Terri “Missy” Bevers |
LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI
Terri “Missy” Bevers, 45 anni, insegnante di fitness, viene trovata morta alle 5:00 della mattina del 18 aprile 2016 all’interno della Creekside Church of Christ. L'esame autoptico rivela che la donna è deceduta a causa di ferite multiple alla testa e al torace provocate da un oggetto dalla forma appuntita, quale potrebbe essere un punteruolo o la penna di un martello.
Nel corso delle prime indagini, gli inquirenti scoprono che una telecamera di sorveglianza aveva registrato una misteriosa figura aggirarsi nell’edificio solo mezz’ora prima dell’arrivo della Bevers.
Se non avete ancora avuto modo di osservare il video, vi invito a recuperare il post della volta scorsa. Guardatelo con attenzione, perché in ogni singolo fotogramma potrebbe celarsi la soluzione del caso. Notiamo una figura, presumibilmente di sesso maschile, aggirarsi tra i corridoi con un fare apparentemente tranquillo. La figura indossa una divisa da poliziotto, più precisamente una di quelle divise da corpi speciali, con tanto di casco ben calato in testa. Cosa ci fa un rappresentante delle forze dell’ordine alle 3:50 di mattina all’interno di una chiesa deserta? La risposta è facile: non si tratta ovviamente di un vero poliziotto, ma di qualcuno che semplicemente ne indossa la divisa.
Un’attenta osservazione di quest’ultima lascerebbe supporre si tratti più probabilmente di un costume, uno di quelli che chiunque potrebbe procurarsi in un negozio di abiti di carnevale. La taglia, tra l’altro, non sembrerebbe nemmeno corrispondere a quella di chi la indossa, e questo è un particolare che salta subito agli occhi. Anche la camminata risulta essere piuttosto bizzarra: talvolta procede appoggiandosi alle pareti e, in particolare, il piede destro sembra assumere una posizione strana, quasi come se fosse affetto da una zoppia o come se gli stivali fossero di qualche misura più grande del necessario.
Vestito quindi con una finta divisa SWAT dalla testa ai piedi, l’individuo continua a vagare per i corridoi, in evidente contrasto con l'umile ambiente della chiesa. Apre le porte, controlla le serrature e, con nonchalance, verso la fine del video rompe quella che potrebbe essere una finestra o una porta a vetri. Ho recuperato in rete una planimetria dell’edificio che per comodità riporto qui di seguito. La grande area centrale è quella delle cerimonie ed è circondata da corridoi sui quattro lati, sui quali si aprono numerose stanze. L’ingresso dal quale mezz’ora più tardi entrerà la Bevers è quello di sudest. Il suo corpo senza vita verrà trovato proprio lì, solo pochi passi oltre la soglia.
Da quanto stabilito dalla polizia di Midlothian, l’individuo si sarebbe introdotto nella Creekside Church rompendo una finestra della cucina (la stanza n’ 7 del disegno) e da qui si sarebbe diretto nella caffetteria (n’ 8 del disegno) attraversando la porta di comunicazione tra le due stanze. Non sono presenti telecamere nei due locali, per cui non è possibile stabilire per quanto tempo il misterioso visitatore vi si sia trattenuto.
Viene ripreso per la prima volta dalle telecamere di sorveglianza attorno alle 3:50 mentre esce dalla caffetteria e, percorrendo il corridoio nord, si dirige verso l’ingresso di nordest. Qui sparisce dalla vista ma evidentemente fa una curva a sinistra, perché lo rivediamo sopraggiungere attraverso una camera posizionata esattamente sopra l’ingresso di sudest.
Il soggetto entra per un attimo nella stanza dei bambini (n’ 2 del disegno), ne esce immediatamente e presta attenzione alla porta seguente, che dovrebbe essere uno sgabuzzino (n’ 1 del disegno). La trova chiusa, cerca di forzarla con quello che sembra un piede di porco, ma senza successo. Riaggancia l’utensile alla cintura e si dirige verso il corridoio sud, dove ci sono alcuni uffici. Ora nella sua mano sinistra è comparso un martello.
