mercoledì 21 dicembre 2022

Buon periodo di chiusura invernale!

Uno degli aspetti più inquietanti di questo 2022 che volge al termine è la crescita esponenziale di un'ossessione, quella del politicamente corretto o, per meglio dire, quella del follemente corretto. In un tripudio di termini che non si possono più utilizzare per non urtare la sensibilità di quella parte di popolazione che qualcuno si ostina a chiamare "minoranza", si finisce per scivolare nel più clamoroso ridicolo.

giovedì 15 dicembre 2022

Embaraço

Avevamo aperto questo 2022 con l’analisi di un film di Fernando Rick e lo chiudiamo con l’analisi di un altro film di Fernando Rick. Vi garba l’idea? In linea del tutto teorica l’idea potrebbe anche piacervi, ma quando vi sarete ricordati di quale film scrissi qua sopra lo scorso gennaio, allora probabilmente vi saliranno i primi conati di vomito. Non esauriteli, perché oggi ne avrete ancora bisogno. “Feto morto”, prodotto e diretto in Brasile nel 2003, era un’opera che sembrava realizzata su misura per la rubrica “Obsploitation Vomit”, ovvero quell’accozzaglia di recensioni di titoli ai quali la definizione “Extreme” va decisamente stretta. 
La visione di quel film non aveva poi fatto altro che confermare quella mia prima intuizione, film che mi trovai a definire come “cinema dell'oltraggio e dell'abiezione, un'accozzaglia politicamente scorretta di violenza e nudità gratuite realizzata, tra una birra e l'altra, da un gruppo di esordienti dall'umorismo nero e tagliente”. Nonostante ciò, calandolo nel giusto contesto, una lettura interessante riuscii anche a imbastirgliela, arrivando addirittura a paragonare il regista brasiliano a un tizio del calibro di Kenneth Anger, uno che di sovversioni e di perversioni ha sempre avuto molto da insegnare.

venerdì 9 dicembre 2022

Cose che succedono la notte

"L’uomo pensò alla neve che seppelliva tutto e gli venne in mente che un anno, da quelle parti, equivaleva a un giorno: metà trascorreva al buio, metà illuminato dalla luce, e l’inverno, in fondo, non era che una notte, una lunga notte seguita da un lungo giorno". (Peter Cameron)

Questo libro è fatto di buio e di neve. Di un treno nella notte, e di una coppia senza nome che scende in una stazione deserta del Grande Nord. Di un immenso, lussuoso albergo nel cuore di una foresta. Delle sue stanze chiuse, dei suoi infiniti corridoi, dell’isola di luce del suo bar. Dei suoi ambigui ospiti – una vecchia cantante che tutto ha visto, e un losco uomo d’affari con un suo crudele disegno. E ancora, di un sinistro orfanotrofio, e di un enigmatico guaritore. Non tutti gli scrittori avrebbero saputo trasformare questa materia in un avvincente, misterioso romanzo. Ma Peter Cameron, questo nel tempo lo abbiamo imparato, è uno scrittore a parte. (Dalla quarta di copertina)

sabato 3 dicembre 2022

Smuttynose Axe Murders (Pt.2)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Nel 1866, John e Maren Hontvet, come molti loro connazionali, lasciarono la Norvegia per cercare fortuna in America. Trascorsero i primi anni a Boston e, non appena se lo poterono permettere, si spostarono lungo la costa, dove acquistarono una casa sull'isola di Smuttynose, nelle isole di Shoals, appartenente allo Stato del Maine, ma geograficamente più vicina al New Hampshire. 
John comprò una goletta da pesca e con il passar del tempo riuscì a mettere da parte una piccola fortuna, sufficiente a far arrivare dalla Norvegia suo fratello Mathew e la sorella di Maren, Karen Christensen
Mathew fu di grande aiuto nell’attività di John, ma il lavoro cresceva a vista d’occhio e quest’ultimo in breve si rese conto di aver bisogno di una terza persona. Nella primavera del 1872 offrì un lavoro a Louis Wagner, un immigrato prussiano che viveva a Portsmouth, nel New Hampshire, in cambio di vitto e alloggio.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...