Sono passati quasi dieci anni dallo speciale thailandese “Bangkok Haunted” e ancora sono
convinto si tratti di una delle cose migliori che abbia mai pubblicato qui sul blog. E non parlo di scrittura
(non ho mai pensato di scrivere particolarmente bene), ma del fatto che credo di aver tratto il massimo dal
poco materiale cinematografico a mia disposizione (come scrissi allora, “il cinema tailandese è molto
restio a rivelarsi per intero.”).
All’epoca avrei voluto proseguire nell’esplorazione del cinema folk horror del sudest asiatico, ma avevo
sempre altro da fare e, semplicemente, la cosa mi è passata di mente, riaffiorando solo nei momenti meno
opportuni. Faccio ammenda con questo timido tentativo, partendo da un film indonesiano che omaggia la
figura che all’epoca più di tutte aveva colpito la mia immaginazione: Leyak/Leak, detta anche Palasik o
Kuyang (il nome varia nei tre principali gruppi etnici del paese e anche la grafia a volte cambia, benché
l’indonesiano usi in gran parte l’alfabeto latino). Leyak altro non è che l’equivalente della thailandese
Krasue, un essere che si presenta sotto forma di una testa femminile con appese delle interiora
sanguinanti che vaga di notte alla perenne ricerca di donne incinte per succhiare il sangue dei feti o dei
neonati (vedi qui).
Queste premesse sul folklore sono necessarie, altrimenti lo spettatore che fosse del tutto a digiuno di
questi temi rimarrebbe spiazzato e finirebbe per capire ben poco di quello che sta guardando.