giovedì 21 aprile 2016

Nensha, fotografia psichica

Chizuko Mifune (1886-1911)
Finora abbiamo sempre parlato della saga di Ringu come se fosse pura fiction, narrativa incentrata sulla storia inventata di personaggi inventati, ma sarà proprio così? E se vi dicessi che si tratta sì di una storia di fantasia, ma ispirata a fatti realmente accaduti? Per capire di cosa sto parlando bisogna ritornare al primo decennio del Novecento, ovvero al momento storico in cui il Giappone sperimentò forse il periodo di maggiore interesse verso lo Spiritualismo, benché questo non raggiunse mai i livelli registrati in Europa o in America. I protagonisti di questa storia, che comincia nel 1910, sono Tomokichi Fukurai, un assistente alla cattedra di psicologia presso l'Università Imperiale di Tokyo, e tre medium chiamate Chizuko Mifune, Ikuko Nagao e Sadako Takahashi. Al solo sentire questi nomi, ne sono sicuro, vi si è già accesa una lampadina, vero? In effetti, queste donne fornirono il modello per tre tra i personaggi principali della nostra storia, ovvero Shizuko Yamamura, sua figlia Sadako e il dottor Jotaro Nagao. A differenza della quasi totalità dei suoi colleghi accademici, Fukurai credeva nelle percezioni extrasensoriali e, in generale, nel soprannaturale, e quando sentì parlare di una certa Chizuko Mifune (御船 千鶴子) volle conoscerla. Chizuko era nata nel 1886 nella prefettura di Kumamoto e, come dichiarò, aveva acquisito la chiaroveggenza tramite l'esercizio spirituale, e soprattutto una forma di meditazione che prevedeva una particolare tecnica di respirazione profonda. 
È una storia curiosa, perché se è vero che sappiamo ancora troppo poco di questi fenomeni per tracciare delle linee di confine nette fra ciò che è più o meno plausibile in questo campo, è anche vero che Chizuko manifestò le sue facoltà medianiche attorno ai 22 anni: un'età relativamente tarda, considerato che nella maggior parte delle persone queste compaiono durante l'adolescenza.
Il fatto è che la chiaroveggenza di Chizuko le fu in un certo senso indotta da suo cognato Takeo Kiyohara, che dal 1903 lavorava a delle ricerche sull'ipnotismo nella città di Kumamoto. Kiyohara tentò un esperimento durante il quale la ipnotizzò, le indusse uno stato di sonnambulismo e le chiese di provare ad appurare la sorte dei soldati della Sesta Divisione. Erano gli anni della prima guerra russo-giapponese e la Hitachimaru, una nave di sei tonnellate, era appena stata affondata (un evento passato alla storia come “incidente Hitachimaru”), ma non si avevano ancora notizie della Sesta Divisione, che in quei giorni tentava di raggiungere la nave da Nagasaki: Chizuko affermò che a un certo punto i soldati erano stati costretti a tornare indietro e perciò non si trovavano a bordo della Hitachimaru quando questa era stata silurata. Tre giorni dopo si seppe che le cose si erano effettivamente svolte come da lei descritto, e che gli uomini erano tutti sani e salvi. 
Rincuorato da questo primo successo, Kiyohara affermò allora che svuotando la mente e concentrandosi sulla respirazione era possibile incanalare la propria energia spirituale per ottenere delle visioni. Chizuko si attenne diligentemente a queste istruzioni ed effettivamente il suo potere sembrò crescere sempre più, tanto che nel giro di un paio d'anni da quel primo episodio la sua fama aveva valicato persino i confini della sua regione d'origine. Ma lei desiderava una sorta di riconoscimento ufficiale dei suoi poteri, e proprio per questo accettò di farsi testare da Fukurai, prima privatamente e in seguito durante una seduta pubblica che, suo malgrado, sarebbe rimasta in eterno negli annali della storia. 

