Primi giorni di agosto immerso nell’implacabile caldo milanese. Le prospettive per questo mese che sta iniziando non sono le più allettanti: lavoro, lavoro e soltanto lavoro. Fortunatamente una buona parte dei miei concittadini ha già preso la via del mare e ciò mi permette, se non altro, di andare e venire dall’ufficio in tempi decenti, libero di sfrecciare a mio piacimento sulla Vigevanese, solitamente più simile ad un girone infernale che ad una semplice strada statale. Questo è uno dei vantaggi per chi, come me, sceglie di staccare la spina nei periodi dell’anno meno classici.
Purtroppo il caldo non è il miglior ingrediente per la realizzazione di buoni post. Le idee non mi mancano, intendiamoci. Quello che mi manca è la voglia (o la forza) di mettermi qui la sera a picchiettare sui tasti del mio laptop. Ad ogni modo mi ero ripromesso di non mollare e non ho intenzione di farlo proprio adesso che il mio blog ha iniziato, dopo oltre un anno di solitudine, a dare i suoi frutti in termini di followers. Non moltissimi per la verità, qualcuno potrebbe obiettare, ma per adesso mi va bene così: dopotutto non sono qui per collezionare followers come fossero figurine. Tra l’altro credo che il numero di followers (e il numero di commenti) vadano di pari passo con il livello di interesse che quello che si scrive riesce a suscitare. Di conseguenza sono io l’unico che può portare questo blog verso il successo o verso la rovina. Mi auguro davvero che si avveri la prima ipotesi, non tanto per la mera ambizione di divenire uno dei cosiddetti “influencer blogger” (non aspiro a tanto e nemmeno ne potrei sopportare le responsabilità), quanto perché credo sia più soddisfacente scrivere non solo per se stessi ma anche per gli altri. Sbaglio? Ditemelo voi… Ad ogni modo mi accorgo che mi sto perdendo in chiacchere. Oddio, a me le chiacchere piacciono anche, ma forse non sono queste le cose che cercano gli occasionali visitatori del mio blog (o si?).
Recupero quindi una delle mie decine di bozze di post iniziate e mai completate, e provo a vedere se riesco a farne saltare fuori qualcosa di buono. Ecco qua, questo può andare bene: Anton Semenov, un giovane graphic designer che ha attirato la mia attenzione non molto tempo fa. E’ da diverso tempo che in questo blog non appaiono altro che recensioni di libri e film, per cui ritengo sia giunto il momento di parlare di altro. Spero che nessuno abbia nulla da obiettare se definisco “arte” la computer graphics. Sotto il termine arte, a mio parere, si possono raccogliere tutte le realizzazioni dell’ingegno umano, anche le piccole abilità di tutti i giorni che ognuno di noi può vantare: perché dare un limite a ciò che definiamo arte?
Di Anton Semenov non si trova molto in giro per la rete, se non le sue opere. Non è un personaggio così famoso dal riempire pagine e pagine web in tutte le lingue. Anton Semenov, in rete conosciuto con come Gloom82, è semplicemente un anonimo ragazzo russo nemmeno trentenne, che vive in un’ancora più anonima cittadina della Siberia centrale chiamata Bratsk. Non c’è nulla di interessante a Bratsk, dice Semenov nell’unica intervista che ho trovato in rete, se non una centrale idroelettrica che non è esattamente quella che uno definirebbe un’attrazione turistica. E del fatto che Bratsk sia un posto di m... beh, personalmente non faccio fatica a dubitare.