Qui cambia la prospettiva perché passiamo ad un’altra telecamera (si noti l’overlap tra le due riprese). Il soggetto apre le due mezze porte del primo ufficio (n’ 21 del disegno), getta dentro una fugace occhiata e dirige la sua attenzione al successivo (n’ 20 del disegno). Qui il video salta, come se ci fosse stato un guasto temporaneo. Quando ritornano le immagini, il soggetto si trova in corrispondenza di una delle stanze più lontane (probabilmente la n’ 19 del disegno), e sta tornando verso di noi indossando una torcia elettrica, una di quelle che si legano alla fronte con un elastico. Sparisce alla nostra vista nel momento in cui si dirige nell’apertura a destra, che corrisponde all’ingresso della sala centrale. Qui non ci sono telecamere, per cui lo perdiamo. In un momento successivo lo ritroviamo a nordest mentre esce da una stanza (la n’10 del disegno). La torcia sulla fronte è ancora accesa e nella sua mano sinistra è apparsa una scatola bianca che evidentemente ha trovato in giro. Il filmato termina con il soggetto che vandalizza la porta dello sgabuzzino di fronte (n’9 del disegno).
Non dubito che gli inquirenti abbiano in mano altri filmati del soggetto, tra cui probabilmente anche quello in cui si vede l’aggressione (non rilasciato al pubblico per ovvi motivi), motivo per il quale non sembrano esserci dubbi sul fatto che l’individuo in tenuta da SWAT sia il killer. Noi comuni mortali o, come sarebbe meglio dire, piccoli detective da poltrona, abbiamo in mano solo quel paio di minuti, e con quelli è molto facile lasciarsi trasportare da congetture, anche le più fantasiose.
Una delle ipotesi alternative è che il soggetto ripreso dalle telecamere possa essere semplicemente un vandalo o un ladro, e che non abbia nulla a che fare con la morte della Bevers. Ritengo tali ipotesi completamente assurde, anche e soprattutto perché un vandalo o un ladro, se scoperti, tendono a fuggire e raramente si trasformano in assassini.
Un vandalo? Ci sono troppi obiettivi che il soggetto ha ignorato e che, al contrario, un vandalo non si sarebbe di certo lasciato sfuggire. C'è per esempio un tavolo di vetro (accanto alla porta che il soggetto tenta inutilmente di aprire col piede di porco) che è lì pronto per essere distrutto. Ci sono alcuni bidoni della spazzatura di metallo pronti per essere ribaltati, c'è un divisorio a fisarmonica che sarebbe abbastanza facile da buttare giù con un calcio. Il soggetto tralascia anche una porta a vetri. No, l’ipotesi del vandalo non sta proprio in piedi.
Non sta in piedi nemmeno l’ipotesi del ladro introdottosi nell’edificio per rubare. Il soggetto entra a malapena nella maggior parte delle stanze in cui guarda, il che significa che probabilmente non sta cercando cose da rubare. Inoltre, il soggetto supera alcune porte senza nemmeno controllare se siano aperte, sembra addirittura muoversi senza scopo alcuno e il timido tentativo di forzare una porta di certo non ci fa cambiare opinione.
Non resta che un’unica possibilità: l’omicidio mirato.
Quell’individuo era entrato nell’edificio con il preciso scopo di attendere l’arrivo della Bevers. E anche se il killer non avesse letto il post su Facebook la sera prima, è abbastanza logico che sapesse che la sua vittima sarebbe arrivata presto per prepararsi per la lezione e che, anche se si tenevano all'aperto, lei avrebbe dovuto entrare in chiesa per cambiarsi e prendere le cose necessarie per la lezione. L'assassino la stava quindi aspettando?
Volendo proprio essere pignoli, quello ripreso dal filmato non assomiglia però affatto a un killer che si prepara a tendere un'imboscata a qualcuno. Chi sta pianificando di uccidere non si comporta di certo così. Quello che farei io nei panni di un killer sarebbe entrare, nascondermi vicino all’ingresso e aspettare nell’ombra, pur consapevole del rischio che possano arrivare altre persone (cosa che nel nostro caso effettivamente avvenne solo 15 minuti più tardi). Il soggetto sembra comportarsi invece in maniera completamente rilassata, girovagando per la chiesa e curiosando in giro.
Parlando di armi, sembra anche molto strano che l'aggressore abbia scelto un oggetto contundente, viste le caratteristiche fisiche di entrambi. Chiunque egli fosse, le immagini ci mostrano un individuo di bassa statura (tra i 160 e i 170 centimetri), decisamente fuori forma, probabilmente più vecchio della vittima e con un evidente problema di mobilità. La Bevers era invece un istruttore di fitness, probabilmente più giovane e decisamente più in forma e forte dell'attaccante. In altri termini, troppe cose avrebbero potuto andare storte. E infine c’è la questione del travestimento, che in questo scenario lascia più dubbi che certezze.
Insomma, uno di quei casi in cui possono passare anni prima che ci si capisca qualcosa, tipo l'omicidio di Simonetta Cesaroni qui da noi.
