“La parola cibo, dal latino cibus, indica tutto ciò che serve da nutrimento per il corpo”, scrissi nell’articolo introduttivo di questo speciale. E dissi anche, non ricordo se usando esattamente queste parole, che “anche lo spirito va nutrito” perché “così come il cibo è il nutrimento del corpo, l’arte è il nutrimento dello spirito”.
Il cinema è oggi la forma d’arte più popolare non solo per le sue caratteristiche intrinseche (non occorre una preparazione culturale specifica per apprezzare la maggior parte dei film, anche se magari non se ne coglieranno tutte le sfumature), ma anche a causa della diffusione prima del televisore (negli anni Sessanta) e più recentemente delle numerose piattaforme di streaming che hanno relegato la visione dei film su grande schermo a un evento occasionale.
lunedì 28 ottobre 2024
venerdì 25 ottobre 2024
Fuori Speciale: tempi moderni
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“Fuori speciale” è una serie di articoli che vengono scritti di getto nel periodo di pubblicazione dello
speciale “La grande abbuffata”. Pur non essendone parte integrante, ciò che viene qui trattato
ruota intorno all’argomento principale senza spezzarne il filo logico. Si tratta, in estrema sintesi, di
piccoli approfondimenti che non hanno trovato posto nella struttura principale. “Fuori speciale”, in
uscita tutti i venerdì, non è una lettura necessaria alla comprensione degli articoli de “La grande abbuffata” (che usciranno invece il lunedì), è viceversa una lettura che può essere ignorata o
rimandata, a vostro piacimento.
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Dopo l’ultimo post dedicato lunedì scorso al cinema di Švankmajer, che sicuramente migliaia di lettori avranno letto avidamente, e prima dei titoli di coda su questo monumentale Speciale, che andrà in scena dopo il weekend, è il momento di qualcosa di più rilassante. In fondo questo è un “fuori speciale”, e in questi lunghi mesi solo raramente sono stati affrontati argomenti particolarmente complessi.
Lo spunto per quest’ultimo “intermezzo” l’ho preso da quel post su Charlie Chaplin pubblicato poche settimane fa. Mia moglie, dopo averlo letto, mi dice: “Ehi, ti sei dimenticato di citare quell’altra scena…”.
E lì mi si è accesa una lampadina.
lunedì 21 ottobre 2024
La Grande Abbuffata: Švankmajer e il "cinema del dettaglio"
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Non credo ci sia un altro regista, tra quelli che conosco, che abbia trattato il tema del cibo in maniera coerente e continuativa, fin dagli anni ‘60, come Jan Švankmajer. Avrei potuto inserire questo articolo su di lui in qualunque parte dello speciale, ma se l’ho fatto in questo preciso punto, dopo le parti dedicate alle creature dell’horror, è perché ritengo che Švankmajer in un certo senso superi e surclassi l’horror. Esaminandone solo l’estetica, per quanto inquietante, è difficile classificare a pieno i suoi film come horror, ma i contenuti sono tutta un’altra faccenda. Quello di Švankmajer è un cinema psicanalitico, dove l’orrore affonda le radici nel subconscio (nelle nostre pulsioni e processi organici, nei nostri pensieri e desideri reconditi, nella fascinazione per l’oscuro e l’ondivaga dualità della natura umana) e allo stesso tempo è esterno a noi (nel dialogo amoroso, la dialettica sociale e politica, il progresso, la società dei consumi). Questo orrore è filtrato dalle lenti del surrealismo, inteso come viaggio interiore, dove i desideri e le paure più segrete dell’uomo possono facilmente tramutarsi da sogni in incubi. È un orrore che colpisce emotivamente anche quando la ragione non è in grado di individuarne la causa.
venerdì 18 ottobre 2024
Fuori Speciale: vampiri psichici
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“Fuori speciale” è una serie di articoli che vengono scritti di getto nel periodo di pubblicazione dello
speciale “La grande abbuffata”. Pur non essendone parte integrante, ciò che viene qui trattato
ruota intorno all’argomento principale senza spezzarne il filo logico. Si tratta, in estrema sintesi, di
piccoli approfondimenti che non hanno trovato posto nella struttura principale. “Fuori speciale”, in
uscita tutti i venerdì, non è una lettura necessaria alla comprensione degli articoli de “La grande abbuffata” (che usciranno invece il lunedì), è viceversa una lettura che può essere ignorata o
rimandata, a vostro piacimento.
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Forse l’avrò già detto in passato, ma per quanto mi riguarda la figura del vampiro, al cinema o in letteratura, è certamente una delle più affascinanti. Se da una parte zombi, cannibali, killer mascherati e lucertoloni giganti trasmettono solo ansia, e tra le righe mettono in guardia dai prodotti più negativi della nostra civiltà (le guerre, le carestie), il vampiro è l’essere che non muore, la cui esistenza è legata agli eterni tempi di vita e di morte e, di conseguenza, rappresenta per il lettore o per lo spettatore un continuo stimolo filosofico.
