martedì 15 febbraio 2022

L'uomo ombra di Midlothian (Pt.3)

Terri “Missy” Bevers
LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Terri “Missy” Bevers, insegnante di fitness, viene trovata morta all’interno della Creekside Church of Christ. L'esame autoptico rivela che la donna è deceduta a causa di ferite multiple alla testa e al torace, provocate da un oggetto dalla forma appuntita. Una telecamera di sorveglianza offre le immagini di una misteriosa figura in divisa da poliziotto che si aggira nell’edificio solo mezz’ora prima dell’omicidio. 
Una delle domande che si rivolgono un po’ tutti è “perché quella divisa?”. Perché una persona dovrebbe travestirsi da poliziotto, entrare in una chiesa nel cuore della notte senza l’intenzione di rubare nulla e commettere un omicidio così brutale? A meno che non conoscesse la persona e non ce l'avesse con lei. Abbiamo accertato che non stiamo parlando né di un vero poliziotto né di una vera divisa. Anche l’occhio meno allenato, infatti, non può che trovare fuori posto quell’abbigliamento da SWAT, privo tra l’altro del benché minimo equipaggiamento di servizio, come può essere un’arma da fuoco. Al contrario, il soggetto porta con sé un martello e un piede di porco, che a un certo punto fa scivolare nella cintura o in qualcosa di analogo che gli permette di agganciarlo alla vita. Sulla questione dell’arma l’ipotesi più accreditata è che il soggetto avrebbe evitato appositamente l’utilizzo di una pistola per evitare il rumore degli spari, o perché sapeva che la scientifica avrebbe rintracciato i proiettili e i bossoli e, attraverso questi ultimi e i residui di polvere da sparo, sarebbe stata in grado di risalire alla sua identità. In realtà, non sono così sicuro che sia così facile risalire a un killer partendo dai bossoli trovati sul luogo del delitto. Mi pare roba da film piuttosto che da vita reale. Inoltre, negli Stati Uniti tutti hanno una pistola e tutti la usano regolarmente, per cui anche la favoletta dei residui di polvere da sparo è piuttosto ridicola. 
Qualunque sia il motivo della sua scelta, il killer decide di affidarsi a un semplice martello e affrontare una donna palestrata che, a bocce ferme, avrebbe avuto tutte le possibilità di avere la meglio su di lui. Il motivo del travestimento potrebbe quindi essere stato quello di sfruttare l’effetto sorpresa, ovvero l’aggressore aveva solo bisogno di ingannare momentaneamente la Bevers per avvicinarsi abbastanza da sferrare il primo colpo. Qualunque buon americano ha una tendenza naturale a temere l'autorità, quindi a meno che non si abbia abbastanza familiarità con un'uniforme della polizia da poter riconoscere al volo quelle fasulle, l’istinto porta a non fare nulla e ad attendere che l’altro faccia la prima mossa. 

Una ricostruzione grafica dell'incontro tra la Bevers e il suo assalitore, Il motivo del travestimento potrebbe essere stato quello di sfruttare l’effetto sorpresa, ovvero l’aggressore aveva solo bisogno di ingannare momentaneamente la Bevers per avvicinarsi abbastanza da sferrare il primo colpo.
Se la Bevers avesse avuto il tempo sufficiente per ragionare, probabilmente si sarebbe chiesta il motivo della presenza di un agente solitario claudicante in una chiesa nel bel mezzo della notte, senza una pistola al fianco e senza una macchina della polizia parcheggiata fuori. In uno scenario del genere, la divisa potrebbe aver assunto anche il compito di proteggere il killer dalla reazione di una donna più in forma di lui, evitando di conseguenza di rimediare ferite visibili (difficilmente giustificabili) o di lasciare dietro di sé tracce di DNA. Un casco come quello contiene infatti bene capelli e fluidi corporei (sangue, sudore), mentre i guanti prevengono ovviamente le impronte digitali. Gli stivali, infine, se erano come si dice di una misura diversa da quella di chi li indossava, servirebbero a confondere ulteriormente le acque. L’uniforme da poliziotto trova il suo senso anche in un’ottica di protezione da terzi, nel caso in cui l'assassino avesse incontrato qualcuno diverso da Bevers. La messa in scena di un furto con scasso e il costume potrebbero essere quindi considerati come parte di un piano di emergenza per sfuggire rapidamente all’incontro con altre persone, sfruttando, ancora una volta, quella naturale deferenza che il cittadino ha nei confronti delle forze dell’ordine. 

