Siamo già nel 2020, il che significa che sono già trascorsi vent'anni dall'inizio del secolo, da quel capodanno del 2000 che, quand'ero bambino, sembrava essere un traguardo pressoché inarrivabile in un futuro remoto. Tra l'altro, ricordo che pensavo al 2000 come all'anno in cui avrei compiuto 33 anni (gli anni di Cristo, secondo alcune discutibili teorie), e già allora mi vedevo vecchio e decrepito, cosa che fortunatamente non sono ancora del tutto. Perlomeno, non decrepito.
Inevitabilmente però mi sorprendo a pensare agli anni che passano; a pensare a come il 2020 si trasformerà quasi senza preavviso in 2030; e a pensare a come quel 2030 mi troverà, a come sarò, a chi sarò. E se tra dieci anni mi ricorderò di oggi, seduto su uno sgabello a scrivere queste righe. Quel che è certo è che oggi non ricordo per nulla il Capodanno di dieci anni fa, ma quello fu certamente un momento più anonimo di questo, per i motivi che ormai ben sapete. E poi, nel 2010 il blog (inteso come web-log, equivalente digitale di un diario) non esisteva ancora; non ho nemmeno la possibilità di andarmi a rileggere quello che scrivevo e a fare, di conseguenza, due collegamenti con quella che era la mia vita a quel tempo.
Siamo a gennaio ed è giunto il tempo, ora più che mai, per un nuovo appuntamento con Traditi dalla fretta, la periodica rubrica solitamente dedicata a ciò che mi sono lasciato indietro.Inevitabilmente però mi sorprendo a pensare agli anni che passano; a pensare a come il 2020 si trasformerà quasi senza preavviso in 2030; e a pensare a come quel 2030 mi troverà, a come sarò, a chi sarò. E se tra dieci anni mi ricorderò di oggi, seduto su uno sgabello a scrivere queste righe. Quel che è certo è che oggi non ricordo per nulla il Capodanno di dieci anni fa, ma quello fu certamente un momento più anonimo di questo, per i motivi che ormai ben sapete. E poi, nel 2010 il blog (inteso come web-log, equivalente digitale di un diario) non esisteva ancora; non ho nemmeno la possibilità di andarmi a rileggere quello che scrivevo e a fare, di conseguenza, due collegamenti con quella che era la mia vita a quel tempo.
Un appuntamento in realtà anomalo quello di quest'oggi, visto che il sottoscritto è stato davvero "tradito dalla fretta" negli ultimi tempi. Tradito al punto da non aver avuto neanche il tempo di accorgersi di ciò che gli accadeva attorno. Neanche la pioggia o la neve hanno avuto modo di attirare la mia attenzione. Non mi resta quindi, anche per provare a riprendere il filo del discorso così bruscamente interrotto due mesi fa, che fare il punto della situazione su un paio di work in progress che sono tali da diverso tempo, partendo naturalmente da...
Work in progress
YELLOW MYTHOS
Alessia H.V., 'La Perduta Carcosa', digital, 2015 http://alessiahv.deviantart.com/ |
Nuova energia mi è giunta in questi giorni di festa quando mi sono visto recapitare, in momenti diversi, due email da persone che si sono appassionate a quei vecchi post, a conferma del fatto che un blog come questo, anche se non lo si aggiorna da un po', continua a essere una fonte di ispirazione a cui molti attingono. E ciò in parte spiega la mia preferenza per questa formula, anziché per quella più immediata di certi social network.
Il primo messaggio giunge il 28 dicembre: il mittente è un’insegnante appassionata di letteratura russa che mi riferisce di essere ossessionata dal Re Giallo. Oltre a una serie di complimenti che, per non annoiarvi, non sto a riportare, questa persona mi dice: "Ho da poco scoperto il Suo (tuo?) blog, cercando sul web informazioni e dettagli sul Re Giallo. Ammetto di esserne venuta a conoscenza grazie a True Detective. Leggendo i suoi articoli mi imbatto in coincidenze a dir poco interessanti legate alle mie passioni ed interessi (la passione per i dipinti di De Chirico, l’aver acquistato “I miti di Chthulu poco prima di venire a conoscenza della connessione tra HPL e Chambers...). Attratta dalla serie ho acquistato il libro di Chambers e ne sono rimasta affascinata.".