lunedì 14 ottobre 2024
La Grande Abbuffata: scorpacciate da paura (Pt.4: vampiri)
“Il sangue è la vita!” (Dracula, Francis Ford Coppola)
Abbiamo parlato di zombi e di cannibali, e va bene, ma perché inserire un capitolo anche sui vampiri? Cos’hanno a che fare tali creature con questo speciale a tema gastronomico? Purtroppo, nel lungo elenco dei disturbi alimentari tipici di quest’epoca non bisogna dimenticare quello forse più singolare. Sto parlando della cosiddetta Sindrome di Renfield (*), nota anche come ematolagnia o più comunemente come vampirismo clinico, ovvero una parafilia nella quale l'eccitazione sessuale è associata al bisogno compulsivo di ingerire sangue. Per chi ne soffre, l’ematolagnia è un’esperienza molto più profonda e intensa dell’atto sessuale, che termina nel momento dell’orgasmo. Ingerire il sangue del partner, al contrario, soddisfa il desiderio di entrare in comunione con il partner per un tempo virtualmente infinito. Il partner, attraverso il sangue, viene ingerito, posseduto, inglobato, per sigillare in questo modo un rapporto indissolubile, attraverso un meccanismo simile a quello per cui i guerrieri di un tempo ingerivano, possedevano e inglobavano i nemici vinti in battaglia per assorbirne le migliori qualità.
venerdì 11 ottobre 2024
Fuori Speciale: Charlie Chaplin girò il primo vero film cannibalico della storia del cinema?
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Cannibali,
Charlie Chaplin
“Fuori speciale” è una serie di articoli che vengono scritti di getto nel periodo di pubblicazione dello
speciale “La grande abbuffata”. Pur non essendone parte integrante, ciò che viene qui trattato
ruota intorno all’argomento principale senza spezzarne il filo logico. Si tratta, in estrema sintesi, di
piccoli approfondimenti che non hanno trovato posto nella struttura principale. “Fuori speciale”, in
uscita tutti i venerdì, non è una lettura necessaria alla comprensione degli articoli de “La grande abbuffata” (che usciranno invece il lunedì), è viceversa una lettura che può essere ignorata o
rimandata, a vostro piacimento.
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In precedenza, all’interno di questa piccola serie di post “fuori speciale” mi è capitato di cercare l’ispirazione in film importanti, alcuni dei quali veramente mitici, e in film assolutamente discutibili che un pochino mi vergognavo perfino di conoscere. Il film da cui prendo spunto per il post di oggi appartiene alla prima categoria, e in questo preciso caso il termine mitico è forse addirittura riduttivo.
lunedì 7 ottobre 2024
La Grande Abbuffata: scorpacciate da paura (Pt.3: altri cannibali)
In Italia il cannibalico ha segnato l’esigenza di rappresentare la morte in modo più evidente e realistico di pari passo a quanto avveniva nel paese ed echeggiava sui quotidiani e in tv, tramutandosi nella valvola di sfogo dalla realtà degli anni di piombo.
In precedenza, il cinema ci aveva regalato, con il gotico, storie in cui la vita e la morte si intrecciavano, passioni e sofferenze sopravvivevano alla morte e qualche volta gli amanti restavano uniti anche nell’oltretomba, ma più spesso uomini ammaliati da seducenti e sensuali figure femminili, veicolo di orrori indicibili, finivano per preferirgli il più rassicurante richiamo del focolare domestico. Queste tendenze saranno sconfessate già dalla metà degli anni ‘60 dal giallo all’italiana e dallo spaghetti western, ma soprattutto dai nuovi filoni come il mondo-movie, cioè il documentario etnografico, e il cannibalico.
Quello dei mondo-movie è un cinema manicheo che contrappone lo scontro ideologico fra civiltà e barbarie, cioè fra noi e “loro”, dimenticando, per citare Cioran, che “il «civilizzato» è un uomo finito quando si lascia affascinare dal barbaro”. Si delinea anche ben presto come cinema manipolatorio, che mescola il vero e il falso: animato dalla curiosità verso tutto ciò che è strano ed esotico, finisce per ricercare ciò che di peggio c’è al mondo, in particolar modo nel cosiddetto terzo mondo, e per ricorrere alla spettacolarizzazione del sesso e della morte (una tendenza che contagerà anche la televisione).
venerdì 4 ottobre 2024
Fuori Speciale: the untold story
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Herman Yau,
True Crime,
Yiu-Kuen Ng
“Fuori speciale” è una serie di articoli che vengono scritti di getto nel periodo di pubblicazione dello
speciale “La grande abbuffata”. Pur non essendone parte integrante, ciò che viene qui trattato
ruota intorno all’argomento principale senza spezzarne il filo logico. Si tratta, in estrema sintesi, di
piccoli approfondimenti che non hanno trovato posto nella struttura principale. “Fuori speciale”, in
uscita tutti i venerdì, non è una lettura necessaria alla comprensione degli articoli de “La grande abbuffata” (che usciranno invece il lunedì), è viceversa una lettura che può essere ignorata o
rimandata, a vostro piacimento.
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Nei giorni più caldi dello scorso mese di agosto ho fatto uscire su questo blog un breve articolo “True Crime”, passato quasi inosservato per via della stagione.
Sto parlando del cosiddetto massacro degli “Otto Immortali”, dal nome del ristorante di Macao in cui erano avvenuti i fatti. Sintetizzando, per chi avesse già
letto l’articolo o per chi non avesse voglia di farlo adesso, si tratta di uno dei casi più controversi della storia della penisola cinese che ancora oggi, dopo quasi
mezzo secolo, fa discutere e rabbrividire i locali.
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