Quando conobbe il professor Fukurai, nel 1910, Chizuko aveva 24 anni. La seduta incriminata si svolse il 15 settembre dello stesso anno presso l'Università di Tokyo alla presenza della stampa e di altri testimoni. Chizuko fu invitata dal preside, Kenjirō Yamakawa, a leggere il testo di alcuni messaggi nascosti alla sua vista: quando, verso la fine della prova, si scoprì che il vero autore dei biglietti era Fukurai e non Yamakawa, gli astanti sospettarono che i due si fossero messi d'accordo in precedenza e, pertanto, la donna fu accusata di aver frodato. 
Quando conobbe il professor Fukurai, dicevamo, Chizuko aveva 24 anni; quando si suicidò ingerendo del veleno, circa un anno dopo, ne aveva 25. Come molti altri medium, Chizuko fu una vera e propria meteora nel campo spiritico, salita agli onori della cronaca molto in fretta e svanita nel nulla altrettanto velocemente, lasciando dietro di sé una scia di dubbi e polemiche: a spingerla al suicidio fu, pare, un grave stato di depressione causato da motivi familiari e acuito dalle accuse di frode che le erano state rivolte durante la sua unica esibizione pubblica. Analoghe accuse rivolte ad altri medium, come Ikuko Nagao, la facevano ugualmente soffrire, perché gettavano discredito su tutta la categoria. Oltre a questo, come emerge da alcuni carteggi, Chizuko sentiva che le facoltà paranormali la stavano già abbandonando e l'apparizione sulla scena di altri medium la faceva sentire inutile e superata. 
Una scena quasi identica alla disastrosa seduta descritta sopra la si può trovare nel film di Hideo Nakata, anche se lì i fatti appaiono un po' confusi: la prova di Shizuko viene interrotta da un giornalista che, non si capisce bene perché, grida all'imbroglio, e da lì in poi tutto precipita. L'uomo si accascia morente, e gli spettatori si accorgono della presenza di Sadako che osserva nell'ombra. La reputazione di Shizuko e del professor Ikuma viene infangata per sempre: anche in quel caso, di lì a un anno la donna si toglierà la vita, benché in maniera meno convenzionale e decisamente molto più spettacolare di quanto fece la povera Chizuko Mifune nella realtà (Shizuko, ricordiamolo, si getta in un vulcano). 
Se Chizuko Mifune fece da modello al personaggio di Shizuko Yamamura e, com'è logico pensare, Tomokichi Fukurai ispirò quello di Heidachirō Ikuma, su chi si basa invece il personaggio di Sadako? Si può dire che in lei confluirono le figure di altre due medium con cui Fukurai entrò in contatto in quegli anni, le già citate Ikuko Nagao e Sadako Takahashi. Ma andiamo con ordine. 
Fukurai, sebbene addolorato per quanto era successo, proseguì nei suoi esperimenti anche dopo la morte di Chizuko. Egli era interessato in modo speciale a una facoltà che consentirebbe ad alcune persone di imprimere telepaticamente delle immagini su una pellicola fotografica, per le quali aveva coniato anche un termine apposito, nensha (念写), e generare fotografie con il pensiero era proprio la specialità di Ikuko Nagao. 
La parabola di Ikuko fu simile a quella di Chizuko: anche lei fu accusata di frodare e anche lei morì circa un anno dopo aver effettuato i primi esperimenti con Fukurai. Non morì suicida, anche se non è da escludere (e qualcuno lo suggerì) che la febbre nervosa che la portò alla tomba abbia avuto un'origine psicosomatica. Nel frattempo, Fukurai aveva cominciato a testare anche un'altra medium, Sadako Takahashi. 

