mercoledì 12 giugno 2019

Traditi dalla fretta #13

Mentre su New York calano le prime ombre della sera e qui su Milano calano i primi caldi afosi che mai a questo punto pensavamo potessero calare, "Traditi dalla fretta" torna nuovamente a reclamare il suo spazio. La scorsa volta, giusto un paio di mesi fa come da protocollo, decisi di mettere da parte le segnalazioni per fare qualche riflessione sul futuro di questo blog. Non vi tedierò ulteriormente con le mie seghe mentali, state tranquilli: in quelle avrò modo di coinvolgervi prossimamente, in occasione della pubblicazione del seicentesimo post del blog che ormai, quasi non mi sembra vero, è dietro l'angolo.
In questa tredicesima puntata della rubrica, un po' per bilanciare l'anomalia della dodicesima, mi dedicherò esclusivamente a mettere ordine fra i tanti appunti sparsi qui sul mio tavolo sotto forma di post-it virtuali. Non è per niente facile, ve lo assicuro, dover fare una selezione tra tutto quanto ho visto accadere dal mio angolino, ma se da qualche parte non inizio, da nessuna parte vado a finire. Provo a essere anche insolitamente breve in questa mia introduzione, più che altro perché sta scoccando la mezzanotte e quella dannata sveglia se ne starà buona per non più di altre sei ore. Non avete idea di quanto sia difficile tarpare un discorso sul nascere ben sapendo che le occasioni per riprendere il filo del discorso potrebbero non ripresentarsi. Avevo anche pensato di spendere due righe sul collega blogger scomparso tragicamente un mese fa... ma poi mi sono guardato dentro e quel che ho visto è stato un perfetto signor nessuno. Lascio ad altri, a chi lo aveva conosciuto davvero, il compito di onorarne la memoria. Io timidamente cedo il passo.

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali   
IL MITO DI AMITYVILLE

«Qualunque cosa si aggiri qua dentro, credo si tratti di una forza del tutto negativa»: con questo responso, Lorraine Warren dà il via ad una lunga carriera da demonologa insieme a suo marito Ed. La frase è stata pronunciata all'interno della casa in 112 Ocean Avenue che ormai viene indicata semplicemente con il nome della località in cui si trova: Amityville. 
Chi non ha mai sentito parlare di Amityville e della casa infestata al 122 di Ocean Avenue? Chi non ha mai messo in dubbio per un solo momento che fosse una vicenda reale quella raccontata in quel film che quarant'anni fa ebbe un folgorante successo? Beh no, forse mi sbaglio: gente che ha detto tutto e il contrario di tutto su quella vicenda ce n'è stata parecchia, e se la pulce non vi è mai saltata all'orecchio può solo significare che i vostri interessi sono sempre stati altrove. Ma se un minimo di interesse vi ha mai colto, probabilmente sarete finiti per perdervi tra le mille ipotesi e teorie.
Era perciò necessario l'intervento dell'indomabile Lucius Etruscus perché una luce definitiva potesse rischiarare la questione. Tranquilli, nessun interminabile pippone: se c'è una cosa che all'Etrusco non manca è il dono della sintesi. In meno di un centinaio di pagine, di quelle che si leggono d'un fiato, saprete tutto sul caso Amityville e sulla valanga di merda mediatica in cui è affogata, anno dopo anno, la piccola cittadina americana. Il simpatico saggio lo trovate come sempre in formato ebook sui maggiori store digitali (AmazonIBSKoboPlayiTunes e chissà quanti altri).
Sono passati quarant’anni dall’uscita del film “Amityville Horror” (1979) ma il Mito in esso raccontato non solo non è invecchiato di un giorno, ma è cresciuto a dismisura, malgrado la qualità delle opere ad esso collegate crolli verticalmente con gli anni Duemila. Per festeggiare questo anniversario è il momento di intraprendere un viaggio attraverso libri-inchiesta inediti in Italia e una panoramica su ben diciotto film che si riferiscono dichiaratamente alla casa di Amityville e al suo “mistero”: tale ovviamente solo per chi ci vuole credere. Attraverso traduzioni esclusive di testi inediti e recensioni dissacranti di film - anch’essi a volte inediti - siete tutti invitati alla scoperta di uno dei miti moderni meno consistenti eppure più ricchi di opere derivate. 

