mercoledì 13 febbraio 2019

Oscuro Prossimo Venturo

Racconti di fantascienza. Sì, ma che cos'è la fantascienza? Bella domanda. Una domanda a cui nemmeno io, che di fantascienza ne ho letta tanta, saprei dare una risposta compiuta. Questa raccolta di racconti, la cui copertina campeggia qui a lato, è davvero fantascienza come lascerebbe intendere il sottotitolo? Beh, diciamo che se state cercando quel genere un po' alla Star Trek, dove prevalgono viaggi interstellari e battaglie spaziali, allora non è certamente "Oscuro Prossimo Venturo" il libro che fa per voi. Non è nemmeno, per quanto ne sappia, quel glorioso genere nel quale la precisione scientifica precede quella letteraria: alcuni passaggi richiedono infatti, in tutta onestà, una buona dose di sospensione dell'incredulità per essere digeriti. Diciamo che questa è più una fantascienza interiore, se mi passate questo termine appena coniato. Un tempo, negli anni Sessanta, cose di questo genere le chiamavano "fantascienza sociologica", che non ho mai capito dove iniziasse e dove finisse, ma è un termine che mi è sempre piaciuto e me lo faccio andar bene appena posso. E oggi posso. Anche perché quale migliore occasione per tirare in ballo analogie con quel classicone di Ray Bradbury nel quale ci si trastullava a bruciare libri? Spero non me ne voglia nessuno se butto lì un paragone tra uno dei più acclamati autori statunitensi e uno scrittore romano contemporaneo, ma quando mi capita di farmi trasportare in agghiaccianti distopie, è a Bradbury che la mia mente va puntualmente a parare.

È il caso di "Prova di Recupero", già terzo classificato al XXII Trofeo RiLL, e di “Processione Cremisi”, versione ampliata di “Struttura Sedici”, già finalisti della XXIV edizione del medesimo concorso letterario. Entrambi i racconti affrontano il tema del superfluo, da intendersi come "individui socialmente disallineati". In un'ipotetica società del futuro, dove non c'è spazio per chi non è omologato, si procede nel modo più ovvio... che è poi lo stesso modo che alcuni dittatori del passato, quelli del mondo reale, hanno scelto di praticare (tra l'altro con discreto successo).

Anche se nell'Oscuro Prossimo Venturo non ci sono né razze, né partiti, né religioni, visto che oggi sarebbe politicamente scorretto, troviamo ugualmente altri gruppi di persone da cui attingere. Come negare che quei ragazzini che oggi non riescono bene a scuola diventeranno un giorno delle zavorre per la società? E come negare che quegli adulti, preferibilmente ma non necessariamente anziani, che si sono fatti fregare già una volta dalla vita non costituiscano un fardello pesantissimo sull'economia mondiale? E allora perché non approfittare di queste “intolleranze” e risolvere il problema prima che diventi insostenibile? Una visione pessimistica dalla quale scaturisce, drammaticamente tangibile, una corrispondenza con la nostra vita di tutti i giorni, quella stessa vita in cui se non pubblichi minchiate su Facebook non esisti; quella stessa vita in cui se non hai Whatsapp non hai niente.

Avevo forse detto che nell'Oscuro Prossimo Venturo non ci sono né razze, né partiti, né religioni? Mi sbagliavo: ci sono anche quelli. "Parole proibite" e "Il mio 1978" sono due racconti per alcuni versi molto simili, due storie di passioni che si tramutano in tradimenti in nome di qualcosa di più "alto" e allo stesso tempo di impalpabile. Storie che oggi non penseresti mai possano riproporsi, vista la diffusa decadenza morale in cui siamo precipitati, ma che sono testimoni di un attributo immutabile del DNA umano.
Ciò che è invece soggetto all'usura del tempo è il mondo che ci circonda: quello ipertecnologico in cui si rifugiamo ogni giorno, negando quasi l'esistenza di una controparte umana che ci attende oltre il cavo di rete. È il caso di "Samurai in autunno", nel quale si immagina il collasso del web, con tutto quel che ne consegue. State pensando che questo sia lo scenario peggiore? Non certamente quello di un futuro in cui un camion degli spurghi è l'unica difesa tra noi e certe ripugnanti creature, figlie dei nostri scarti biologici ("Quelli dell'impianto"). Non certamente quello di un futuro dove le strutture proteiche animali, di cui ci abbuffiamo come se non ci fosse un domani, prenderanno la loro rivincita sull'umanità ("Fiocchi di neve").