Il secondo messaggio giunge il giorno dell'Epifania e la mittente si presenta come "un'aspirante scrittrice un po' lunatica". Risparmiandovi anche questa volta la parte dei complimenti, riporto qui di seguito le sue parole: "Questa sera mi capitato di leggere la serie di post che avete scritto a proposito di Carcosa, Il Libro Giallo, Hastur e i dipinti di De Chirico. Le vostre idee originali mi hanno dato notevole ispirazione, ritengo che il lavoro che avete fatto meriterebbe di essere raccolto in un volume e pubblicato se possibile".
Su quest'ultimo punto mi sono già espresso altre volte qui sul blog: l'idea di realizzare un ebook mi è balenata nella mente varie volte in passato, ma ciò che mi ha sempre impedito di concretizzarla è l'enorme lavoro di adattamento che si prospetta, visto che sin dalla sua origine il progetto "Yellow Mythos" è stato costruito avendo in testa il blog e nulla di più.
Al di là di questo dettaglio, credo però sia il caso inserire tra i miei buoni propositi del 2020 quello di riprendere il filo del discorso così inopinatamente interrotto un anno fa. In fondo è estremamente piacevole realizzare che quanto si è scritto nel corso degli anni (da lontano 2013, per la precisione) sia ancora così fruibile e fruito, e tra l'altro mi sovviene che è da lungo tempo accantonato anche quel side-project che risponde al titolo de "La Canzone di Cassilda", quel tentativo di blog-novel con il quale usavo intervallare gli articoli sul Re in Giallo nei suoi primi periodi. Voi cosa ne pensate?
Work in progress
KAIDAN
KAIDAN
In questo caso la mia latitanza è se possibile ancora più scandalosa, visto che l'ultimo articolo della serie risale ormai al lontano settembre del 2017. L'idea originale mi piaceva e per un breve periodo il progetto andò via spedito, grazie soprattutto allo speciale "Ghost in the Well" che, tutt'oggi, rappresenta in larga maggioranza i contenuti catalogati sotto l'etichetta "Kaidan".
Il motivo del blocco, paradossalmente, è proprio quello: forse non avrei dovuto "sprecare" così tanti slot del progetto Kaidan per quello speciale e, accingendomi a scrivere, ogni volta quel dubbio mi rosica al punto da convincermi a rimandare ogni decisione.
L'alternativa più saggia sarebbe quella di fottersene, e probabilmente è ciò che farò, se non altro per uscire da questa interminabile impasse.
In parte, anche la voglia di tornare a scrivere di spettri giapponesi deriva da una circostanza simile a quella descritta poco fa parlando di Yellow Mythos: qualche settimana fa la collega blogger Kuku mi ha riferito di essere impegnata con la lettura di quel mio vecchio speciale sul folklore tailandese e ciò, anche se Giappone e Tailandia hanno poco da spartire, mi ha convinto a riprendere il filo di un discorso che in primo luogo mi appassiona e che, non ultimo, è talmente ricco di argomenti da sviscerare che c'è il rischio che il limite prefissato dei cento articoli si riveli insufficiente.
Oltretutto il fatto di aver interrotto il progetto, pur avendo ben chiaro in mente il suo percorso più prossimo, mi impedisce di uscire con articoli già completati ma che, nella mia testa, dovrebbero integrarsi in Kaidan in una fase successiva.
Kaidan, per inciso, è un progetto molto più complesso di quanto non lo sia il Re in Giallo. Se quest'ultimo mi permette di avanzare per piccoli passi (un articolo alla volta, quasi sempre autoconclusivo), Kaidan apre le porte a un enorme lavoro di costruzione, caratterizzato com'è da così tante ramificazioni impossibili da ignorare o posticipare. L'esempio di Ghost in the Well, in questo senso, è perfettamente calzante: mi sarebbe stato davvero difficile affrontare Sadako Yamamura (e il suo alter ego Okiku) senza mettere tutto sul piatto... e così ne sono venuti fuori 24 articoli. Una roba mostruosa da scrivere e, ne sono certo, anche da leggere.
Considerato poi che nel folclore giapponese esistono decine di altre figure simili, supponendo di scrivere per ognuna di esse anche solo un decimo di ciò che ho scritto per Okiku, ciò che mi si prospetta non ha nulla di umano. Voi che ne pensate? Dovrei provarci?
Parlando in termini di egoistici interessi personali, a me non dispiacerebbe affatto un ulteriore approfondimento su fantasmi e leggende nipponiche.
RispondiEliminaPerò tu segui la tua disposizione, fa quel che ti senti più incline a fare ;-)
Non avevo alcun dubbio su quale i due potesse essere il tuo tema preferito, Ariano. ^_^
EliminaL'approfondimento sui fantasmi giapponesi è a dir poco intrigante, anche più del Re in giallo... ma non posso obbligarti, mi sembra davvero un lavoraccio!
