mercoledì 3 giugno 2020

Il Re in Giallo rivelato (Pt.3)

"Non ha senso parlare di originale. Quando troviamo diverse varianti della stessa storia, non c'è modo di sceglierne una e dichiararla come la vera, l'unica e la definitiva. Ogni racconto è l'anello in una catena, parte di un ciclo in evoluzione. Ogni nuova rappresentazione del mito è un nuovo originale. Allo stesso modo, mi sembra molto fuorviante prendere le storie di Lovecraft e i miti ad esso collegati e definirli originali, relegando Chambers a un semplice ispiratore e Derleth a un semplice imitatore. Ognuno ha la propria integrità, la propria priorità. Lovecraft, in buona sostanza, ebbe il suo momento sul palco, ma in seguito fu sostituito da nuovi attori altrettanto capaci." (Robert M. Price)

Ripartiamo da dove ci eravamo lasciati circa un anno fa, mese più, mese meno, quando il presente "saggio" sulla mitologia "in yellow", se mi passate il termine, si interruppe bruscamente. Ancora una volta mi vedo quindi costretto a fare un breve riassunto della situazione, ricordando, a beneficio del viandante occasionale, che questo lungo viaggio nei territori inesplorati del mito chambersiano ebbe inizio già nel lontano 2013, e che a quel primo post ne seguirono decine di altri. Non pretendo che il viandante si prenda la briga di andarsi a rileggere tutto, ma, per un minimo di infarinatura, sarebbe auspicabile almeno la lettura del mega-riassuntone che ho inserito in questa pagina statica

Torniamo quindi a bomba su James Blish, autore di dark fantasy e speculative fiction che, primo in ordine di tempo, si prodigò nel tentativo di dare forma alla leggenda di Carcosa e del suo sinistro Re in Giallo. Sulla genesi del racconto che ne risultò, che prese il titolo di "More Light" e che fu pubblicato nel 1970 all'interno dell'antologia "Alchemy and Academe", abbiamo già avuto modo di soffermarci qui e qui
In una delle ultime occasioni (qui) avevamo invece iniziato ad addentrarci nel cuore stesso del mito, ovvero nel tentativo che fece James Blish di mostrarci integralmente il testo a cui mille altri scrittori avevano (e avrebbero) solo vagamente accennato. Lo stesso Robert W. Chambers, come ho avuto più volte modo di dire, nei suoi racconti non ci fornì niente di più che frammenti occasionali, proprio nell'ottica di elevare il Re in Giallo a leggenda (cosa che fece d'altra parte anche Lovecraft con il suo Necronomicon).
Nel primo frammento avevamo avuto modo di fare la conoscenza di Cassilda, una regina, e del principe Uoht. Lo scenario, lo ricordo, è particolarmente desolante: "un balcone del palazzo di Hastur, affacciato sul lago di Hali, che si estende fino all'orizzonte, inerte, vuoto, avvolto di una sottile foschia. Due astri si tuffano sulla sua superficie, perennemente immota. Tutt'attorno oggetti una volta opulenti, ora drammaticamente segnati dal trascorrere del tempo. Calcinacci scivolati dalle pareti, inosservati".

Prima di procedere con il secondo frammento, tuttavia, vorrei riportare la vostra memoria a quella vecchia ipotesi secondo la quale ciascun personaggio sembrerebbe possedere uno o più "alias", quelli appartenenti al fantomatico "Regno di Hastur", quelli della dimensione parallela del "Re in Giallo" e quelli con i quali sono conosciuti nella loro controparte "terrestre". La questione è dannatamente complicata, come è intuibile, e non nego che io stesso faccio fatica, a questo punto, a tenere insieme tutti i tasselli finora faticosamente collocati. Ciò che tuttavia è importante avere presente, tra tanti elementi a volte contraddittori, è che la base di tutto è "Il riparatore di reputazioni" di Chambers.
In tale racconto Hildred, il protagonista, viene a conoscenza dell'esistenza di un manoscritto che rivelerebbe alcuni dettagli circa la perduta Dinastia Imperiale d'America. Tale manoscritto citava "l'origine della dinastia a Carcosa, i laghi che univano Hastur, Aldebaran e il mistero delle Iadi", parlava inoltre di Cassilda e di Camilla e descriveva "le nebulose profondità di Dehme e il lago di Hali". Nel testo erano menzionate le varie "ramificazioni della Famiglia Imperiale fino a Uhot e Tale, da Naotalba e lo Spettro della Verità fino ad Aldones". Infine narrava "la meravigliosa storia dell'ultimo Re".