Brandon Bevers (il marito, a sinistra) e Randy Bevers (il suocero, a destra)
Gli inquirenti non perdono tempo e, come è uso fare in casi come questo, rivolgono subito le loro attenzioni a Brandon Bevers, marito della vittima. L’esperienza infatti ci insegna che, quando si è di fronte al cadavere di una donna, il colpevole nel 90% dei casi è il marito. Si tratta di una regola che a maggior ragione vale negli Stati Uniti, in generale, e nel Texas in particolare. Ciò che salta fuori che è il matrimonio tra Brandon e Missy non era tutto rose e fiori così come si poteva credere. Alcuni messaggi trovati sui rispettivi telefoni fanno venire alla luce difficoltà finanziarie e storie di infedeltà. Missy Bevers pare infatti fosse uscita da una relazione extraconiugale non più di dieci mesi prima. Una relazione che, a giudicare da alcuni messaggi privati lasciati dalla donna su LinkedIn, non era forse del tutto conclusa. 

Ecco quindi servito un movente su un piatto d’argento. Caso chiuso? Certo che no. Brandon Bevers, la notte dell’omicidio, si trovava a un migliaio di chilometri di distanza, impegnato in una trasferta di pesca sul Mississipi. Lo provano i biglietti aerei, il tracciamento cellulare e, non ultima, l’auto a noleggio con targa del Mississipi con cui Brandon si è precipitato a casa non appena raggiunto dalla devastante notizia. La prima pista sulla quale si erano gettati gli investigatori si interrompe subito e bruscamente. 

La seconda pista, a prima vista ancora più consistente, piomba nell’ufficio dello sceriffo quattro giorni dopo il delitto: la telefonata del commesso di una lavanderia informa che un individuo avrebbe portato loro una maglietta bianca da donna, a maniche lunghe, sporca di sangue. Macchie che, nonostante un precedente tentativo di lavaggio, non volevano saperne di andar via. Il nome del cliente è Randy Bevers, padre di Brandon e suocero di Missy. Se nella maggior parte dei casi quando si cerca un colpevole trova riscontro l’equivalenza infedeltà=marito, ci sono casi in cui anche "infedeltà uguale suocero" ha un discreto successo. Quale padre non vorrebbe sollevare il proprio figlio dal peso di una moglie infedele? Randy Bevers inoltre, come si evince chiaramente dal video riportato qui di seguito, ha una corporatura straordinariamente simile a quella del soggetto ripreso dalla telecamera di sorveglianza. E se ciò non bastasse, anche la sua andatura presenta delle analogie sospette.



6 commenti:

  1. Se davvero l'omicidio nasce da una situazione molto più facilmente risolvibile con un divorzio, c'è davvero da chiedersi se la violenza nasca dalle situazioni o sia piuttosto un istinto fuori controllo in certe persone.

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    1. A giudicare dal numero di femminicidi che ci sono in giro, credo che il divorzio per molti non sia la prima opzione. Per rispondere alla tua domanda credo che la violenza nasca dall'esasperazione.

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  2. Sinceramente dubito anche dell'ipotesi suocero, però potrei sbagliare...

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  3. Sono rimasta indietro.

    Penso che, in ogni caso, anche io non sarei riuscita a insospettirmi davvero vedendo un poliziotto (qualcuno vestito da poliziotto). Magari mi sarei stupita, ma non avrei subito pensato a una farsa.

    Questa serie di post continua a farmi pensare ai mesi trascorsi in Texas.

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    1. Vero, noi la facciamo facile, ma effettivamente se ti trovi davanti a un tizio in divisa non ti viene naturale reagire (o anche solo metterti a ragionare).

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