lunedì 29 ottobre 2012

Parasite Eve

“Il maschio è un incidente, la donna sarebbe stata sufficiente.” (Rémy de Gourmont) - Ho sempre amato la biologia. Per me non è una serie di nozioni aride e spesso noiose, ma il mondo delle possibilità, la terra delle scoperte, paradiso e inferno insieme. Talvolta mi chiedo se a qualche livello primordiale le nostre cellule non siano consapevoli del macrocosmo che le contiene (il corpo umano), e se l’umanità non sia altro che una cellula del macrocosmo pianeta terra, il pianeta terra una cellula del nostro universo, e infine se l’universo stesso non sia una cellula del corpo di un qualche Dio di questa dimensione e così via…
Quando guardo un cielo stellato, spesso è in questi pensieri che mi perdo, ma c’è davvero da diventare matti… Meglio allora concentrarsi su qualcosa su cui c’è almeno qualche possibilità di osservazione, ovvero il microcosmo cellulare. Non essendo io uno scienziato, ovviamente il mio approccio alla materia non sarà scientifico; stavolta ho scelto quello del lettore di fumetti giapponesi, anche se un po’ inconsueto. Perché inconsueto? Perché se si parla di fumetti ci si aspetterebbe anche delle valutazioni tecniche, che però io non farò perché non mi interessa farne e perché non è la mia materia… Dei fumetti mi interessano principalmente gli argomenti e il modo in cui vengono sviluppati, se poi accanto a ciò c’è anche un bel disegno - bello secondo i miei canoni - meglio, altrimenti non ne faccio un cruccio. Mi fa molto più piacere leggere una bella storia, anche se non è disegnata in maniera eccelsa, piuttosto che il contrario.

lunedì 22 ottobre 2012

Straker è tornato

La notizia sta rimbalzando come una trottola attraverso la rete. Una delle serie televisive di fantascienza più amate di tutti i tempi sta tornando alla luce sotto forma di uno speciale che i fantastici ragazzi della redazione de "Il futuro è tornato" hanno deciso di proporre a partire da domani, 23 ottobre, per un'intera settimana. Potevo io esimermi dall'amplificare il tam-tam? Certo che no, per cui eccomi qui.... e mi perdoneranno tutti coloro che sono stati già bombardati dalla stessa notizia nelle ultime ore. D'altra parte l'evento non è assolutamente cosa da poco: stiamo per reimmergerci nelle incredibili atmosfere di UFO! Chi era un bambino negli anni Settanta avrà modo di tornare ad emozionarsi, sentendo pronunciare nuovamente  nomi allora familiari come quelli del comandante John Straker o del colonnello Paul Foster, oppure sentendo nuovamente citare gli avveniristici mezzi con i quali la SHADO (Supreme Headquarters Alien Defence Organisation) cercava di far fronte alla minaccia aliena: gli Interceptors, gli SkyDivers, la ShadoMobile... Per chi invece negli anni Settanta non c'era ancora, beh, ecco servita la migliore occasione per scoprire un mondo che ha fatto sognare un'intera generazione.

venerdì 19 ottobre 2012

Holocaust 2000

Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione. L'adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello immolato. Vidi poi salire dalla terra un'altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago.  Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. 
Era il 1977 quando il regista romano Alberto De Martino fece uscire nelle sale la sua personalissima visione dell’olocausto. Di quale olocausto stiamo parlando? Ma di quello nucleare, naturalmente. Alla fine degli anni Settanta (giusto per inserire il tutto in un minimo di contesto storico) il mondo era particolarmente attento al nucleare: la crisi energetica del 1973 aveva portato l’Occidente alla ricerca di nuove fonti di energia alternative al petrolio, come il gas naturale e l'energia atomica, per cercare di limitare l'uso del greggio e quindi anche la dipendenza energetica dai Paesi appartenenti all'Opec. Il concetto di energia atomica non poteva però non richiamare, agli occhi dell’opinione pubblica, l’immagine delle bombe sul Giappone e dei test nucleari compiuti nell’immediato dopoguerra presso l'atollo di Bikini, nelle isole Marshall. È in questo contesto che si inserisce Holocaust 2000, capostipite di un filone cinematografico anti-nucleare che raggiungerà il suo culmine due anni dopo con il masterpiece Sindrome cinese (The China Syndrome) di James Bridges, con Jane Fonda, Jack Lemmon e un giovanissimo Michael Douglas. 

lunedì 15 ottobre 2012

On the Eating of Blood

Per più di duecentocinquanta anni, fra il 1607 e il 1865, i vampiri hanno popolato le ombre degli Stati Uniti d’America. Pochi umani credevano alla loro esistenza. Abramo Lincoln è stato tra i più zelanti cacciatori di vampiri del suo tempo, e di questa lotta ha tenuto per tutta la vita un diario segreto. Le dicerie sull’esistenza del diario appassionano da tempo gli storici e i biografi di Lincoln. I più ritengono che si tratti di una leggenda. Si tratta in realtà del romanzo "La leggenda del cacciatore di vampiri" (Il diario segreto del presidente) di Seth Grahame-Smith. già autore considerato di culto grazie al fortunatissimo "Orgoglio e pregiudizio e zombie" con il quale aveva riscritto il classico di Jane Austen in chiave splatter. Ma non è di questo che avevo intenzione di parlare oggi.