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali  
IL PAESE TOMBA

Piemonte. Durante una delle più violente alluvioni degli ultimi anni, Gigi, giornalista per un quotidiano di provincia, scopre l’esistenza di un paesino abbandonato e dai trascorsi alquanto sinistri. Il paese di Gramigna Nuova, infatti, è la tomba di un segreto orribile che nessuno vuole ricordare. Atmosfere malsane per un racconto che trae origine da un vero luogo fantasma dell’alessandrino.
Il racconto è di quelli brevi: per intenderci, è una di quelle letture che riescono a impegnarvi giusto il tempo di una seduta in bagno (con il dovuto rispetto per l'Autore, che forse avrebbe immaginato ben più nobile location per la fruizione del suo lavoro).
Il piacere de "Il Paese tomba" non si esaurisce tuttavia in quei brevi ma intensi minuti di lettura, bensì prosegue nell'inevitabile smania di andare a capire cosa si celi dietro Gramigna Nuova, nome di fantasia che si ispira a una reale "ghost town", di quelle che sarebbe davvero il caso di andare a visitare, se solo non fosse stata ormai da tempo rasa al suolo.
È lo stesso Christian Sartirana, raffinato autore che abbiamo già avuto modo di conoscere in passato, che ci porta sulla giusta strada, linkando nella sua introduzione questo corposo resoconto sulla storia di Brusaschetto Nuovo, piccolo agglomerato urbano maldestramente edificato negli anni Cinquanta nella piana alluvionale del Po, tra le provincie di Vercelli e Alessandria.
Se mai gli spettri dei suoi abitanti hanno davvero, in tempi remoti, infestato le strade e le case di quel paese dimenticato, di sicuro la versione idealizzata dal racconto di Sartirana ne è piena fino all'orlo (e non è un caso se ho usato l'espressione "fino all'orlo"), tanto che qualsiasi ipotesi di potermi dedicare alla cosiddetta archeologia urbana mi viene improvvisamente meno. Una curiosità: i quattro personaggi del racconto prendono a prestito il loro nome da altrettanti giovani scrittori piemontesi, molti dei quali hanno fatto capolino su questo blog già in tempi non sospetti. Ecco il link Amazon, nel caso siate curiosi...

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali  
IL BUIO #4

Avevo già notato questa piccola novità editoriale lo scorso autunno in occasione della prima uscita in digitale ma poi, per un motivo o per l'altro, sommerso dai terabyte di notifiche che quotidianamente mi si abbattono addosso da ogni direzione, ho finito per dimenticarmene. Curata da Lorenzo Crescentini e Giampietro Stocco, rispettivamente direttore editoriale e direttore tout-court, la rivista Il Buio dovrebbe essere, a quanto riferisce il web, la versione italiana del magazine The Dark statunitense, specializzata in racconti weird e di fantascienza (ho notato anche una versione in spagnolo intitolata, guarda un po', "La Oscuridad").
Nella versione nostrana sono incluse, come da copione, due opere di autori nazionali e due traduzioni di opere di autori internazionali. Nello specifico, la quarta uscita ci offre "Il labirinto", un racconto di David Tallerman tradotto da Stefano Paparozzi a partire da  "The Only Way Out Lies Farther" (The Dark #42, novembre 2018), a cui fa seguito "L’Archivio della Loggia dei Pini" (The Pine Arch Collection; The Dark #36, maggio 2018) dello statunitense Michael Wehunt. I contributi nostrani sono di Flavio Torba ("La stanza delle croci") e di Andrea Berneschi ("Mario e Alfredo"). Immagine di copertina di Ivana Ogrizovic. Ecco il link Amazon alla versione digitale (disponibile anche in cartaceo, aggiungendo tre euro).