Un caso a parte, ma pur sempre riconducibile alle "diversità" di cui tanto abbiamo parlato sinora, è il racconto "Festa di compleanno", un simpatico tentativo, forse non del tutto riuscito, di affidare a un ragazzo autistico la responsabilità di tratteggiare pregi e difetti della nostra civiltà e di portarne testimonianza oltre i confini del nostro pianeta.
Sì, avete letto bene: ho parlato di confini planetari, un concetto che inevitabilmente evoca quei viaggi interstellari e quelle battaglie spaziali a cui avevo fatto accenno all'inizio dicendo che l'argomento "non è prevalente" nei racconti di Luigi Rinaldi. Non è prevalente ma c'è, avrei dovuto forse scrivere. E se amate il genere certamente amerete "Hidden", l'episodio, a giudizio di chi scrive, più valido dell'intera raccolta. Ambientato su un pianeta "lontano lontano" che tanto ricorda l'arida Tatooine di skywalkeriana memoria, "Hidden" è la cronaca di una spedizione scientifica in una terra inospitale alla ricerca di un'enigmatica casa rossa, monolite nel deserto e chiave di un mistero che dovrebbe rimanere tale.

Luigi Rinaldi, autore di spicco fra i tantissimi che partecipano al Trofeo RiLL, è riuscito a confezionare un'antologia personale di quelle che non ti aspetti. Limitarla alla nicchia della fantascienza, come ho forse già detto, è per certi versi fuorviante (qualcuno direbbe "riduttivo"), visto che tutti gli episodi palesano un'attualità quasi sconcertante. Chiudete il libro, chiudete gli occhi e vi si aprirà un mondo.
Oscuro Prossimo Venturo, rintracciabile sul sito dell'editore o presso i soliti canali e-commerce, è stato presentato a Lucca Comics & Games 2018 nel corso della premiazione del XXIV Trofeo RiLL. La copertina, liberamente ispirata a “Processione Cremisi”, è di Valeria De Caterini.

«A volte penso anche agli Hidden. Non c'è dubbio che si siano accorti di noi.»

12 commenti:

  1. Gli spunti sembrano interessanti. La cosiddetta "fantascienza sociologica" mi attira di più di quella alla Star Wars.

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    1. Sono dello stesso parere. C'è anche da dire che Star Wars si adatta meglio al cinema...

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  2. Credo che l'aspetto sociologico sia quello che rimane molto attuale anche dopo anni e anni da quando le opere sono state scritte. Ecco, pure le più inquietanti..accidenti che poi non dormo la notte!!!!!

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    1. Esistono romanzi scritti e ambientato un secolo fa che potrebbero venire scritti anche oggi. Magari cambiando qualche dettaglio nell'ambientazione, tipo via le cabine telefoniche (con buona pace di Dr. Who) e spazio a cose più moderne...

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  3. come co-curatore del libro ringrazio molto per le belle parole riservate all'antologia: fa sempre piacere, e ancora di più quando le leggi su un sito "di settore" come questo. aggiungo per completezza che il libro è disponibile presso RiLL, Amazon e Delos Store.

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    1. Ciao Alberto. Hai fatto bene a precisarlo. Non sono ovviamente andato a verificare la presenza di questo titolo su tutti i siti di e-commerce. Grazie per le belle parole, by the way...

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  4. La RiLL è una sicurezza per quanto riguarda le antologie che raccolgono autori italiani.

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    1. Si, confermo. Ho visto uscire dalle loro antologie un sacco di nomi che hanno poi fatto tanta strada.

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  5. Ah, questi autori romani contemporanei che tengono alta la bandiera della capitale... Scusa, m'è scappato del campanilismo :-P

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    1. Te lo concedo. Sappi però che sei sul blog di un F205 purosangue...

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  6. Se mi citi Bradbury mi fai venire voglia...

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