venerdì 21 marzo 2025

Il vampiro di A.K. Tolstoj

A costo di risultare monotono, confesso che anche la lettura che vi presento oggi è stata resa possibile da una trasferta di lavoro. Non che a casa io non legga, ma è innegabile che quando sono solo, senza distrazioni, è il momento ideale per prendere in mano un libro. E così, in un tardo pomeriggio di febbraio, in una giornata di lavoro finita presto, per essere un giorno di fiera, rientro nel solito albergo di Verona che mi ospita tutti gli anni nello stesso periodo, apro questa piccola antologia e porto subito a termine il primo dei quattro racconti, poi getto uno sguardo all'orologio e decido che è il momento di telefonare a mia moglie. Non so a voi, ma a me dà conforto quella chiamata quando sono lontano da casa, anche se breve, anche se solo per parlare del tempo. Avere qualcuno da chiamare, quando si è via per lavoro, mi ripaga della giornata trascorsa e mi permette di darle un senso. Viceversa sarebbe solo schiavitù. Chiamo mia moglie, che quel libro lo ha già letto la settimana scorsa, e tra le tante cose che ho da dirle le annuncio di aver completato il primo racconto, che mi è piaciuto, e che ho ancora abbastanza tempo per passare al secondo, una volta terminata la telefonata. 
Lei si guarda bene dall'anticiparmi che il secondo racconto ha alcuni simpatici punti di contatto con il primo, e di questo piccolo riguardo le sono grato. Un piccolo riguardo che, mi scuserete, io non ho avuto con voi che ormai, a questo punto, già ne siete al corrente. Ma non preoccupatevi: i dettagli, almeno quelli, ve li risparmierò, perché vale davvero la pena di scoprirli da soli.

venerdì 14 marzo 2025

Il fantasma di Katie King (Pt. 3)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Nel suo libro del 1962 “Gli Spiritisti: storia di Florence Cook e William Crookes”, Trevor H. Hall si dice certo che la medium fosse in realtà un’imbrogliona. Secondo lui la Cook, travestita, avrebbe recitato personalmente la parte di Katie King, oppure si sarebbe fatta aiutare da un complice che, sgattaiolando nel Gabinetto o nella stanza delle sedute, avrebbe rappresentato il fantasma. Oltre ai tre episodi menzionati nelle ultime righe del post precedente, Hall portava anche altre circostanze a supporto della sua tesi. 
Prima di tutto, la somiglianza sospetta di Katie King con la Cook. Ma questa da solo non basta come prova e non solo perché tale somiglianza non veniva riscontrata in tutte le occasioni, ma anche perché gli spiritisti convenivano che questo aspetto fosse tipico degli spiriti materializzati, e poiché in base alle testimonianze dei partecipanti la medium e lo spirito erano entrambi visibili nello stesso momento, ne consegue che non poteva essere Florence a impersonare Katie. 
Si potrebbe naturalmente obiettare che la Cook avesse una complice, ma perché allora rischiare e scegliere qualcuno che le somigliava tanto? E il fatto che talora il fantasma “incarnato” non rassomigliasse alla medium significava forse che la (o il) complice era più d’una? 

venerdì 7 marzo 2025

Il fantasma di Katie King (Pt. 2)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI
  
Era il 9 dicembre, come abbiamo detto, e a casa Cook Katie King si era appena materializzata durante una seduta quando, com’era sua abitudine, porse la mano ai partecipanti. Subito William Volckman la afferrò saldamente e accusò a gran voce la medium di essersi mascherata da fantasma. Lo spirito si dibatté, riuscì a liberarsi e fu poi aiutato a tornare nel Gabinetto. Qualche minuto più tardi si irruppe nel Gabinetto e la Cook fu trovata nel posto e nell’esatta posizione in cui era stata legata, con i sigilli intatti. 
Ma Volckman non demordeva. In seguito ribadì pubblicamente la sua posizione, asserendo che prove definitive dell’imbroglio fossero da un lato la notevole somiglianza dello spirito con la Cook (cosa che non era sfuggita ai più attenti fra i partecipanti alle sedute), e dall'altro la maniera fin troppo umana in cui Katie King si era divincolata per sfuggire alla sua presa, quando ci si sarebbe aspettati che semplicemente si smaterializzasse sotto le sue dita, come in precedenza aveva dimostrato di saper fare. 
Queste obiezioni a dire il vero non sembravano del tutto campate per aria, anche per via dell’incomprensibile decisione degli astanti di aspettare vari minuti prima di entrare nel Gabinetto, quasi si volesse concedere alla medium del tempo per... per cosa?! 