Come Chizuko in precedenza, Sadako aveva sviluppato la preveggenza con esercizi di concentrazione mentale e respirazione mirati e tramite la meditazione, ma entro il 1911 fu anche in grado di produrre nensha. Esempi di nensha prodotte da Sadako e altri medium furono incluse nel libro “Toushi to nensha” (ovvero “chiaroveggenza e fotografia del pensiero”) che il professor Fukurai pubblicò nel 1913. Da lì provengono le informazioni che ho citato su Chizuko Mifune, di cui l'autore fornisce un bel ritratto a tutto tondo, imparziale ma allo stesso tempo molto umano. 
Le notizie che ci interessano ai fini di questo articolo finiscono qui, ma per dovere di cronaca va detto che, sebbene il libro abbia avuto a suo tempo una scarsa accoglienza e le sue idee e i suoi esprimenti siano stati screditati, Fukurai non cambiò mai rotta e continuò per tutta la vita a esplorare le varie manifestazioni del paranormale. È vero che si dimise dal suo incarico, ma fu assunto in seguito dalla Koyasan University e oggi viene considerato non solo lo scopritore della fotografia del pensiero e il fondatore del sistema giapponese di psicologia ipnotica, ma un vero e proprio pioniere della parapsicologia in Giappone. Nel 1960 il suo lavoro ispirò suo genero a fondare il Fukurai Institute of Psychology, che si trova a Sendai e, a quanto mi risulta, è ancora in attività. Un'ultima curiosità: Fukurai lavorò anche con il famoso medium Koichi Mita, che realizzò quella che definì una fotografia psichica del lato nascosto della Luna… un luogo a quel tempo completamente sconosciuto. 
Nel mondo anglosassone, la parola nensha diede vita al bizzarro termine "nengraphy", ma anche a “thoughtography”, letteralmente "fotografia psichica" (il libro di Fukurai in inglese si intitola proprio “Clairvoyance and Thoughtography”), e quest'ultimo in particolare sembra aver preso piede dopo l’uscita dei remake americani di Ringu. Ma a dire il vero, oltre alla capacità di creare il video maledetto sembra prerogativa tanto dell'originale Sadako che della sua controparte americana Samara quella di poter proiettare immagini su qualsiasi superficie, e perfino nella mente delle persone. Forse Ring, il remake, sottolinea maggiormente la cosa, soprattutto nelle sue incursioni oniriche (le vittime che vedono Samara in sogno), tuttavia anche in Ringu è chiaro che è la mente di Sadako a causare le esperienze paranormali che i vari personaggi sperimentano. Non sono questi a diventare soggetti paranormali, ma è Sadako, dunque, ad avere il potere di insinuarsi nella loro mente. 
Ryuji Takayama possiede già di suo poteri psichici (e viene lasciato intendere che hanno contribuito al fallimento del suo matrimonio), ma le sue visioni vengono in qualche modo sollecitate e rese più intense da Sadako, la quale sembra in grado di trasferirvi anche i suoi sentimenti; la sua ex moglie Reiko Asakawa, invece, non è un soggetto paranormale, ma quanto più si avvicina a Sadako e al suo mistero tanto più le visioni che questa le provoca (alcune delle quali sono i suoi stessi ricordi, flashback di precisi avvenimenti del suo passato) aumentano, e in un'occasione la sofferenza è tale da farla svenire. Altri esempi riguardano anche Ringu 2 e Ringu 0
Non è mia intenzione in questa sede fare discorsi scientifici o pseudoscientifici sulla fotocinesi: mi intriga di più esplorarne il lato folcloristico e religioso. 