RispondiEliminaCasi assurdi in Italia ne abbiamo a bizzeffe. Solo a Roma e dintorni se ne potrebbero elencare a decine. Così di getto mi vengono in mente il delitto della Sapienza, la scomparsa di Emanuela Orlandi e, per tornare un po' indietro, l'assurda vicenda di Girolimoni.
EliminaLa vera differenza, parere personale, è che dei nostri casi si continua a parlare, anche dopo cent'anni; negli Stati Uniti tutto scivola nell'oblio abbastanza rapidamente...
MA il mistero è stato poi risolto o no?
RispondiEliminaCerto che è tutto strano. O il killer (oppure la killer?) era in stato allucinato oppure è strana tutta la modalità. Una premeditazione mi pare così strana in questo caso, troppe cose potrebbero andare storte e inoltre, come hai detto, se devi far fuori qualcuno ti apposti, mica vai in giro dappertutto?
Comunque che ore pazzesche di andare a fare corsi! Praticamente a notte fonda! Per chi vuol farlo prima del lavoro? Mi sembra veramente prestino!
Il comportamento del soggetto è stranissimo, ed è sicuramente il particolare che fa di tutto questo caso un'anomalia. Io, come detto, mi sarei appostato, anche perché nel momento in cui la vittima fa il suo ingresso nella struttura, mi piacerebbe poter sfruttare l'effetto sorpresa. Non vorrei rischiare di trovarmi nella parte opposta dell'edificio a cazzeggiare.
EliminaLa lezione alle cinque di mattina è una cosa che anche a me pare eccessiva. Significa mettere la sveglia alle quattro e poi rimanere tutto il giorno rincoglioniti dal sonno. Ma quelli sono americani, e non per niente chiamavano loro stessi "gladiators"...
A me pare un tizio svalvolato. Di quelli che si credono dei giustizieri per esempio, cosa che giustificherebbe il suo bizzarro abbigliamento, e che, per qualche motivo tutto suo, sia stato attirato dalla chiesa (magari correndo dietro a qualche complotto). Trovatosi di fronte la donna probabilmente si è preso dal panico è ha fatto ciò che ha fatto. E' assai probabile che la polizia disponga delle immagini relative all'aggressione e che sappiano benissimo che costui sia il colpevole. Certo, non si sa chi sia, quindi non si può escludere nulla.
RispondiEliminaIl corpo della Bevers è stata trovato di fronte all'ingresso sudovest, esattamente dove nel video a nostra disposizione si vede il soggetto che cerca di forzare una porta. É quindi matematico che la polizia abbia il video dell'attacco e che, giustamente, se lo sia tenuto stretto al petto. La tua ipotesi del giustiziere senza scopo ha effettivamente un senso. Lo vedo tuttavia un po' troppo sereno per pensare che abbia potuto uccidere in un momento di panico.
EliminaIl punto è che non sembra avere un obiettivo chiaro. Gironzola, fa gesti casuali, va da tutte le parti... Né è lì per rubare, né è lì per uccidere, sembra. Uno squilibrato violento? Missy è stata sfortunata quel giorno...
RispondiEliminaSe non era lì per uccidere allora perché ha ucciso? Avrebbe potuto fuggire...
EliminaNon è detto che sia un semplice vandalo, ma non escludo che non sia l'omicida, in tutta onestà. Bisognerebbe avere più informazioni sulla stazza dell'assassino, se è vero che ci sono delle immagini catturate dalle telecamere.
RispondiEliminaAll'altezza del soggetto non è difficile risalire: basta fare un confronto con l'altezza delle porte a cui lui si avvicina. Tutto il resto è più difficile da stabilire, visto il travestimento.
EliminaSul fatto che sia il killer credo non ci siano dubbi, viceversa la polizia non avrebbe rilasciato le immagini che abbiamo visto.
Vandalo o ladro pare anche a me impossibile. Certo è che ci sono troppe cose che non tornano
RispondiEliminaQuando hai escluso l'impossibile ciò che resta, per quanto improbabile, è la verità. (cit.)
EliminaTrovarsi allo stesso momento in cui c'era la vittima non sembra una coincidenza, poi sapeva delle telecamere per camuffarsi in quel modo, quindi c'era già stato. Forse però bisognerebbe indagare sul passato della vittima, magari non era ben voluta da qualcuno.
RispondiEliminaEsatto, se so è in cerca di una risposta, il primo posto dove iniziare a frugare è la vita privata della vittima. É proprio da lì che a breve riprenderemo il nostro discorso. Le carte, al momento, sono ancora quasi tutte coperte.
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