Dal chiostro si accede direttamente, di fronte, alla cappella di St. Conval, il cui nome rimanda nuovamente a Inchinnan: San Conval (detto “il Confessore”) nacque in Irlanda e sbarcò in Scozia proprio in quella città, ufficialmente a bordo di una nave ma, in base alla leggenda, trasportato su una grossa pietra piatta che miracolosamente fluttuava sulle acque! Questa cappella conserva le spoglie mortali di Walter e Helen Campbell e sulla pietra tombale è raffigurato proprio Walter Campbell, mentre l'epigrafe recita “And the Lord spake saying, let them make me a sanctuary that I may live among them”, ovvero “E mi facciano un santuario perch'io abiti in mezzo a loro” (Esodo, 25, 8), frase senza dubbio molto calzante.
Sul soffitto vicino all'abside è stata ricavata una piccola finestra a forma di stella dalla quale, si dice, la luce del sole che sorge penetra e va a centrare l'effige di Campbell. Allo stesso modo, in occasione del tramonto, dalla stessa apertura è visibile il pianeta Venere (the evening star). Noi non abbiamo potuto verificare la veridicità di questa affermazione, ma non era certo l'ora adatta...
Di fianco alla cappella c'è una torre ottagonale dove un tempo era situato un organo a canne, purtroppo non sopravvissuto fino ai nostri giorni. Subito dopo la cappella di St. Conval c'è la St. Bride's Chapel, in stile normanno, con al suo interno la tomba del quarto Lord Blythswood, che ebbe il merito di aiutare i curatori a completare i lavori dopo la morte di Walter Campbell e di sua sorella. Sulla destra una piccola porta conduce ad una minuscola stanza che Campbell, scherzando, affermava essere stata la cella dello stesso San Conan.
Una porta nella facciata sud si affaccia sull’esterno e da qui, grazie ad alcuni scalini, ci si può allontanare di qualche passo fino ad una piccola balconata semicircolare (quel giorno purtroppo allagata dalla pioggia incessante): qui è incisa nella pietra una magnifica frase di Isaia (60,20): “Thy sun shall no more go down”, ovvero “Il tuo sole non tramonterà più”. Impossibile rimanere indifferenti di fronte a quelle parole e al meraviglioso scenario che si può ammirare da quella posizione. Ma non è finita: voltandosi ecco che appare in tutta la sua magnificenza il lato sud della chiesa, indubbiamente il più bello. Da qui si può notare che la Saint Conan è praticamente priva di fondamenta, ma si regge, con un furbo stratagemma architettonico, sul fianco della collina, allungando le sue “radici” ben al di sotto quello che pensavamo fosse la sua base.
Mentre degli scalini conducono giù fino alla cripta, il cui ingresso è protetto da un cancello di ferro, a destra si trova la Bruce Chapel. Perché una cappella dedicata al re Robert I, meglio noto come Robert the Bruce, in una chiesa di minore importanza come questa? Un motivo c’è, e riguarda la storia della guerra d’indipendenza della Scozia tra le truppe di Bruce e quelle della corona inglese. Infatti, il vicino passo del Brander nel 1308 o 1309 fu il teatro di una battaglia durante la quale Bruce sconfisse il Clan MacDougall. E qui occorre una piccola digressione storica: inizialmente le cose non si erano messe bene per il re scozzese, che nel giugno 1306 fu sconfitto da Edward I nella battaglia di Methven e dovette fuggire. Il 7 luglio, però, il re inglese morì e gli succedette il figlio Edward II. Dopo un inverno trascorso molto probabilmente alle Ebridi, Bruce ed i suoi seguaci ritornarono sulla terraferma scozzese in febbraio e da lì in poi inanellarono una serie di vittorie, come quelle nelle battaglie di Glen Trool e Loudoun Hill. Lasciando il fratello Edoardo al comando a Galloway, Bruce si diresse a nord e prese i castelli Inverlochy e Urquhart, bruciò quelli di Inverness e Nairn e cercò senza successo di entrare nella città di Elgin. In seguito attraversò l’Argyll e nella battaglia del passo del Brander sconfisse i MacDougall (alleati dei Comyn, la famiglia rivale nella successione al trono) e, dopo un breve assedio, prese il castello di Dunstaffnage, l'ultima grande roccaforte dei Comyn.