Alla domanda se può esistere qualcosa come la fotografia del pensiero gli scettici sostengono di no, e una pletora di fotografi professionisti sarebbe pronta a giurare che le cosiddette fotografie psichiche sono dei falsi creati ad arte (un tempo si manipolavano i negativi, oggi il fotoritocco consente ottimi risultati anche a chi non è proprio un esperto). Oppure, se chi le propone è in buona fede, comunque non sono che il risultato di un difetto della fotocamera, delle lenti o della pellicola, o ancora derivano da una errata esposizione della fotografia, dal riflesso del flash o da un problema sorto in fase di sviluppo della pellicola (come una reazione chimica imprevista) o di elaborazione del file. Se a questo aggiungiamo che molti medium in passato furono sorpresi a produrre foto che si rivelarono dei falsi, anche grossolani, è chiaro che il parere generale non può che essere negativo. 
Bisogna comunque distinguere tra la fotografia spiritica, che fu in auge in Europa e in America durante lo Spiritualismo, e la psicocinesi o fotocinesi, fondamentalmente perché la prima consiste nel fotografare un ectoplasma che si è manifestato da sé nel mondo fisico, se pure sotto il controllo di un medium, mentre la seconda è l'impressione su una pellicola di un'immagine presente nella mente del medium (oppure sulla sua retina). 
La fotografia spiritica nacque come retaggio della filosofia del Romanticismo nella sua accezione gotica e oscura, e marcò l'inizio di un nuovo concetto di spiritualità che si rifugiava nei luoghi più impervi del cosiddetto “irrazionale” per sfuggire alle insidie nascoste nell'avanzare della tecnologia, e lo faceva utilizzando un prodotto di quella stessa tecnologia (la macchina fotografica) che inconsciamente impauriva, così come fece il cinema espressionista tedesco nello stesso paese che aveva visto nascere la Staatliche Bauhaus. In entrambi i casi, la neonata tecnologia visiva veniva messa al servizio dell'occulto: un bel paradosso, non c'è che dire. 
La psicocinesi è moderna tanto quanto la fotografia spiritica è, mi si passi il termine, antica e superata, a dispetto del fatto che fotografie di spiriti saltano fuori come funghi a ogni pie' sospinto anche oggigiorno: è la fiducia totale nell'evoluzione umana, il trionfo della visione modernista della mente che piega la materia e che trova una collocazione precisa in alcune teorie della fisica. 
Ci sono numerose leggende e tradizioni orali che, specie in Oriente, narrano di persone con la particolare abilità di dare forma al pensiero. Nel buddismo tibetano, ad esempio, si crede che i monaci siano in grado di creare con la meditazione delle entità incorporee che vivono nel piano astrale: i Tulpa. Il Tulpa non è, come alcuni credono, un demone o uno spirito, né è di per sé un'entità malvagia, ma è semplicemente una sorta di personalità interna al suo creatore, che però ha una sua coscienza, una mente e una personalità autonoma. 
Potremmo liquidare tutte queste come superstizioni, ma bisogna ammettere che non sono più incredibili (nel senso letterale di “non credibili”) delle fondamenta della nostra religione, la quale, senza offesa, si basa sulla figura di un uomo che camminava sulle acque, guariva i lebbrosi e risorse dalla morte. Sia la religione che il sovrannaturale, in modo diverso, richiedono un certo grado di fede...

Da sinistra a destra: Tomokichi Fukurai, Sadako Takahashi, Ikuko Nagao, Chizuko Mifune 


Il presente articolo è parte di un vasto progetto che ho voluto chiamare Hyakumonogatari Kaidankai (A Gathering of One Hundred Supernatural Tales) in onore di un vecchio gioco popolare risalente al Giappone del periodo Edo (1603-1868) e, di tale progetto, esso rappresenta la parte 11 in un totale di 100Se volete saperne di più vi invito innanzitutto a leggere l'articolo introduttivo e a visitare la pagina statica dedicata, nella quale potrete trovare l'elenco completo degli articoli sinora pubblicati. L'articolo è inoltre parte dello Speciale Ghost in the Well che è iniziato il primo del mese. Buona lettura! P.S.: Possiamo spegnere l'11° candela...

21 commenti:

  1. Non mi stupisce l'esito degli esperimenti. E' sempre stata mia convizione che ogni tentativo di validazione scientifica dei cosiddetti fenomeni extra-sensoriali sia destinata al fallimento. Si illude soltanto che pensa il contrario.
    Per il resto, molto interessante venire a conoscere tutti questi dettagli sul contesto di morte e distruzione che fa da humus alla storia di Ringu.

    RispondiElimina
  2. Interessante come ricerca, onestamente immaginavo "The ring" come la fantasia di un romanziere, non immaginavo che prendesse spunto da persone realmente vissute - o forse più che altro le omaggia "citandole" nel suo libro sotto forma di personaggi con caratteristiche simili?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E invece così è! Pazzesco, vero? Nemmeno io saprei dire se sia stato un omaggio o una semplice ispirazione... sicuramente non è però stato casuale.

      Elimina
  3. A forza di dirlo perde forza, ma ripeto il concetto: stai creando un capolavoro!
    Ignoravo tutto e ti ho letto con fiato corto, perché sai raccontare coi tempi giusti per tenere il lettore in sospeso: davvero complimenti ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah Grazie! Ma forse dipende solo dal fatto che continuo a spostare avanti e indietro le mie bozze, decidendo solo all'ultimo secondo quale articolo postare prima e quale dopo. L'effetto di questa "sospensione del lettore" potrebbe essere una conseguenza diretta di questo mio modo di procedere...