Con il secondo frammento, prelevato dall'opera di James Blish, e tradotto al meglio dal sottoscritto, incontreremo proprio alcuni di questi personaggi. Si voglia anche notare la curiosa differenza di sintassi tra i nomi originali riferiti da Chambers (Uhot e Tale) e quelli che appaiono qui di seguito.
(Camilla, una principessa, entra, poi esita)
CAMILLA: Oh, io ...
CASSILDA: Vieni avanti, Camilla, ascolta pure. Non ci sono più segreti. Tutto è andato in rovina e anche il tempo, ormai, si è fermato.
(Entra Thale, il principe più giovane)
THALE: Ancora con le tue sciocchezze, madre?
CASSILDA: Se ti fa piacere chiamarle così, Principe Thale. Quanto a me, sono solo una regina. Puoi prendermi in giro a tuo piacimento.
THALE: Ma no, non intendevo ...
UOHT: Al di là delle battute, il principe Thale ha ragione. Il tempo non si può fermare. È una contraddizione in termini.
CASSILDA: Il tempo si ferma, Uoht, quando hai ormai ascoltato ogni possibile banalità, per un numero infinito di volte. Quando mai è successo qualcosa di nuovo a Hastur? L'assedio, come hai giustamente e ripetutamente osservato, è interminabile. Tutto qui. Né Hastur né Alar avranno mai la meglio. Entrambi moriremo nella polvere - o nella noia, a seconda di quella che arriverà per prima. Ah, mi spiace per te, Uoht, ma le tue parole non fanno altro che confermarmi che non c'è alcun futuro per l’umanità. Anche da bambino, sai, eri un po' ottuso.
UOHT: Puoi dire ciò che vuoi di me, perché la regalità, si sa, ha i suoi privilegi. Comunque, non tutto è perduto, Cassilda. È in tuo potere cambiare le cose. Se solo non fossi così stanca di noi - e di te stessa.
CASSILDA: Oh, dobbiamo parlare di nuovo della Successione? Non c’è niente di più noioso delle dinastie.
THALE: Madre, la Dinastia deve morire solo perché tu ne sei nauseata? Una tua sola parola e le Stelle Nere risorgerebbero. Al di là di tutte queste tue pessimistiche previsioni, Alar non può resistere alle Stelle Nere; lo sai. Sarebbe anche… un atto di misericordia, per il popolo.
CASSILDA: Il popolo? Quale popolo? Ti importa così poco degli altri, a te come a Uoht. Conosco il cuore di entrambi molto bene. Tutto ciò che la Corona significa per voi è… vostra sorella. D’altra parte non c'è altra ricompensa per un Re in Hastur. Quanto alle Stelle Nere, ne ho abbastanza! Non diffondono altro che buio.
Ci fermiamo qui per oggi. Vi lascio qualche giorno per riflettere sul contenuto di questo frammento e sui possibili sviluppi di questo lungo viaggio nei meandri degli Yellow Mythos. Come già in precedenza però, prima di procedere con qualsivoglia analisi, sarà opportuno chiedere un parere al buon vecchio Lin Carter...
CONTINUA

6 commenti:

  1. Mi ero persa parecchie puntate e la pagina statica mi è stata di grande aiuto.

    Io mi imbattei negli Yellow Mythos grazie al fenomeno True Detective e, quindi, all'opera di Chambers. Ora mi piacerebbe trovare e leggere More light di James Blish e The dream leech di William Lauglin.

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    Risposte
    1. Ludo! Che piacere ritrovarti! Pensavo avessi smesso di bloggare...
      Pare quindi che quel riassuntone non sia così inutile come ogni tanto mi vien da pensare....

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  2. c'è un liebster per te alla fabbrica xD

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  3. Tra le ultime aggiunte alla "Fabbrica del Mito in Giallo" hanno contribuito anche diversi numeri del fumetto "Dampyr" dei quali penso parlerai a breve che cercano a loro modo di mettere ordine nella mitologia.
    Ciao!

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    Risposte
    1. Mah, in realtà ho fatto in tempo a prenderne solo uno di quei Dampyr, per cui non credo di avere tutti i mezzi per poter scriverci un post.

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