Non dice molto di sé Anton Semenov: ha iniziato giovanissimo usando tecniche tradizionali (leggi: matite e pennelli) per passare solo pochi anni fa a Photoshop CS e, dando un’occhiata ai risultati ottenuti, sono assolutamente convinto che sia stata la scelta giusta. L’ispirazione, ci racconta, gli giunge dalla vita stessa: le sue opere sono pure rappresentazioni del mondo reale, forse un pochino elaborate, ma sicuramente non si possono definire astrazioni. Surrealismo è il termine che forse più di altri si può accostare ai suoi lavori. E non è quindi un caso che ciò abbia attirato la mia attenzione. Strane creature, ambienti sinistri, atmosfere horror, scenari post-apocalittici. Un po’ quello che è il mio stato d’animo attuale. Notevole, per inciso, la copertina da lui realizzata per il più recente album degli Infected Mushroom, una band psychedelic trance israeliana. Ho scovato così per caso qualcuno dei lavori di Semenov e sono stato letteralmente folgorato: ho passato ore a guardarli, osservato le scene nel loro insieme, ingrandendo le immagini fino a cogliere i minimi particolari, cercando di capire…
Scenari apocalittici, dicevo. Semmai ci sarà un dopo-bomba, sarà questo ciò che si presenterà agli occhi dei sopravvissuti? Profili di metropoli cadute si stagliano su un cielo grigio e cupo, un cielo spento ma ormai padrone indiscusso, ingombrante e minaccioso. Il disco solare non può fare più nulla per riprendere possesso di ciò che gli spetta. A tratti, solo qualche raggio solitario, che non fa altro che ricordare all’osservatore l’irrimediabilità degli errori umani. Ignobili creature dalla vaga forma umanoide solcano le scene, ormai sature di follia. Esseri inumani che sono solo una pallida copia degli esseri evoluti che un tempo costruirono le nostre città. Nuove razze, dalle origini incerte, sono le nuove protagoniste. Rettili? Uccelli? Insetti? Mammiferi? Forse tutto e forse nulla di questo. Corpi che si fondono. Nuove mutazioni. Una delle poche certezze è che l’odio non si è estinto con l’umanità. Ancora rabbia. Ancora dolore. Ancora distruzione. Ma quando finirà questo incubo? Questo Semenov non ce lo dice. Forse è nel suo silenzio che dovremmo cercare la risposta…
Qui di seguito trovate alcune delle opere di Anton Semonov, quelle che preferisco. Basta cliccare sul pulsantino qui sotto. Io mi fermo qui. Non ho bisogno di aggiungere altro. A voi basterà un solo sguardo per capire. A chi non bastasse suggerisco di passare sulle pagine deviantart e livejournal dell’autore.
Scenari apocalittici, dicevo. Semmai ci sarà un dopo-bomba, sarà questo ciò che si presenterà agli occhi dei sopravvissuti? Profili di metropoli cadute si stagliano su un cielo grigio e cupo, un cielo spento ma ormai padrone indiscusso, ingombrante e minaccioso. Il disco solare non può fare più nulla per riprendere possesso di ciò che gli spetta. A tratti, solo qualche raggio solitario, che non fa altro che ricordare all’osservatore l’irrimediabilità degli errori umani. Ignobili creature dalla vaga forma umanoide solcano le scene, ormai sature di follia. Esseri inumani che sono solo una pallida copia degli esseri evoluti che un tempo costruirono le nostre città. Nuove razze, dalle origini incerte, sono le nuove protagoniste. Rettili? Uccelli? Insetti? Mammiferi? Forse tutto e forse nulla di questo. Corpi che si fondono. Nuove mutazioni. Una delle poche certezze è che l’odio non si è estinto con l’umanità. Ancora rabbia. Ancora dolore. Ancora distruzione. Ma quando finirà questo incubo? Questo Semenov non ce lo dice. Forse è nel suo silenzio che dovremmo cercare la risposta…
Qui di seguito trovate alcune delle opere di Anton Semonov, quelle che preferisco. Basta cliccare sul pulsantino qui sotto. Io mi fermo qui. Non ho bisogno di aggiungere altro. A voi basterà un solo sguardo per capire. A chi non bastasse suggerisco di passare sulle pagine deviantart e livejournal dell’autore.
Alcuni lavori sono veramente notevoli!
RispondiEliminaLo seguirò su DeviantArt, grazie!
Veramente notevole, un ottima segnalazione.
RispondiEliminaCiao.
Già... eppoi quel cervo che salta nel vuoto, che si nota appena in una delle immagini, è davvero qualcosa di incredibile...
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