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali  
MILLEMONDI, STRANIMONDI

Gustosissima è la proposta di Franco Forte per la tradizionale uscita estiva del Millemondi, che sbarcherà nelle edicole di tutta Italia nei primi giorni del prossimo mese di luglio. Si tratta di un'antologia italianissima che contiene le opere di Autori che, come ben riporta il blog di Urania, "rappresentano il meglio della science fiction del nostro Paese". Già in passato, come apprendo dall'ottimo articolo di Dario Tonani sul blog di Urania, era state realizzate due antologie simili, ma essendo trascorsi oltre vent'anni dall'ultimo tentativo l'iniziativa del curatore che ha raccolto l'eredità di Giuseppe Lippi assume oggi un valore particolare.
Gli Autori selezionati sono, in ordine di apparizione, Giulia Abbate ed Elena Di Fazio, Sandro Battisti, Franci Conforti, Davide Del Popolo Riolo, Nicola Fantini, Clelia Farris, Lorenzo Fontana e Andrea Tortoreto, Lukha B. Kremo, Maico Morellini, Piero Schiavo Campo, Dario Tonani, Emanuela Valentini, Claudio Vastano, Alessandro Vietti e Alain Voudì. In appendice una corposa postfazione di Silvio Sosio sullo stato dell’arte della fantascienza in Italia e un piccolo resoconto del Premio Italia 2019, conclusosi all'inizio di maggio nell'ambito della 45a edizione dell'Italcon, il celebre convegno italiano della fantascienza e del fantastico. La scelta del titolo "Strani Mondi" richiama inevitabilmente una manifestazione milanese che sta prendendo di anno in anno sempre più piede tra gli appassionati, e sulla quale espressi la mia modesta opinione molto tempo fa.

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali  
INGEGNER MENNI

Avevamo già parlato qui e qui di questa nuova collana editoriale dedicata alla riscoperta di vecchie perle della fantascienza sovietica. Questa terza uscita, che ripropone un testo di Aleksandr Bogdanov, è l'occasione per risploverare l'argomento.
Scritto e pubblicato dopo «Stella Rossa», «Ingegner Menni» è la seconda parte della dilogia marziana e l'ultima opera di narrativa compiuta di Aleksandr Bogdanov. Collocato prima in linea temporale rispetto all'opera con protagonista il rivoluzionario pietroburghese Leonid, il romanzo viene presentato da questi come una sua traduzione destinata al popolo terrestre di un importante libro proveniente dal Pianeta rosso. Bogdanov sfrutta questo stratagemma letterario per raccontare la storia marziana dei circa duecentocinquanta anni che precedono «Stella Rossa» attraverso tre generazioni della famiglia dell'ingegner Menni, descrivendo così l'avvento del socialismo su Marte e raccontando in dettaglio la costruzione dei Grandi Canali, strutture geologiche individuate dallo scienziato italiano Giovanni Schiaparelli. Partendo da un'epoca feudale, con il duca Ormen Al'do, passando per il periodo borghese e capitalista caratterizzato da Menni e giungendo alla socialista Netti, Bogdanov riesce ancora una volta, dopo «Stella Rossa», a usare il linguaggio della finzione per trasmettere la sua visione filosofica e politica, adoperando i tre protagonisti come espediente per mostrare le differenze insite nella percezione della coscienza di classe di ognuno. Il presente volume contiene «Il marziano abbandonato sulla Terra», poemetto incompiuto che secondo i piani dell'autore sarebbe dovuto essere il terzo episodio della serie marziana.
Link Agenzia Alcatraz. Link Amazon e IBS

6 commenti:

  1. Dalla Roma parimenti afosa ti ringrazio dello spazio che mi hai dato: non so se ho portato una "luce definitiva", ma mi fregio di aver portato un po' di informazioni concrete in un Mito che si basa quasi esclusivamente sulle voci ;-)

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    1. La luce non sarà definitiva finché l'ultimo film della saga non sarà davvero l'ultimo. Temo ciò avverrà tra molto, molto tempo...

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  2. L'idea di imbastire un racconto su una "ghost town" nostrana è interessante. Anche perché ce ne sono sempre di più di paesini abbandonati, purtroppo (in alcuni però è oggettivamente difficile vivere per assenza di collegamenti col resto del mondo e problematiche ambientali tipo rischi idrogeologici).

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    1. Molti sono difficili anche da raggiungere, perché la vegetazione se li stati fagocitando oppure perché arroccati in cima a un monte...
      Non molto lontano da qui, in provincia di Lecco, c'è però una delle ghost town più affascinanti e perfettamente raggiungibile anche in macchina: Consonno

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  3. Non so chi sia questo blogger scomparso, ma spero che la Terra gli sia lieve.
    Intanto, aspetto il 600esimo post, così come il millesimo.. 😉

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    1. Il millesimo? Dovrai avere un sacco di pazienza, mia cara!

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