Non resta quindi per voi che tenere duro per qualche giorno ancora. Il cortometraggio "Mirror Mindnight" uscirà in anteprima qui su questo blog giovedì 31 ottobre 2019, a un'ora ancora imprecisata,a ma sicuramente dopo il tramonto.
Per un rapido ripasso, trovate qui il mio racconto originale, qui e qui trovate un'intervista in due parti a Luigi Parisi e qui la presentazione dell'opera. Le prime recensioni esterne le trovate invece qui, qui e qui.

25 commenti:

  1. Stasera, finalmente, riuscirò a compiere il mio dovere "civico" u.u
    Non vedo l'ora di guardare il corto!

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    1. A certo doveri non ci si può sottrarre.... e per una volta non sto parlando del mio "on-demand" che attende da secoli...

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  2. Complimenti! Io l'inglese l'ho studiato abbastanza bene eppure ti dico che avrei avuto problemi a tradurre quella filastrocca mantenendo rime e lirismo, invece tu ci sei riuscito alla grande.

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    1. Alcuni passaggi continuano a piacermi meno di altri ma, comunque sia andata, di sicuro è stato divertente!

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  3. È già Halloween? No.
    E adesso? No.
    E adesso? Nooo!
    Ok la smetto ;-) Cheers

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  4. Sai che mi piace di più la versione inglese? Mi sembra che abbia un ritmo più uniforme e proprio per il fatto che avete dovuto tenere i concetti chiave, adattandoli, il risultato è molto poetico e leggermente enigmatico, così come deve essere. E' più misterioso.
    Vi faccio veramente i complimenti per questa impresa non facile e realizzata in così poco tempo, per giunta. Bravissimi!

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    1. Se avessimo avuto più tempo, tipo un anno, avremmo anche potuto tentare l'utilizzo dell'inglese arcaico.... "Hamlet, thou hast thy father much offended."!!!.. ho sempre sognato di poterlo imparare!

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    2. Sarebbe fighissimo! Dai, adesso che avete avviato la collaborazione, inizia a pensare a un altro raccontino fantasmatico ambientato nel '600...

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    3. Magari, ma certe cose non sono mica automatiche...

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    4. NO, è vero, però tu magari inizia a darci una pensata...

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  5. Visto ieri sera: mi è piaciuto molto! Davvero notevole specie se si considera la pochezza di mezzi a disposizione... ne parlerò domani, in attesa della première di Halloween! :)

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    1. Sei uno dei pochissimi privilegiati, te ne rendi conto? (Joking)
      Attendo con ansia il tuo pezzo, allora! ^^_^^

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  6. Non vedo l'ora. L'ultima strofa mi piace un sacco come è stata resa in traduzione <3

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  7. Secondo me l'hai tradotta perfettamente. Il senso è mantenuto, e anche ad esempio usando accomplish rendi tutto più "strano" e misterioso, perché il rito assume un altro valore, un'altra sfumatura :)

    Moz-

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    1. Spero che la pensi allo stesso modo il pubblico negli Stati Uniti, dove il corto viene proiettato.

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  8. Ma wow, che gran bel lavoro. Intanto ho visto il trailer, di buon taglio. Mi piace la scelta registica e la giovane attrice promette bene (sai che è mio pane :-)
    Una collaborazione che mi fa ripensare al desiderio di creare un mio cortometraggio prima o poi. Vedremo con la Commedia dell'arte. :)
    Ottimo anche il lavoro di traduzione. Ogni traduzione è un adattamento, quindi è giusto non tradurre all'impronta ma adeguare la lingua.

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    1. La ragazza promette bene, anzi benissimo. Senza di lei probabilmente il corto non sarebbe stato lo stesso. Semmai dovessi realizzare un tuo cortometraggio fammelo sapere! Non vedo già l'ora di vederlo...

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