RispondiEliminaIntriganti alla pari, dal mio punto di vista. Vorrei piuttosto poter dire che il Re in Giallo è un tema meno abusato dell’altro, ma non ne sono più così sicuro...
EliminaPer quel che mi riguarda, suonerà egoista, ma ti direi che Devi Provarci!
RispondiEliminaCi proverò di sicuro. Spero solo di non impiegare un altr’anno per decidermi a partire....
EliminaE vedi come un anno passa in fretta, fermate il mondo voglio scendere.. ;)
RispondiEliminaQuesto aspetto infatti ha dell’inquietante...
EliminaAnch'io in tempi recenti ho riflettuto molto sul tempo che passa, all'incirca nei tuoi stessi termini: uno sguardo indietro e uno in avanti. Impressionante! Comunque io voto per i fantasmi giapponesi, senza dubbio alcuno. Amo i fantasmi a qualsiasi latitudine appartengano. :)
RispondiEliminaRiflettere su quanta poca differenza ci sia tra l’esser giovani e l’essere vecchi è qualcosa di inquietante, molto più di qualsiasi iracondo fantasma giapponese...
EliminaMah...fai te quello che ti senti , valutando i pro e i contro del lavoro che ti accingerai ad intraprendere...le soddisfazioni (visualizzazioni) che ti han dato i vari post fin'ora ad esempio , degli articoli che hai lasciato per due anni circa in stand by per i più disparati motivi.
RispondiEliminaSoddisfazioni? Tantissime! La mole di lavoro che ci sta dietro? Proporzionata!
EliminaIl punto da considerare è anche quello di abbassare drasticamente la frequenza di pubblicazione, ma quella è una strada su quale mi sono già incamminato.
Non ci credoo! Hai rispolverato quel disegno! Grazie Obs!
RispondiEliminaComunque, secondo me la flessibilità è la regina delle doti, quindi fai ciò che senti quando ti senti preparato per farlo, non è detto che se un progetto 'dorme' per anni un giorno non decida di svegliarsi più vivo di prima. Ogni cosa ha bisogno del suo tempo e, se si è già esaurito, decadrà naturalmente. :)
Quel tuo disegno è la cover ufficiale del progetto. Che altro potrei usare? E soprattutto, dove potrei trovare di meglio?
EliminaI progetti sono ben lontani dall’essere esauriti, almeno nelle mie intenzioni. Poi se succedono altre cose, vabbè...
Qualsiasi cosa scriverai sai che ti seguirò e ti leggerò sempre con piacere.
RispondiEliminaNe sono certo, vecio...
EliminaCambiando titoli di post e serie potrei quasi far mio questo tuo post. Le mie serie principali, Trilogia delle Madri e The Studio, avanzavano già prima un po' a singhiozzo e con la nuova formula di pubblicazioni del mio blog le cose potevano solo peggiorare. Anzi, da questo punto di vista son certo messo peggio io di te, che, imprevisti della vita a parte, hai mantenuto un ritmo di pubblicazione abbastanza in linea con il passato.
RispondiEliminaRiguardo poi allo scorrere del tempo in questo terzo millennio, quel gran genio del mio amico (Henry Miller) aveva già previsto tutto nel 1950:
"Il ritmo del tempo si è accelerato quasi al di là di ogni comprensione. Ci stiamo avvicinando a velocità spaventosa al giorno in cui passato, presente e futuro ci appariranno come una cosa sola. Il millennio che sta per cominciare non rassomiglierà, nella durata, a nessun altra epoca del passato. Potrebbe durare quanto un batter d’occhio."
Sono i piccoli inconvenienti del farsi trasportare dal fascino di scrivere articoli che si dilatano nel tempo, di quelli che sai come iniziano ma non sai come, né quando, finiscono. Ormai anche quando scrivo di cose semplici, di argomenti che potrebbero esaurirsi in poche righe, mi viene sempre da pensare "Ehi, ma se ne facessi uno speciale?"... Tutto ciò ovviamente non aiuta e, alla fine, ci si riduce a non avere mai niente di pronto quando è il momento di pubblicare.
EliminaPS: Miller aveva probabilmente ragione. Dubito che gli anni tra il 1900 e il 1920 fossero passati così in fretta agli occhi di chi c'era.
Infatti, una volta completate le serie in corso, credo che mi limiterò al solo progetto "Picnic at Hanging Rock Reloaded". Dopodiché, solo post one-shot o giù di lì.
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