L’immaginario nipponico è pervaso di mostri; dagli yokai, o bakemono, ai più moderni Gamera o Gojira (Godzilla), dai classici oni e demoni ad animali mostruosi come l’Ushi-oni (tanto per non citare il solito Bakeneko), dagli esseri umani deformi (Noppera-bō, Futa-kuchi-onna…) agli oggetti animati (Bake-zōri, ecc.: su tutti il Kasa-Obake, il mio preferito) ai fenomeni meteorologici. Molti di essi derivano dalla religione primigenia della regione (Me-kurabe, Yobuko), che confluì nello Shintoismo, mentre altri (come Kirin e Shōjō…) furono importati dal continente in una commistione e varietà che lascia stupefatti.
E così, è naturale che anche l’arte nipponica sia pervasa di mostri... Se anticamente c’erano le opere di Toriyama Sekien e Sei Shōnagon o i dipinti di Hokusai a rappresentarli, più recentemente sono stati i manga e gli anime a rivisitarli in chiave moderna. Tra le rappresentazioni più “colte” possiamo annoverare anche e soprattutto pellicole d’autore come “Onibaba – Le assassine” e “Kuroneko”, entrambe a firma del maestro Kaneto Shindo, purtroppo scomparso nel 2012.