Dettagli storici a parte, la Bruce Chapel si chiama così per via di un piccolo ossario che, così si dice, conterrebbe un osso del re trasportato qui dall'abbazia di Dunfermline, dove fu sepolto. L'effige sulla tomba è in legno, mentre il viso e le mani sono di alabastro. L'autore è il famoso scultore di Edinburgo, Alexander Carrick, le cui opere ancora adornano i più noti castelli del paese, dall’Eilan Donan all’Edinburgh Castle. La piccola finestra nella cappella è molto antica, infatti originariamente si trattava della finestra ad ovest della St. Mary Church, a South Leith, costruita nel 1483: quando si cominciarono i lavori di ricostruzione della chiesa, nel 1836, la vecchia finestra fu demolita e rimase accantonata per anni in un giardino di Edinburgo finché Walter Campbell non la recuperò per incorporarla in St. Conan.
L'abside semicircolare e l'ambulatorio costituiscono l'estremità est di St. Conan. La forma si direbbe ripresa pari pari da quella della cappella di St. John nella Torre di Londra, ma tanto quella è scura, tanto in St. Conan quest'angolo è pieno di luce, oltre ad avere un incantevole paesaggio naturale come sfondo. Nel coro ci sono altri pezzi collezionati da Campbell nei luoghi più disparati, difatti le sedie, molto antiche, vengono da Greyfriars, Edinburgo e persino dall'estero, mentre i banchi furono intagliati in pezzi di castagno spagnolo e riportano gli stemmi dei capi clan locali: i due rami del clan Campbell, Argyll e Breadalbane, MacNaughton di Eilan Fraoch, MacGregor di Glensrae, MacNab di Barachastlain, ecc.
La navata viene utilizzata ancora oggi per la messa domenicale. In alto è visibile una piccola finestra con figure di angeli e cherubini che fu dipinta da Helen Campbell. Invece, l'organo situato all'interno della navata è ricoperto da un pannello che fu decorato dallo stesso Walter Campbell con figure di mostri pagani sovrastati da decorazioni intrecciate che simboleggiano l'Eternità. Più in alto sono rappresentate delle croci celtiche che rappresentano la Cristianità, e sopra le quattro creature celestiali che trovano nei pressi del trono di Dio, il Leone, il Vitello, l'Uomo e l'Aquila (“E la prima creatura vivente era simile ad un leone, e la seconda simile a un vitello, e la terza avea la faccia come d'un uomo, e la quarta era simile a un'aquila volante.” Apocalisse, 4 ,7). Sotto al piccolo organo centrale piccoli pellicani simboleggiano lo spirito di sacrificio, e le Ali del Tempo sono raffigurate legate assieme dal nodo celtico della Sacra Trinità.
Questo è più o meno tutto quel che c'è da sapere sulla chiesa di St. Conan. Non è un edificio antico e non contiene capolavori artistici imprescindibili, né può essere presa a modello di un particolare tipo di architettura. Inoltre, è probabilmente troppo grande per le reali necessità della sua funzione ecclesiastica e rischia seriamente di restare perennemente semivuota, se non durante i mesi estivi in cui la curiosità o il caso attira lì un certo numero di turisti.
Ognuno di voi potrà decidere da sé se si tratta di un miscuglio riuscito o solamente pacchiano, l'ardita e riuscita opera di un visionario oppure il parto della mente di un pazzo megalomane. Penso sia superfluo ribadire nuovamente qual è la mia opinione.
"Ognuno di voi potrà decidere da sé se si tratta di un miscuglio riuscito o solamente pacchiano, l'ardita e riuscita opera di un visionario oppure il parto della mente di un pazzo megalomane"...
RispondiEliminaLe stesse cose si potrebbero dire (e infatti le dicono) sul castello di Neuschwanstein voluto da Ludwig II di Baviera. A me piacque moltissimo :-)
A me quello ancora manca, ma conto di andarci prima o poi...
EliminaConfermo la volontà di passarci, se riuscirò a organizzare anch'io un viaggetto lassù. Per quanto riguarda il giudizio, ho deciso di sospenderlo fino a che non mi troverò là, ma sono d'accordo con Ariano. Di esempi ce ne sono e io solitamente parteggio per la genialità.
RispondiEliminaSe mai ci passerai tieni presente che, poco lontano da St. Conan, è possibile ammirare il castello di Stalker, uno dei più fotografati della Scozia. Trattasi in realtà di una torre costruita su uno scoglio in mezzo al lago... praticamente irraggiungibile a meno di non tuffarsi nelle acque gelide.
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