venerdì 28 febbraio 2025

Il fantasma di Katie King (Pt. 1)

"Penso che se un'esperienza esiste, del periodo pioneristico della parapsicologia, che inquieti tuttora gli studiosi, questa è senz'altro il ciclo di sedute legate al nome di Katie King".
Con queste parole iniziava il breve articolo che Pier Luigi Aiazzi, insegnante e psicologo (e uno dei pochi italiani a essersi laureato con una tesi dedicata a temi parapsicologici), pubblicò sul numero di settembre 1985 nella rivista "Il Giornale dei Misteri" allora edita dalla Corrado Tedeschi Editore, azienda fiorentina oggi specializzata in pubblicazioni di creatività femminile (maglia, uncinetto) e in enigmistica tascabile.
Quel vecchio numero della rivista, che compravo tutti i mesi nell'edicola sotto casa e che oggi, mi perdonerà il nuovo editore, ha perso una buona parte del suo fascino, rappresentò la mia personale "iniziazione" a temi che ancora oggi, credo lo si possa facilmente notare, sono una parte fondamentale di tutto ciò che leggo e scrivo. Numerosi sono stati gli articoli che ho letto e riletto avidamente, ma solo pochi tra essi hanno lasciato un ricordo indelebile, al punto che, quarant'anni dopo, saprei quasi recitarne interi brani a memoria.

venerdì 21 febbraio 2025

Le Bunker de la Dernière Rafale

Quando capita che ti ritrovi la sera a casa nel bel mezzo della settimana, si sono già fatte le dieci e mezza e il giorno dopo devi alzarti presto per andare a lavorare, le alternative sono tre: ti metti a cazzeggiare col telefono intossicandoti anima e corpo in un'attività che non porta da nessuna parte, ti rifugi al cesso e ti metti davanti allo specchio alla ricerca di invisibili punti neri oppure, scelta preferita, ti metti a frugare nei tuoi "archivi" alla ricerca di un cortometraggio che ti accompagni verso un'ora più consona per andarsi a coricare. Ci sarebbe anche l'alternativa di mettersi a leggere o a scrivere qualcosa per il blog, che è ciò che sto facendo in questo momento, ma la sera di cui vi sto parlando è un'altra e risale a un periodo ormai imprecisato dello scorso anno. 
Ciò che venne fuori da quella ricerca serale fu un cortometraggio di appena 26 minuti il cui titolo e la cui locandina avevano, in un tempo di molto precedente, già attirato la mia attenzione per una certa dose di "singolarità" che mi aveva trasmesso così, a pelle. Il genere di riferimento è il "grottesco", un genere che ritengo essere sostenibile, ma questo è di certo un mio limite, esclusivamente se il minutaggio complessivo dell'opera non supera quello che una scatoletta di tonno richiedere per essere mangiata di fretta sul lavandino. In realtà, più che grottesco l'avrei definito "cyberpunk" perché, come spero vi sarà chiaro proseguendo nella lettura di questo articolo, certi dettagli non possono che far andare la memoria al cinema di Shin'ya Tsukamoto

venerdì 14 febbraio 2025

Libro Vs. Film: Rosaura alle dieci

Mi accingo alla lettura di questo Sellerio, colto di passaggio sullo scaffale di una libreria lo scorso autunno, mentre attendo l'apertura del gate dal quale partirò a breve. Il volo che mi attende sarà uno di quelli lunghi e un libro dal titolo accattivante sarà, almeno così penso, il miglior compagno di viaggio possibile. Certo, avrei potuto mettere in valigia uno qualunque dei titoli già in mio possesso, magari uno di genere fantastico, di quelli che sono solito divorare uno dopo l'altro in rapida sequenza, ma stavolta ho optato per una casa editrice "generalista", giusto per non perdere l'abitudine. 
Sì, lo so che questo incipit lo avete già letto (infatti è uguale a quello che un paio di settimane fa ha aperto la recensione di "Attraverso la notte" di William Sloane), ma questo di cui sto parlando è il viaggio di ritorno. Stessa modalità di lettura, quindi, e stesse ore da riempire davanti a me, interrotto solo da qualche hostess incaricata di versare qualche caffè o vendere profumi che non interessano a nessuno.
In realtà non sono venuto in possesso di questo titolo in maniera casuale come nel caso di "Attraverso la notte", ma come frutto di una precisa ricerca, facilitata dal fatto che l'editore ha recentemente immesso sul mercato una nuova edizione di un romanzo storico del suo catalogo che era ormai da anni classificato come esaurito. Sto parlando, se non lo si fosse capito, di "Rosaura alle dieci", romanzo d'esordio di Marco Denevi, un'opera che ha portato all'autore argentino un successo immediato e ha gettato le basi per la sua carriera letteraria.