      Elimina
  4. Immaginavo che alcuni particolari del romanzo fossero stati ispirati alla realtà, ma ignoravo completamente (e non mi aspettavo) la storia delle tre medium e dei due suicidi.
    I complimenti che ti stanno facendo, te li meriti tutti! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La realtà è sempre più incredibile della fantasia. Non credo sia mai stato prodotto qualcosa che non avesse una qualche connessione con il mondo reale. Grazie anche a te per le belle parole. ^_^

      Elimina
  5. Qui mi inchino, mi sono goduto tutto da lettore totalmente ignorante, bello, bello, interessantissimo. Ora mi documento un po'.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sei sempre il solito esagerato! ^_^

      Elimina
    2. Sì vabbè, tra te e Nick fate un duo di professionisti che quelli che lo fanno veramente per lavoro scompaiono. Sarò pure esagerato, ma hai notato che sono meno prolisso hahahaha. Un abbraccio grande, beccati i complimenti senza rompere,che te li meriti. Nella vita reale non ho paura di mandare a cagare ma ho anche imparato a non vergognarmi di fare le carezze a chi se le merita.

      Elimina
    3. OK, vabbè, me li prendo tutti i complimenti... Grazie! ^_^
      Sì, infatti ho notato da che quando la Glò ti ha cazziato sei diventato più telegrafico....

      Elimina
  6. Ho da dormir da sola e mi gusterò il tuo articolo in altro momento. :-)

    RispondiElimina
  7. Interessante davvero come tutto si intrecci, fatti concreti, tradizione, paure... E in effetti nel corso del tempo l'uomo è sempre in cerca di quel che sfugge, tenta di "varcare la soglia", quale essa sia. Sono d'accordo quando dici che o tutto è superstizione, o dobbiamo ammettere almeno qualche dubbio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La paura esorcizza la paura. Sembra un controsenso ma è esattamente ciò che l'uomo cerca di fare da secoli.

      Elimina
  8. In The Ring il discorso nensha non viene nemmeno spiegato, viene accettato come dato di fatto, il che mi aveva lasciato un po' perplesso anche se il film mi era piaciuto.
    Prima di iniziare a leggere mi stavo proprio chiedendo se ci fossero delle connessione tra il nensha e la fotografia spiritica.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oddio! Scusa! Mi sono accorto solo adesso di questo commento! Mi sembra di capire dalle tue parole che una risposta l'hai poi trovata, no?

      Elimina
  9. La sensitiva Chizuko Mifune ha un viso bellissimo, a mio parere. Lo sguardo nella prima fotografia soprattutto mi colpisce molto. Chi possiede capacità come queste, comunque, porta un grande fardello sopra di sé. Mi riferisco ai sensitivi autentici e non ai ciarlatani, ovviamente.

    Dei Tulpa avevo letto tempo fa, mi pare nell'ambito di un racconto... ma la memoria mi fa difetto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Acc...! Ho appena cliccato sul tuo post e quella locandina iniziale me la sarei ricordata... :-( No, sono quasi sicura che fosse nell'ambito di un racconto, ma vai a ricordare quale. Magari mi verrà in mente quando meno me lo aspetto.

      Elimina
    2. Ecco che me ne sono ricordata stamane! Non si tratta di un racconto, ma di un episodio di X-Files, per la precisione il quindicesimo episodio della sesta stagione. Il titolo è "Arcadia". Copio dal web: ""Arcadia" is the fifteenth episode of the sixth season of the American science fiction television ... Mulder says the creature is a Tulpa, a Tibetan thoughtform, that Gogolak conjured to assure compliance with the HOA rules."

      Elimina
    3. Ah, ecco perché non mi veniva in mente... gli X-files ho smesso di guardarli molto presto, tipo alla prima stagione.
      Il film con la Claudia Gerini invece è questo. Nulla a che vedere con quel mio vecchio post...

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...