Terri “Missy” Bevers |
LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI
Terri “Missy” Bevers, insegnante di fitness, viene trovata morta all’interno della Creekside Church of Christ. L'esame autoptico rivela che la donna è deceduta a causa di ferite multiple alla testa e al torace, provocate da un oggetto dalla forma appuntita. Una telecamera di sorveglianza offre le immagini di una misteriosa figura in divisa da poliziotto che si aggira nell’edificio solo mezz’ora prima dell’omicidio.
Una delle domande che si rivolgono un po’ tutti è “perché quella divisa?”. Perché una persona dovrebbe travestirsi da poliziotto, entrare in una chiesa nel cuore della notte senza l’intenzione di rubare nulla e commettere un omicidio così brutale? A meno che non conoscesse la persona e non ce l'avesse con lei.
Abbiamo accertato che non stiamo parlando né di un vero poliziotto né di una vera divisa. Anche l’occhio meno allenato, infatti, non può che trovare fuori posto quell’abbigliamento da SWAT, privo tra l’altro del benché minimo equipaggiamento di servizio, come può essere un’arma da fuoco. Al contrario, il soggetto porta con sé un martello e un piede di porco, che a un certo punto fa scivolare nella cintura o in qualcosa di analogo che gli permette di agganciarlo alla vita. Sulla questione dell’arma l’ipotesi più accreditata è che il soggetto avrebbe evitato appositamente l’utilizzo di una pistola per evitare il rumore degli spari, o perché sapeva che la scientifica avrebbe rintracciato i proiettili e i bossoli e, attraverso questi ultimi e i residui di polvere da sparo, sarebbe stata in grado di risalire alla sua identità. In realtà, non sono così sicuro che sia così facile risalire a un killer partendo dai bossoli trovati sul luogo del delitto. Mi pare roba da film piuttosto che da vita reale. Inoltre, negli Stati Uniti tutti hanno una pistola e tutti la usano regolarmente, per cui anche la favoletta dei residui di polvere da sparo è piuttosto ridicola.
Qualunque sia il motivo della sua scelta, il killer decide di affidarsi a un semplice martello e affrontare una donna palestrata che, a bocce ferme, avrebbe avuto tutte le possibilità di avere la meglio su di lui. Il motivo del travestimento potrebbe quindi essere stato quello di sfruttare l’effetto sorpresa, ovvero l’aggressore aveva solo bisogno di ingannare momentaneamente la Bevers per avvicinarsi abbastanza da sferrare il primo colpo. Qualunque buon americano ha una tendenza naturale a temere l'autorità, quindi a meno che non si abbia abbastanza familiarità con un'uniforme della polizia da poter riconoscere al volo quelle fasulle, l’istinto porta a non fare nulla e ad attendere che l’altro faccia la prima mossa.
Brandon Bevers (il marito, a sinistra) e Randy Bevers (il suocero, a destra) |
Ecco quindi servito un movente su un piatto d’argento. Caso chiuso? Certo che no. Brandon Bevers, la notte dell’omicidio, si trovava a un migliaio di chilometri di distanza, impegnato in una trasferta di pesca sul Mississipi. Lo provano i biglietti aerei, il tracciamento cellulare e, non ultima, l’auto a noleggio con targa del Mississipi con cui Brandon si è precipitato a casa non appena raggiunto dalla devastante notizia.
La prima pista sulla quale si erano gettati gli investigatori si interrompe subito e bruscamente.
La seconda pista, a prima vista ancora più consistente, piomba nell’ufficio dello sceriffo quattro giorni dopo il delitto: la telefonata del commesso di una lavanderia informa che un individuo avrebbe portato loro una maglietta bianca da donna, a maniche lunghe, sporca di sangue. Macchie che, nonostante un precedente tentativo di lavaggio, non volevano saperne di andar via. Il nome del cliente è Randy Bevers, padre di Brandon e suocero di Missy. Se nella maggior parte dei casi quando si cerca un colpevole trova riscontro l’equivalenza infedeltà=marito, ci sono casi in cui anche "infedeltà uguale suocero" ha un discreto successo. Quale padre non vorrebbe sollevare il proprio figlio dal peso di una moglie infedele? Randy Bevers inoltre, come si evince chiaramente dal video riportato qui di seguito, ha una corporatura straordinariamente simile a quella del soggetto ripreso dalla telecamera di sorveglianza. E se ciò non bastasse, anche la sua andatura presenta delle analogie sospette.
Se davvero l'omicidio nasce da una situazione molto più facilmente risolvibile con un divorzio, c'è davvero da chiedersi se la violenza nasca dalle situazioni o sia piuttosto un istinto fuori controllo in certe persone.
RispondiEliminaA giudicare dal numero di femminicidi che ci sono in giro, credo che il divorzio per molti non sia la prima opzione. Per rispondere alla tua domanda credo che la violenza nasca dall'esasperazione.
EliminaSinceramente dubito anche dell'ipotesi suocero, però potrei sbagliare...
RispondiEliminaIn effetti, sarebbe troppo facile.
EliminaSono rimasta indietro.
RispondiEliminaPenso che, in ogni caso, anche io non sarei riuscita a insospettirmi davvero vedendo un poliziotto (qualcuno vestito da poliziotto). Magari mi sarei stupita, ma non avrei subito pensato a una farsa.
Questa serie di post continua a farmi pensare ai mesi trascorsi in Texas.
Vero, noi la facciamo facile, ma effettivamente se ti trovi davanti a un tizio in divisa non ti viene naturale reagire (o anche solo metterti a ragionare).
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