Giungo ancora una volta con imbarazzante ritardo nel presentare una pubblicazione forse tra la più interessanti dell'anno scorso. Ancora una volta è la Dagon Press di Pietro Guarriello la casa editrice a cui dobbiamo rivolgere il nostro sguardo e la nostra gratitudine per aver riesumato e portato in Italia un autore a lungo dimenticato. Dimenticato non è forse nemmeno il termine corretto, visto che sottintenderebbe una precedente conoscenza venuta poi a mancare nel corso della vita. Sconosciuto (o ignoto) forse è più esatto, almeno per me che, sebbene sia da sempre stato attratto dai vari aspetti legati alla cultura di certi paesi poco, come dire, inflazionati, sono cascato letteralmente dal pero quando l'ho sentito nominare per la prima volta l'estate scorsa (o giù di lì). Eppure pare che Jonas Lie sia abbastanza famoso, a giudicare dalle numerose recensioni che mi è capitato di leggere in rete nei mesi immediatamente successivi alla sua uscita italiana. Dal 1870, quando il suo nome venne alla luce con un suo primo romanzo, "Den Fremsynte", Jonas Lie si è affermato come uno dei nomi più noti e apprezzati dal pubblico norvegese (secondo solo a Knut Hamsun, direi, e a Ibsen) e negli ultimi anni i suoi romanzi, trascinati in parte anche dalla diffusione della letteratura norvegese di genere (penso a Jo Nesbø) hanno scalvato i confini nazionali per intraprendere un tour europeo senza precedenti.
mercoledì 28 luglio 2021
giovedì 22 luglio 2021
Orizzonti del reale (Pt.31)
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Terence McKenna
LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI
Alla domanda su che cosa siano queste entità (quelle che egli descrive come “gnomi” oppure “elfi”, vedi post precedente) McKenna non fornì mai una risposta univoca, limitandosi a fare delle ipotesi. La prima è che possano essere gli abitanti di un altro universo, una sorta di continuum parallelo che non è raggiungibile fisicamente, ma soltanto quando le droghe aprono una breccia, dissolvendo i confini con la nostra realtà. Per McKenna la droga, come il sonno, permette la dissoluzione dell’ego, e non è un caso che la DMT sia concentrata nel fluido cerebrospinale e che il suo ciclo di 24 ore, nella maggior parte delle persone, abbia il suo apice di concentrazione tra le 3 e le 4 del mattino, proprio quando ci si trova nella fase di sonno profondo (REM); la DMT quindi media la discesa nel sogno, e consente di scivolare in un sogno lucido che non è altro che il risveglio nel “tempo del sogno” degli aborigeni.
Un’altra ipotesi è che queste entità siano degli elementi psichici autonomi sfuggiti al controllo dell’ego. Sarebbero parti di noi stessi che riconosciamo come tali solo quando ci troviamo in una condizione psichica estrema. Il loro aspetto è bizzarro perché l’archetipo che circonda la DMT è quello del circo o del luna park (abbiamo già detto che McKenna fu un lettore precoce di Jung e in questa ipotesi c’è un po’ di Jung e un pizzico di Freud, anche se McKenna non parla di sogni, paure, speranze e ricordi, non proprio).
venerdì 16 luglio 2021
The Elvis Room
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Stephen Graham Jones
Se c'è un luogo dove la paura sta di casa, quello è quasi certamente un hotel. Ne sono la prova i numerosi film e romanzi ambientati nelle stanze di grandi alberghi pluristellati, nei lunghi e stranianti corridoi tutti uguali, nelle ampie hall che fungono da disimpegno tra il mondo reale e un mondo "asettico", pieno di comodità e servizi assolutamente inutili e buono solo per trascorrevi poche ore la notte, spesso quando si è talmente stanchi da non aver la forza di leggere nemmeno due pagine di un libro prima di spegnere la luce.
A causa del mio lavoro giro abbastanza spesso per quel tipo di alberghi. O almeno lo facevo prima che viaggiare diventasse, come lo è ultimamente, un problema. Non che mi stia lamentando, anzi: non ho mai amato più di tanto trascinare queste mie quattro vecchie ossa in giro per il mondo, specialmente da solo. Non mi piacciono le lunghe attese negli aeroporti, non mi piace essere costretto a correre per non perdere una coincidenza, e non mi piace dormire negli alberghi. Ammetto di non essermi mai trovato veramente a mio agio in quei luoghi, tutti così noiosamente identici a prescindere dal paese in cui ci si trova. Luoghi che paiono anticamere dell'Inferno, in cui regna indisturbata la solitudine.
sabato 10 luglio 2021
Orizzonti del reale (Pt.30)
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Terence McKenna
Terence McKenna (1946-2000) |
Tra i protagonisti della cultura psichedelica che non ho ancora neppure menzionato, se non forse agli albori di Orizzonti del Reale, c’è Terence McKenna. Non ero sicuro, infatti, visto il particolare punto di vista del nostro, ovvero il suo modo di declinare la questione psichedelica, se fosse più opportuno parlarne qui oppure nell’ambito della serie dedicata alla questione femminile, Da donna a strega. Alla fine, per coerenza, ho optato per inserire la biografia di McKenna in OdR, ma sappiate che con questo abbiamo forse trovato il vero ponte che collega le due serie di post.
Biografia non è forse la parola corretta: McKenna visse sotto i riflettori, ma il suo privato è stato meno sensazionale di quello di Timothy Leary e, perlomeno su questa sponda dell’oceano, non ha avuto molta risonanza né è stato “vivisezionato” fino al più minuscolo dettaglio, di conseguenza se ne conoscono solo i fatti principali. Sarà interessante tracciare un parallelismo tra queste due figure: fu proprio McKenna a raccogliere il testimone dall’ex “uomo più pericoloso d’America”; definito il “Timothy Leary degli anni ‘90” ebbe, come il suo mentore, un forte impatto culturale, in particolare nella musica e nel cinema.
domenica 4 luglio 2021
Traditi dalla fretta #25
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Traditi dalla fretta
Un po' svogliatamente, soffocato da un caldo infernale, ritorno ad occuparmi del blog dopo un mese di assenza assoluta. Talmente assoluta che nemmeno ho avuto modo di buttare un'occhiata saltuaria al mio blogroll per capire se il mondo andava avanti anche senza di me. Ovviamente il mondo non ha badato granché al sottoscritto, e ciò che ho perso sarà ormai difficile da recuperare. Una nuova puntata di "Traditi dalla fretta" non può certamente essere un gran rimedio, ma, come si dice in queste occasioni, è sempre meglio di due dita negli occhi.
Chi segue questo blog con regolarità ben conosce i motivi di questa prolungata latitanza; i più distratti scopriranno invece solo ora che mi sono assentato per portare all'altare la mia compagna di sempre (quella che oggi posso finalmente chiamare moglie senza mentire) e per godermi un paio di indimenticabili settimane di vacanza. Se devo essere preciso non era esattamente un altare, visto che assomigliava più alla scrivania di un sindaco, ma la sostanza non cambia. Oggi ho una fede al dito, e da qualche parte in municipio c'è una firma su un documento che sancisce un legame ancora più indissolubile, semmai ce ne fosse stato bisogno. Avrò comunque tempo e modo di raccontarvi qualcosa di ciò che è accaduto in questo ultimo mese: oggi sono particolarmente di fretta e ho necessità di chiudere alla svelta questo post prima di sciogliermi come un gelato sotto il sole...
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