L’argomento di oggi (e ringrazio Niels Petersen di Magia Posthuma per avermelo ispirato) potrebbe sembrare uno dei miei soliti tentativi di trovare del mistero laddove non c’è davvero nulla di misterioso. Probabilmente è così. Anzi certamente è così. Quando avrete sarete arrivati al termine del post non potrete fare a meno di chiedervi se sono impazzito o cosa. Non sono impazzito, mi sto solo divertendo a costruire castelli. D’altra parte come non restare affascinati da un vecchio manoscritto risalente a tre secoli fa nel quale sono presenti parole che appaiono essere completamente fuori luogo se si pensa a chi si dice le abbia scritte? Cosa c’entrano alcuni passi della Bibbia con un semisconosciuto matematico inglese? Perché un foglio manoscritto, un singolo foglio, appare in vendita sul sito di una libreria americana alla tutt’altro che modica cifra di 350 dollari? Cosa spinge uno scienziato, quindi una mente presumibilmente aperta, ad occuparsi di argomenti che tanto ricordano le vecchie superstizioni sui vampiri? Qual è il ruolo del Giano Bifronte in tutta questa storia? Per mettere insieme tutti gli indizi occorre procedere con ordine.

mercoledì 10 ottobre 2012

Il Qilin e gli occhi del drago


Due sono le figure che la protagonista sceglie di tatuare sul proprio corpo nel romanzo “Serpenti e piercing”, recensito su questo blog pochi giorni fa: uno è il Qilin, ovvero l’unicorno della mitologia cinese, l’altro è un enorme drago senza occhi. Approfondire entrambe le figure, incredibilmente affascinanti, è lo scopo del post di oggi. Ma prima di tutto: voi credete alle coincidenze? Qualche mese fa stavo trascorrendo qualche giorno di vacanza in Giappone quando, complice una pioggia torrenziale, decisi di trovare rifugio per qualche ora nelle sale del museo nazionale di Tokyo. In particolare, uno degli ambienti situati proprio vicino all’ingresso non mancò di attirare la mia attenzione, in quanto dedicato ad uno strano essere dal bizzarro nome di Qilin, che avevo visto molte altre volte ma di cui non conoscevo il nome. Scattai le fotografie che vedete qui attorno, a corredo del testo, con il pensiero ad un eventuale post che, ne ero certo, prima o poi ne sarebbe scaturito. Passò il tempo e, come spesso succede, coinvolto in mille progetti, me ne dimenticai.  Poi ecco “Serpenti e piercing”, ed ecco il Qilin che ritorna. Un post a questo punto è quasi d’obbligo.

venerdì 5 ottobre 2012

Serpenti e piercing

“Le cose che pensavo in quel momento, quello che avevo davanti agli occhi, la sigaretta che tenevo tra l’indice e il medio, niente sapeva di reale. Ebbi la sensazione di essere da un'altra parte, che mi guardavo da lontano. Non posso credere a niente.  Non posso sentire niente. Gli unici momenti in cui riesco a percepire chiaramente di essere viva è quando provo dolore fisico. Io il mio futuro non lo vedo, non so nemmeno se ne ho uno, di persone care non ne ho, e della vita, perennemente sbronza come sono, che ne posso sapere?“ 
Quanti di voi hanno un tatuaggio, magari una semplice farfallina su una spalla? Quanti di voi hanno un piercing, magari un semplice orecchino? Sono sicuro che siete in tanti. Vi siete mai fermati a pensare quanto può essere lontano il limite al quale possiamo arrivare? Ho appena terminato il romanzo Serpenti e piercing di Hitomi Kanehara, e da questo prendo spunto per parlare di  body art, e più in generale del contesto in cui la narrazione si svolge, ovvero il Giappone, il paese che più di ogni altro la gente ama e allo stesso tempo odia (e io non faccio eccezione alla regola).

lunedì 1 ottobre 2012

Non spingete quel bottone

Eccomi di nuovo qua! Sono mancato una settimana dal blog per via di una delle mie solite e frequenti trasferte di lavoro che, questa volta, mi ha visto calpestare le strade di Monaco di Baviera. La scusa della trasferta era la partecipazione ad un meeting internazionale, uno di quei megaincontri tra gente di tutti i tipi e tutte le razze organizzati con lo scopo principale di fare del “Team Building”. Per chi non ha mai lavorato in una multinazionale vale la pena precisare che quando si parla di team building si intende un’attività che poco ha a che fare con il lavoro. Infatti i giorni scelti per questa trasferta non sono stati affatto casuali: mai sentito parlare dell’Oktoberfest? Ecco… avete capito. Una cosa importante ho imparato: la regola del litro all’ora. Dovete sapere che il trucco che usano i tedeschi per non finire la serata ubriachi sotto una macchina è quello di saper sapientemente dosare i tempi in cui ingurgitare il primo boccale da litro: esso deve essere centellinato al punto che non può terminare prima che la lancetta dei minuti abbia completato un intero giro. Così ho fatto: per il primo litro ci ho messo un’ora; per il secondo cinque minuti. Ma non è di questo che volevo parlarvi oggi, miei piccoli lettori. Sono passati solo pochi giorni da quando ho tirato le somme di un anno e mezzo di blog, raccontando fasti e nefasti dei miei primi cento post. Con l’occasione, lo ricorderete, ho voluto citare alcuni dei miei post preferiti ma, forse un po’ per scaramanzia, ho volutamente evitato di menzionarne uno molto importante che è apparso qui la scorsa primavera. 
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