venerdì 7 febbraio 2025

Due “Point Break” e due filosofie a confronto

Ho sempre pensato che ci sono film che non andrebbero mai rifatti, ma al massimo omaggiati. “Point Break” di Kathryn Bigelow (1991) rientra a pieno in questa categoria, e se tempo fa mi aveste chiesto il titolo di un film che per scelta non avrei mai visto, nella lista avrei di certo incluso il suo remake realizzato nel 2015 da Ericson Core, direttore della fotografia e regista specializzato in film d’azione: come si dice in questi casi, era un’operazione, questa, di cui non sentivo nessun bisogno. 
E invece, durante una pigra serata a casa di parenti, sotto le feste di Natale, mi sono rassegnato a guardarlo: le due ore di durata tutto sommato sono volate e qualcosa di positivo nel film (con mia sorpresa) l’ho pure trovato. E ora che sono passati abbastanza anni dal momento della sua uscita da permettermi di compararlo con l’originale senza rischio di farmi influenzare da altri (sono sicuro che all’epoca fioccassero le recensioni, qui sulla blogosfera), posso dire anch’io la mia. Ovvero, innanzitutto, che sono solo lo spunto di base, i nomi dei personaggi e poco altro ad accomunare i due lavori, e questo è allo stesso tempo il difetto maggiore (per chi sostiene che un remake debba essere il più possibile fedele al capostipite) e il maggior pregio di questa nuova versione (per chi è invece alla ricerca dell'originalità a tutti i costi). 

venerdì 31 gennaio 2025

Attraverso la notte

Mi accingo alla lettura di questo Adelphi, colto di passaggio sullo scaffale di una libreria lo scorso autunno, mentre attendo l'apertura del gate dal quale partirò a breve. Il volo che mi attende sarà uno di quelli lunghi e un libro dal titolo accattivante sarà, almeno così penso, il miglior compagno di viaggio possibile. Certo, avrei potuto mettere in valigia uno qualunque dei titoli già in mio possesso, magari uno di genere fantastico, di quelli che sono solito divorare uno dopo l'altro in rapida sequenza, ma stavolta ho optato per una casa editrice "generalista", giusto per non perdere l'abitudine.
Mi ritrovo invece di fronte a un titolo atipico per la casa editrice milanese, un titolo a metà strada tra fantascienza e giallo poliziesco e con una nota di horror che non guasta, ma che non prende mai il sopravvento anche se ne avrebbe tutte le potenzialità. Detto in un altro modo, le mie dita avevano calamitato sullo scaffale di quella libreria un libro che non era poi troppo diverso da quelli che acquisto consapevolmente. 
Devo però ammetterlo: l'incontro con "Attraverso la notte" non è stato affatto casuale e lo stesso risvolto di copertina di questa nuova edizione Adelphi non lascia molto spazio a fraintendimenti (c'è anche il solito commento entusiasta di Stephen King, che però ormai vale quel che vale), per cui, no, non è stata affatto una sorpresa. La vera sorpresa è stata semmai quella di aver trovato in "Attraverso la notte" una delle migliori letture del 2024 appena concluso.

venerdì 24 gennaio 2025

Libro Vs. Film: The Cremator (l'uomo che bruciava i cadaveri)

Ci sono dei momenti nella vita in cui si avrebbe voglia di leggere un’opera di finzione che sia allo stesso tempo aderente ai corsi e ricorsi storici, che ci aiuti a ricordare la storia perché la storia non si ripeta, che parli di scelte e di responsabilità, che sia profonda e commovente, ma sentiamo di non trovarci nello stato d’animo adatto per sopportare il fardello emotivo che una tale lettura comporterebbe. 
Ecco, è proprio in uno di quei momenti che un romanzo come “Spalovač mrtvol” dello scrittore praghese Ladislav Fuks (1923-1994) potrebbe aiutare a superare il blocco del lettore, perché pur trattando un tema spinoso come i prodromi dell’Olocausto è ricco di una buona dose di humor nero grazie al quale l’Autore ha saputo rendere le vicende narrate più grottesche e stranianti che orrorifiche. 
Il finale aperto, poi, può scompaginare un po’ le carte e quella percezione a senso unico dell’epilogo dell’opera che ci si insinua nella mente durante la lettura. 
Il romanzo, del 1967, fu portato in Italia da Einaudi nel ‘72 con il titolo “Il bruciacadaveri”, titolo ripreso anche dall’edizione Miraggi Editore del 2019. Viste le premesse, si tratta con evidenza di un’opera che indaga l’oscurità della mente umana e lo fa tramite la figura del protagonista Karel Kopfrkingl, direttore di un crematorio nella Praga degli anni Trenta del Novecento. Di inusuale Karel non ha tanto il lavoro (dopotutto la cremazione ha una sua utilità e come tutti i lavori sgradevoli, qualcuno li deve pur fare), quanto la passione con la quale lo svolge e le attenzioni al limite del malsano che riserva ai cadaveri, specialmente se di donne giovani e graziose. 

venerdì 17 gennaio 2025

Si riparano macchine del tempo e altri racconti dal XXX Trofeo RiLL

E per il terzo anno consecutivo la programmazione del blog di gennaio, escludendo il rituale appuntamento con Traditi dalla Fretta, pubblicato la scorsa settimana, parte con il tradizionale appuntamento con i racconti del Trofeo RiLL, giunto ormai, udite udite, alla sua trentesima edizione. La formula, come già altre volte ho riferito, è sempre la stessa dal 1994, anno in cui venne bandito per la prima volta il concorso letterario omonimo per il miglior racconto fantastico, i cui primi cinque classificati finiscono dritti sull'
annuale antologia "Mondi incantati" curata dall’associazione RiLL Riflessi di Luce Lunare ed edita da Acheron Books.
Numeri ancora una volta importanti (anche se non da record) anche per l'edizione 2024, che ha visto all'opera oltre 300 autori e autrici per un totale di 412 racconti dati in pasto ai selezionatori. Ciò che ne è uscito è ancora una volta un prodotto di notevole qualità nel quale, anche con tutta la buona volontà, si fatica a trovare punti deboli.
L'antologia in questione prende il titolo dal racconto vincitore "Si riparano macchine del tempo" di Mauro Longo, autore messinese (ma croato di adozione) già piuttosto noto nella piccola cerchia del fantastico nostrano per una trentina di racconti e per i romanzi "Decameron dei morti" (Origami Edizioni), "Guiscardi senza gloria" (Acheron Books) e "Il fabbricante di spettri" (RW Edizioni). Nella carrellata odierna partirei quindi da questo. 

venerdì 10 gennaio 2025

Traditi dalla fretta #44

Riparte anche quest'anno, prendendosela largamente comoda, la programmazione di The Obsidian Mirror, un blog che il suo stesso essere tale, è ormai ampiamente fuori moda, ma che resiste alle modernità e che, non contento, tra pochi mesi spegnerà le sue tredici candeline. C'è chi dice che il tredici porti male, c'è chi dice che porti bene, e io tra le due scuole di pensiero preferisco nettamente quest'ultima. 
Lo scorso anno, complice lo speciale dedicato ai food movies, la vitalità di questo blog ha raggiunto livelli che non raggiungeva dal lontano 2016. 
I 66 post usciti nel 2024 hanno sorpreso anche me, quasi ormai rassegnato alla lenta agonia di uno spazio virtuale che forse, mi viene talvolta da pensare, in tredici anni ha già detto tutto quello che aveva da dire. E ciò salta particolarmente agli occhi osservando quelle numerose iniziative, dagli Yellow Mythos alle cento storie Kaidan, che sono ormai palesemente alle corde, per via di quel mio inguaribile vizio nel non portare mai a termine le cose iniziate. 
Vedremo se il 2025 sarà in grado di portare al blog nuova linfa, anche se qualche motivo per dubitarne, da qualche parte dentro di me, ce l'ho; e questo non tanto per un normalissimo discorso motivazionale, come qualcuno potrebbe pensare, quanto per via di una vita che si fa di anno in anno più frenetica. E io che speravo che, al contrario, andando a invecchiare, tutto diventasse nettamente più zen. Così non è. Pazienza. La buona notizia è che la vita reale mi ha portato nel 2024 un paio di ottime soddisfazioni, intese come vittorie ottenute grazie a una perseveranza d'altri tempi, che non credevo possibile potessero arrivare.
Ma quello è già il passato. Siamo nel 2025 ed è tempo di riportare il blog in carreggiata, partendo da un nuovo, immancabile, episodio di "Traditi dalla fretta" . 
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